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                      IV gamma: è ora di “fare il tagliando” alla legge che compie 10 anni

                      Esselunga
                      Esattamente dieci anni fa veniva approvata la Legge 77/2011 che norma il settore della IV Gamma. Una legge che pone l’Italia all’avanguardia in Europa e che ha permesso una crescita costante di tutto il settore nel decennio successivo: +14% la crescita dal 2011 al 2019. A 10 anni dalla sua approvazione, l’Unione Italiana Food pone l’attenzione sulla necessità di ammodernare questa legge per mantenerla al passo con le nuove esigenze di mercato e consumatori

                      Dalla Redazione

                      Esselunga IV gamma

                      IV gamma, parete frigo Esselunga di via Pietro Calvi (Milano)

                      Esattamente 10 anni fa veniva approvata la Legge 77/2011 che norma il settore della IV Gamma, un passaggio fondamentale in termini di sicurezza alimentare per tutto il comparto. Richiesta dalle stesse aziende del settore allo Stato, questa normativa – introducendo parametri chiari e stringenti per quanto riguarda le modalità di lavaggio, la catena del freddo e l’etichettatura – ha reso l’Italia un paese all’avanguardia in Europa e ha contribuito a creare fiducia nei consumatori.

                      In particolare, la novità principale normata dalla legge è stata la continuità della catena del freddo, ovvero l’obbligo di garantire una temperatura uniforme inferiore agli 8°C dal momento in cui il prodotto di IV gamma viene confezionato fino a quando viene acquistato dal consumatore finale. Altro punto fondamentale ha riguardato l’informazione al consumatore con l’introduzione di nuove indicazioni obbligatorie in etichetta, tra cui la dicitura “prodotto lavato e pronto al consumo/pronto da cuocere”. L’indicazione mira a rendere immediatamente riconoscibile il prodotto di IV gamma che non necessita di alcuna ulteriore attività ed è subito pronto all’uso, distinguendolo da altre tipologie di ortofrutticoli confezionati che richiedono invece ulteriori fasi di manipolazione, in particolare il lavaggio, prima dell’impiego o del consumo.

                      In questi 10 anni il settore, trainato dal suo valore aggiunto in termini di servizio fornito al cliente (un prodotto sano, pronto all’uso e senza scarto), è cresciuto costantemente passando da un fatturato di 770 milioni di euro a un picco di 877 milioni nel 2019 (+14%), per poi registrare una flessione solo temporanea a causa della pandemia nel 2020, mentre i primi dati del 2021 ci dicono che il trend positivo sembra ripreso – spiega Guido Conforti di Unione Italiana Food IV Gamma -. Anche la penetrazione nel mercato è cresciuta considerevolmente passando dai 15,8 milioni di famiglie acquirenti nel 2011 alle 20 milioni del 2019, con una crescita del +21%”.

                      “Siamo molto orgogliosi dell’altissimo livello di innovazione e valore aggiunto che le imprese del settore della IV gamma rappresentano. Per rimanere però al passo con l’evoluzione del mercato e con i cambiamenti nelle richieste dei consumatori è giunto il momento di “fare il tagliando” alla normativa – spiega Mario Piccialuti, direttore generale di UIF -. Noi riteniamo che sia ora necessario lavorare a un aggiornamento di tale normativa che vada nella direzione di un ulteriore miglioramento in termini di sicurezza e di chiarezza nei confronti del consumatore. Tra queste figura sicuramente un’ottimizzazione nella gestione della catena del freddo lungo tutta la filiera, con lo scopo di allungare la shelf-life del prodotto garantendone la piena sicurezza alimentare in termini microbiologici”.

                      “È, inoltre, necessario – continua Mario Piccialuti – intervenire sull’etichettatura, per rendere più trasparente e chiaro al consumatore il tipo di prodotto che sta acquistando, differenziando meglio fra i prodotti di IV gamma già lavati e pronti al consumo e prodotti che non lo sono, anche alla luce della evoluzione tecnica e commerciale in atto (si pensi al vertical farming, ndr). Per tutti questi motivi ci siamo fatti portavoce della richiesta presso il Mipaaf di aprire un tavolo di confronto tra le istituzioni e il mondo produttivo. Per la sua complessità dal punto di vista tecnico e per la forte integrazione tra tutti i livelli della filiera le modifiche dovranno quindi essere frutto di un confronto e di una visione d’insieme dell’intero settore che deve progredire per rimanere al passo con le nuove esigenze dei consumatori e del mercato”.

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