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                      Kiwi italiani da guinness: dopo un viaggio di 107 giorni la qualità è intatta!

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                      I kiwi da giunness della Adfruit di rientro da Taiwan

                      Un carico di kiwi verde, spedito a Taiwan in container refrigerato, è rientrato in Italia dopo 107 giorni di viaggio con il 99% della qualità che è rimasta inalterata rispetto alla partenza. Lo riferisce l’azienda veronese Adfruit con sede a Giacciano con Baruchella (RO), che suo malgrado raggiunge questo primato i cui meriti possono essere condivisi con tutta la filiera, dai coltivatori dei frutti – la qualità, si sa, parte dalla campagna – al magazzino di conservazione, lavorazione e confezionamento, alla società che ha fornito gli imballaggi in cartone fino allo spedizioniere e alla compagnia di navigazione. Senza dimenticare CSO Italy che ha avuto un ruolo determinante nell’assistere l’azienda guidata da Adelino Cordioli che così commenta: “Forse avremo perso negli ultimi tempi in competitività di prezzo rispetto agli altri produttori europei, ma per quanto riguarda la qualità dei frutti, lungo tutta la filiera, non siamo secondi a nessuno!”. Di seguito la nota stampa

                      Dalla Redazione

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                      I kiwi verdi da guinness dell’azienda Adfruit di rientro da Taiwan

                      Oltre tre mesi in un container e non sentirli. “Si, proprio cosi – scrive Adelino Cordioli, titolare dell’azienda Adfruit, in una nota stampa arrivata in redazione il 10 aprile –  la disavventura del nostro container carico di kiwi, che dopo essere partito il 10 dicembre 2020 dal nostro magazzino di Giacciano con Baruchella (Rovigo) con destinazione Taiwan, è tornato il 27 marzo 2021 al punto di partenza, ci ha riservato l’incredibile sorpresa di appurare che la qualità era al 99% inalterata rispetto alla partenza”.

                      Ma come mai è tornato indietro? Il container con il suo carico di kiwi, dopo un viaggio diretto a Taiwan di circa 40 giorni, è stato respinto dalle autorità taiwanesi per presenza di 0,01ppm (probabile effetto deriva) di Etofenprox, un fitofarmaco usato per difendere le piante e i loro frutti dalla cimice asiatica. “Da notare bene – sottolinea Adelino Cordioli – che, in sette anni circa che esportiamo molti kiwi a Taiwan, non abbiamo mai avuto alcun problema“.

                      L’Etofenprox, autorizzato con valori molto alti su altri frutti in Taiwan, purtroppo non è tollerato neanche come traccia sui kiwi. “Abbiamo provato a spiegare alle autorità taiwanesi che si trattava probabilmente di un effetto deriva – precisa Adelino Cordioli – visto il valore infinitesimale rilevato dall’analisi, ma non c’è stato verso. In Italia, usato per la lotta in emergenza alla cimice asiatica, è autorizzato con un limite di 1.00 ppm, quindi 100 volte superiore“.

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                      Adelino Cordioli, titolare della Adfruit di Giacciano con Baruchella (RO)

                      “Abbiamo anche informato prontamente la nostra associazione CSO Italy – continua Adelino Cordioli – la quale si è attivata immediatamente e nonostante non ci sia stato modo di cambiare le sorti, voglio evidenziare e ringraziarli pubblicamente, soprattutto nella persona di Simona Rubbi, per l’altissima professionalità dedicata alla nostra sventura, avendo attivato prontamente tutti i canali diplomatici possibili. Avendo provato tutte le opzioni percorribili e preso atto dell’impossibilità di entrare sul suolo taiwanese, abbiamo considerato che il container conteneva il 70% di kiwi di grande calibro e qualità premium, pertanto abbiamo deciso di far ritornare a casa il nostro container, del valore di quasi 50.000 dollari. Come se non bastasse, la prossimità del capodanno cinese ci ha fatto perdere ulteriori giorni, permettendoci di far ripartire il container dopo ulteriori 20 giorni, affrontando cosi ulteriori 40 giorni di viaggio per l’Italia ed arrivando al nostro magazzino dopo ben 3 mesi e mezzo, con un transit time totale di ben 107 giorni”.

                      La complicata parte logistica – spiega Adelino Cordioli – è stata curata dalla società DCS Tramaco, dove ripongo stima e che ringrazio per aver organizzato tutte le fasi del rientro e della parte documentale con professionalità e senza intoppi. Alla riapertura del container, con grande trepidazione mista a curiosità di vedere come fosse arrivata la merce, siamo rimasti scioccati ed increduli di come si fosse mantenuta la durezza e la sanità del prodotto, dopo un’eccezionale permanenza nel container, per un tempo eccezionalmente lungo”.

                      Il 99% dei kiwi – sottolinea Adelino Cordioli – era ancora della durezza di almeno 3 kg di pressione e solo l’1% dei frutti presentava un leggero avvizzimento e/o morbido. Come si può notare dalle foto, la merce ha superato questo infinito tragitto senza subire decadimento, dimostrando al contrario con un livello qualitativo altissimo. Tant’è, che parte del container, lo abbiamo caricato per un’altra destinazione che necessita di ulteriori 30 giorni. Ci teniamo a precisare che non abbiamo effettuato nessun trattamento post raccolta, utilizzando unicamente il freddo come conservante, e naturalmente alla base, la grande qualità italiana, nel caso specifico di origine veronese”.

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                      Il container da record con i kiwi verdi di Adfruit

                      Ringrazio – aggiunge il titolare di Adfruit – tutte le case produttrici di imballaggio di alta qualità italiane, in questo caso specifico DS Smith Packaging di Lana (BZ), per darci la possibilità di presentarci anche su lunghe distanze, con tenuta di rilievo, perché anche presentarsi con l’imballaggio in ordine, ha la sua grandissima importanza.

                      “Quanto sopra – conclude Adelino Cordioli – mi permette di dire che forse avremo perso negli ultimi tempi in competitività di prezzo rispetto agli altri produttori europei, ma per quanto riguarda la qualità lungo tutta la filiera, a partire dalla produzione, fino alla logistica, non siamo secondi a nessuno!

                      CSO Italy, per evitare che questo spiacevole inconveniente possa ripetersi in futuro, a danno delle nostre eccellenze, ha già attivata la procedura di import tolerance: i tempi per ottenerla non saranno brevi, ma intanto è stata avviata la pratica.

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                      I pallet di kiwi all’interno del container

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