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                      L’eredità di Caprotti. Ai figli di primo letto va almeno il 33% di Esselunga

                      Venerdì 30 settembre si è spento Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga. Avrebbe compiuto 91 anni il 7 ottobre. Solo il 12 settembre era stato dato mandato a Citigroup per valutare le manifestazioni di interesse avanzate da alcuni fondi di private equity (CVC e Blackstone) e trovare eventuali nuovi acquirenti, per il gruppo che viene valutato, immobili compresi, circa 6 miliardi di euro. Ora però la decisione sul futuro di Esselunga andrà alla nuova proprietà, che per il 75% sarà costituita dagli eredi legittimi

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      caprotti va in pensione

                      Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga, si è spento all’età di 90 anni a Milano

                      È morto Bernardo Caprotti. Era ricoverato presso la Casa di Cura Capitanio, a Milano. Il patron di Esselunga avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 7 ottobre. Nato in una famiglia di industriali tessili, nel 1957 (insieme ai fratelli) è stato tra i soci italiani della Supermarkets Italiani Spa, fondata dalla International Basic Economy Corporation di Nelson Rockefeller. Era l’inizio della catena di supermercati diffusi in tutto il Nord e Centro Italia. Grande innovatore, Caprotti è stato l’anima della catena di supermercati arrivata ad avere oltre 22 mila lavoratori, 150 punti vendita e 7,3 miliardi di euro di fatturato. Dalle tessere a punti fino al lavoro su turni, Caprotti dalla sede centrale di Limito di Pioltello (Milano) aveva importato un modello di organizzazione e di vendita dagli Stati Uniti.

                       

                      Quale futuro avrà Esselunga? Questa è la domanda che molti si fanno ora. Perché qualunque cosa ci sia scritta nel testamento, agli eredi andrà il 75 per cento del patrimonio di Bernardo Caprotti. Da un lato, ci sono l’ultima moglie, Giuliana Albera, e sua figlia, Marina Sylvia. Dall’altro i due figli di primo letto, avuti con Giorgina Venosta, ossia Giuseppe e Violetta. Le quote della legittima sono certe. Alla moglie andrà per lo meno il 25 per cento, i figli si suddivideranno il 50 per cento dell’eredità. In pratica a Giuseppe e a Violetta andrà il 16,66 per cento, lo stesso a Marina. Che, insieme con la madre, avrà in partenza il 41,66 per cento. Resta da capire a chi andrà la parte disponibile del 25 per cento, oggetto del testamento che Caprotti ha depositato presso il notaio di fiducia, Carlo Marchetti.

                       

                      E una volta aperto il testamento, potrebbe anche aprirsi una nuova battaglia giudiziaria. Con la quota legittima, Giuseppe e Violetta, insieme avranno il 33 per cento e potrebbero avere un diritto di veto sulle decisioni cruciali, come la cessione di Esselunga. I potenziali compratori dovranno avere pazienza. Il testamento potrebbe rivelare qualche sorpresa, dato che Caprotti senior è stato per diversi anni in lite in Tribunale con i figli di primo letto Giuseppe e Violetta per il controllo del gruppo. Con la morte del padre ora resta da capire se Giuseppe, in azienda fino al 2004, e Violetta (che venerdì era stretta al padre sul letto di morte), saranno favorevoli alla dismissione della catena. Nulla vieta quindi che la proprietà alla fine possa restare nelle mani della famiglia.

                       

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