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                      La canadese Couche-Tard vuole Carrefour. Sul piatto 16 miliardi

                      Il colosso canadese Couche-Tard ha sottoposto una lettera di intenti non vincolante a Carrefour per un’offerta d’acquisto del valore di 16 miliardi di euro. Dal valore di mercato di 12,5 miliardi di euro e con un debito netto di 15,8 miliardi, Carrefour ha confermato la notizia, avvisando che le discussioni sono in una fase molto preliminare. Nel frattempo, però, il ministro francese non ha accolto con piacere la notizia in quanto “Carrefour è il primo gruppo privato per occupazione, è un gruppo importante per la sicurezza alimentare francese e per il suo approvvigionamento. E con l’emergenza coronavirus abbiamo visto come questo comparto sia vitale”. E le borse ne hanno risentito

                      Dalla Redazione

                      Carrefour Couche Tard

                      “Carrefour è stato contattato, in via amichevole, dal gruppo Alimentation Couche-Tard, per un progetto combinato. Le discussioni sono molto preliminari”. Questa la dichiarazione che compare sul sito di Carrefour in merito all’offerta lanciata il 13 gennaio dalla canadese Couche-Tard per acquisire l’insegna francese per 16 miliardi di euro.

                      Couche-Tard è il colosso canadese con sede a Montreal in Québec che vanta una rete di 14.200 punti di vendita di cui 9.200 in America, fra supermercati di prossimità e stazioni di servizio stradali. In Europa, Couche-Tard possiede l’insegna di carburanti Circle K, presente in Scandinavia, Polonia, Paesi Balcanici e Russia. Il suo fatturato mondiale espresso in dollari Usa, supera, nel preconsuntivo 2020, i 54 miliardi, circa 45 miliardi di euro. Il gruppo canadese ha così sottoposto una lettera di intenti non vincolante a Carrefour. L’offerta, di circa 20 euro per ogni azioni Carrefour, sarebbe prevalentemente in cash. Nel 2017 CoucheTard aveva acquisto il gruppo Usa Cst Brands per 4,4 miliardi di dollari, mentre nel 2020 ha cercato di acquisire, senza successo, due importanti catene di distribuzione carburanti, ossia l’australiana Caltex (gruppo Chevron) e la statunitense Speedway.

                      La francese Carreofur, invece, con i suoi 12.300 negozi in diversi formati (minimarket, ipermercati, ecc.) in una trentina di Paesi, ha raggiunto nel 2019 gli 80 miliardi di euro di fatturato. Più della metà del fatturato di Carrefour è stata generata al di fuori della Francia, riporta il Sole 24Ore. Il gruppo è, infatti, presente principalmente in Europa, Asia e America Latina. Ha un valore di mercato di 12,5 miliardi di euro e un debito netto di 15,8 miliardi di euro. Inoltre, con i suoi circa 320 mila addetti, Carrefour è il più grande datore di lavoro privato francese. Dato rimarcato dal ministro dell’economia Bruno Le Maire, che parlando a una tv francese si è dichiarato: “A priori non favorevole a questa operazione”. Infatti, come  riporta il Corriere della Sera, “Carrefour è il primo gruppo privato per occupazione, è un gruppo importante per la sicurezza alimentare francese e per il suo approvvigionamento. E con l’emergenza coronavirus  – prosegue il ministro – abbiamo visto come questo comparto sia vitale, come sia importante la salvaguardia dei beni essenziali. In palio c’è la sovranità alimentare dei francesi – conclude,  citando il possibile utilizzo del sul controllo degli investimenti stranieri in Francia -. Con questo provvedimento possiamo dare il consenso o meno ad accordi di questo tipo. E come ho detto, a priori non sono favorevole a questa operazione. Anche il settore della distribuzione alimentare è stato inserito nei settori strategici”.

                      E le borse ne hanno risentito. Come riporta l’Ansa, dopo il 13% raggiunto dal titolo Carrefour sull’annuncio delle trattative tra i due gruppi, il 14 gennaio il titolo segna un calo del 7,24% a 16,27 euro, proprio a causa del parere negativo del ministro dell’economia francese Bruno Le Maire.

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