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                      Insalate in busta, si ferma lo stabilimento de Il Melograno

                      Si è interrotta i giorni scorsi l’attività dello stabilimento de Il Melograno, azienda di Santarcangelo di Romagna con oltre 35 anni di storia alle spalle, tra i principali copacker della Gdo per le insalate pronte al consumo e altri prodotti di quarta gamma. Dal 1990 l’azienda fondata da Claudio Coli è fornitrice di Coop e Conad e dal 1995 si è specializzata nel biologico, sviluppando innovative referenze a marchio proprio e a private label. L’ultimo bilancio consultabile pubblicamente parla di un debito di 25,4 milioni di euro, di cui 16,9 milioni verso le banche e 7,5 milioni verso i fornitori

                      Dalla Redazione

                      Quarta gamma, è profonda e preoccupante la crisi che attanaglia il settore. È di poche settimane fa la notizia che ha scosso gli animi, relativa allo stop dell’attività dello stabilimento di Cultiva a Taglio di Po, nel rodigino (leggi qui), e già si levano i rumors su un’altra, importante chiusura. Rumors confermati purtroppo da diverse fonti attendibili, che abbiamo contattato per verificare la veridicità della notizia: questa volta siamo in Romagna, a Santarcangelo, dove i giorni scorsi si è fermato lo stabilimento de Il Melograno, tra i principali copacker della Gdo per le insalate in busta e altri prodotti di quarta gamma. Attualmente non si sa se lo stop è momentaneo o definitivo. Abbiamo provato a contattare l’azienda per avere informazioni più certe in merito: nessuna smentita circa l’interruzione della produzione, ma nemmeno nessun commento specifico sul futuro dell’attività.

                      Con diverse referenze e mix Il Melograno fino a qualche giorno fa era fornitore di Coop per le insalate pronte al consumo, convenzionali e biologiche, e anche di Conad. Con una particolare vocazione al biologico, l’azienda di Santarcangelo ha sviluppato nei suoi oltre 35 anni di storia anche una serie di prodotti innovativi di quarta gamma commercializzati a marchio proprio e nelle linee private label delle varie insegne. Tra i fiori all’occhiello si segnalano i succhi ottenuti dalla spremitura di frutta e verdura di alta qualità, provenienti da agricoltura rigorosamente biologica. Il beverage comprende anche una linea di bevande a base di soia e di tofu, una di acque aromatizzate e una linea di bevande “Virgin” con tè aromatizzati e addizionati di superfood e cocktail analcolici. E poi piatti pronti, sughi, maionesi vegane, burger veg, marmellate di pura frutta, verdure fresh cut e altre referenze innovative e ad alto contenuto di servizio.

                      Le insalate Coop, tra cui quelle de Il Melograno, in un pdv a Bologna qualche mese fa (copyright: Fruitbook Magazine)

                      Il melograno, un po’ di storia

                      Fondata nel 1987 da Claudio Coli e da sua sorella Manuela, l’azienda di Santarcangelo di Romagna si è fatta subito strada sul mercato dimostrandosi precorritrice dei tempi. Al 1990 risalgono i primi rapporti commerciali con la Gdo e gli accordi con Coop e Conad. Nel 1995 l’azienda romagnola ha iniziato la commercializzazione di ortofrutta biologica controllata in conformità del Regolamento CEE 2092 dall’Ente CCPB, si legge sul sito dell’OPOA Unaproa di cui è socia. Nel 1999 ha ampliato i suoi programmi produttivi con aziende biologiche, con un conseguente incremento e una diversificazione dell’attività commerciale. Da questa scelta strategica è partito il progetto di produzione della quarta gamma bio per Coop Italia che, nel 2000, si è arricchito con il confezionamento di frutta e verdura a private label dell’insegna.
                      Nel 2005 Il Melograno ha avviato un ambizioso progetto di ampliamento acquisendo e riqualificando un’area industriale in disuso per realizzare una nuova struttura specializzata nella lavorazione e trasformazione di prodotti ortofrutticoli biologici e di quarta gamma. L’ultimo ampliamento aziendale risale al 2019, quando Il Melograno ha raddoppiato la planimetria dello stabilimento produttivo di Santarcangelo, passando da 12 mila a 24 mila metri quadri, con nuove linee di lavorazione per potenziare il programma di produzione e il calendario di offerta, come riporta la rivista Monaco Affari.

                      Ma qual è la situazione finanziaria de Il Melograno?

                      Per capirlo abbiamo visionato l’ultimo bilancio approvato e pubblicato, quello relativo all’esercizio 2021. Il fatturato, inteso come ricavi delle vendite, è stato di 18,6 milioni di euro, in flessione del 13,5% rispetto ai 21,5 milioni del 2020. I costi della produzione sono stati invece di 21,1 milioni di euro nel 2021 e di 24,7 milioni l’anno prima. Negativi quindi i risultati economici: margine operativo lordo negativo per 2,27 milioni di euro nel 2021, in miglioramento comunque rispetto al rosso di 2,98 milioni del 2020; risultato netto in perdita di 696 mila euro nel 2021, anche in questo caso in miglioramento rispetto al rosso di 1,37 milioni di euro nel 2020. Rilevante infine l’entità del debito: 25,4 milioni di euro al 31 dicembre 2021, di cui 16,9 milioni verso le banche e 7,5 milioni verso i fornitori.

                      Così riporta la relazione sulla gestione, contenuta nel bilancio di esercizio 2021: “Dopo anni di crescita, il comparto della quarta gamma ha assistito nel corso del 2020 a un’eccezionale flessione delle vendite, complici le restrizioni dettate dalla pandemia. La diffusione della pandemia ha influito sulle abitudini dei consumatori (…) L’azienda si è impegnata considerevolmente per garantire costantemente gli approvvigionamenti dei prodotti nei punti vendita, consapevole del ruolo indispensabile della filiera agroalimentare. (…) La direzione aziendale si è concentrata sul riequilibrio dell’attività e l’ottimizzazione dei costi. (…) La società, vantando rapporti consolidati con i clienti, è in grado e potrà riaffermare la propria posizione di leadership garantendo i tradizionali elevati standard su tutta la filiera fino al consumatore finale”.

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