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                      Jentu: insalate made in Salento alla conquista dell’Europa

                      Pubblichiamo un’intervista realizzata da La Gazzetta del Mezzogiorno a Guglielmo Alessio, amministratore delegato di Agronomia, gruppo leader nella produzione di insalate di quarta gamma, con un fatturato di 31 milioni di euro e sedi in Lombardia, in Germania e in Israele

                      jentuUn brillante mare verde di scarole, lattughini, indivie, radicchi laddove un tempo rosseggiavano i corposi grappoli del Negroamaro. Ottanta ettari di campi coltivati ad arte, di cui quindici di serre ipertecnologiche israeliane e una fabbrica da cui l’anno scorso sono partite 1.700 tonnellate suddivise in otto milioni e 500mila buste di insalata, destinate ai supermercati di mezzo Stivale. Siamo a Guagnano, nella silenziosa contrada masseria Marini. La sterminata oasi orticola che si staglia dinanzi ai nostri occhi ha un nome prettamente salentino, «Jentu», ma tempra e cuore lombardi: quelli di Guglielmo Alessio, bergamasco doc, amministratore unico di «Agronomia».

                      « L’avventura di “Jentu” ha inizio nel 2006. Volevo sganciarmi dal distretto orticolo di Battipaglia per l’approvviggionamento della materia prima e decisi di venire a coltivare insalata giù nel leccese per la fabbrica di Bergamo», racconta mentre in auto (a piedi sarebbe un’impresa epica) ci guida nella sterminata tenuta. Il clima e i campi della Terra dei due mari si rivelano subito perfetti per coltivare, dodici mesi su dodici, «baby leaf» (insalate a foglia piccola, come valeriana e rucola), e «insalate adulte»: indivie, cicorie, lattughe. Certo, è una terra per certi aspetti vergine («ho dovuto formare ex novo le 80 persone che oggi lavorano per “Jentu”»), ma anche molto ricettiva («i salentini hanno voglia di imparare e sono dei gran lavoratori»), e con un tessuto sociale «pulito» («si parla di Sacra Corona Unita…io posso dire che in cinque anni nessuno mi ha mai chiesto nulla», allarga le braccia).

                      Il «fidanzamento» con il Tacco d’Italia dura tre anni. Poi nel 2009 la decisione di costruire qualcosa di più duraturo. «Mi sono chiesto: perché, oltre alla coltivazione, non realizzare proprio qui un’azienda modello e un vero distretto delle insalate?». Nascono così il marchio “Jentu” e la fabbrica per il prodotto destinato al mercato pugliese e a quello del Centro- Sud. Ogni giorno, dalle serre e dai campi dell’azienda confluiscono nell’opificio montagne di insalate che vengono lavate, sminuzzate, imbustate e poi spedite in centinaia di supermercati da Roma a Trapani.

                      Il business cresce e così attorno al «pianeta» Guagnano iniziano ad orbitare una decina di aziende rurali di Leverano, Taviano, Nardò, Lecce. «Fornitori che si sono riconvertiti dalla floricoltura o da altre coltivazioni e che nel tempo abbiamo fatto crescere con lo stesso modello di qualità di “Ag rononomia”», spiega Alessio. Il distretto (ne parliamo più specificamente accanto) oggi comprende 80 ettari, per una media di 30 tonnellate di insalata che ogni settimana dal Salento arriva a Bergamo per esser lavorata e poi destinata al mercato italiano e tedesco.

                      «La cosa interessante è il modello virtuoso creato, l’aver dato vita dal nulla, in appena un lustro, ad un distretto di qualità con un fatturato di 6milioni di euro e che nel 2014 dovrebbe sfiorare i 9 milioni», dice Giampietro Boschiroli, il giovane business development manager del gruppo bergamasco. Una realtà economica rigogliosa come le sue serre e i suoi campi, che cerca però di tenere ben ancorato il profitto al rispetto dei diritti dei lavoratori, alle garanzie di sicurezza e di salubrità del posto di lavoro, alla tutela contro lo sfruttamento dei minori. «Agronomia» e «Jentu» sono infatti tra le poche realtà agricole a poter vantare il bilancio sociale e la certificazione etica.

                      «Siamo un’azienda che non fa nero, che paga puntualmente tutti gli 80 dipendenti e con dei contratti regolari», insiste Alessio. L’azienda punta sempre più in alto e già in queste settimane si potrebbero concretizzare nuovi interessanti rapporti con grandi ipermercati italiani.

                      Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it