di Eugenio Felice
Un successo ben sopra le aspettative, con una presenza di visitatori stranieri sorprendente, provenienti da ogni parte del mondo, dal Nord America all’Asia, dall’Europa dell’Est al Medio Oriente, dal Sud America al Nord Europa. 18 mila visitatori per 420 espositori e una superficie di 25 mila metri quadrati. Persino i giapponesi non sono mancati, come se fossimo in piazza San Marco o al Colosseo. Tre giorni full, con i due padiglioni di Fiera Bolzano ancora pieni alle 18.00 di sabato, giorno di chiusura. Un caso più unico che raro, considerando che solitamente il terzo giorno si lavora solo la mattina.
Le ragioni del successo sono molteplici. La cadenza biennale. Un congresso internazionale che ha affrontato temi di interesse. La posizione, nel cuore del distretto melico più avanzato del mondo. La proposta espositiva, con tutte le novità relative alla mela, dalle nuove varietà, comprese alcune polpa rossa, fino alle tecnologie per la conservazione e il confezionamento. La specializzazione, che poi è l’elemento più importante, su una delle colture più importanti a livello internazionale. Sostanzialmente chiunque fosse interessato al tema della mela, a partire dai frutticoltori, non può non aver fatto visita a Interpoma. E in Trentino Alto Adige, di melicoltori, ce sono più di 10 mila.
È quasi incredibile che si parli tanto di Fruit Logistica e Fruit Attraction, ritenendo che buona parte del loro successo sia legato alla posizione facilmente raggiungibile – parliamo di due grandi capitali europee – per poi constatare che una città scomoda come Bolzano, senza nemmeno un aeroporto degno di questo nome, possa ospitare una fiera di tale successo. Più della posizione vincono allora i contenuti, nel caso di Interpoma la specializzazione su una sola coltura, la mela.
Torniamo quindi alla guerra tra Rimini, Milano e Verona. Se il loro obiettivo è quello di emulare Fruit Logistica e Fruit Attraction, proponendo una fiera in cui i buyer internazionali incontrano i fornitori di ortofrutta, la nostra opinione è che difficilmente potranno funzionare. E il motivo è semplice: due fiere annuali di questo genere in Europa, una a febbraio e una a ottobre, sono più che sufficienti. La Spagna ancora una volta è stata più brava di noi. In questo contesto Verona, con Fruit Gourmet Expo, sembra avere un vantaggio, se non altro perché offre una formula originale. Non è detto però che sia sufficiente. Staremo a vedere…
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