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                      L’alga spirulina si produce nell’ex miniera in Sardegna

                      Attraverso tubi di vetro che si snodano all’interno dei corridoi scavati nella miniera, e l’utilizzo di acqua calda risalente dalle falde, cresce l’alga spirulina: il superfood dalle numerose proprietà benefiche conosciuta già al tempo delle popolazioni precolombiane. Succede nel sud della Sardegna, nel Sulcis-Iglesiente alle porte di Nuraxi Figus, all’interno dell’ultima miniera di carbone (attività terminata nel 2019) gestita dalla Carbosulcis. Il progetto, cui ha collaborato l’università di Cagliari, si inserisce all’interno di una riconversione green della miniera in vista dell’economia del futuro: circolare e sostenibile. Un programma complessivo da 40 milioni di euro che prevede anche lo sviluppo di energie rinnovabili, idrogeno, e lo studio della materia oscura. Progetto che si propone come un faro d’innovazione per tutta Italia

                      Dalla Redazione

                      spirulina miniera

                      Copyright: Vistanet.it / Cagliari)

                      Una miniera per le alghe spiruline, letteralmente. Stiamo parlando della miniera di Monte Sinni, alle porte di Nuraxi Figus nel Sulcis-Iglesiente (nel sud della Sardegna) e gestita dalla Carbosulcis, azienda controllata dall’assessorato regionale all’Industria. Questa è stata l’ultima miniera di carbone ancora attiva in Italia, attiva fino al 2019, anno un cui è cessata l’attività estrattiva, nonostante le riserve di carbone per un miliardo e mezzo di tonnellate pari a cento anni di attività.

                      La miniera però avrà nuova vita. Dopo anni di studi, analisi e progetti, la miniera gestita dalla Carbosulcis abbandona il carbone e si riconverte per dedicarsi all’economia del futuro: circolare e sostenibile. Per farlo sono previsti investimenti da 40 milioni di euro – sottolinea il Sole 24 Ore – volti a far funzionare le infrastrutture presenti: dalle gallerie lunghe trenta chilometri ai pozzi profondi mezzo chilometro (fino a raggiungere i 400 m sotto il livello del mare). Investimenti che utilizzeranno occasioni come il Just transition fund e il Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Quattro i macro indirizzi in cui verranno canalizzati gli investimenti: idrogeno, energie rinnovabili, gas rari e  poi ancora compost e alga spirulina.

                      Famose le proprietà della spirulina: conosciuta già dagli Atzechi e ora di moda anche in Europa e in Italia, è un super food ottimo per la cosmesi, per la realizzazione di integratori e utilizzata anche in cucina. “Si tratta di un elemento dall’elevato potere nutrizionale – chiarisce Piero Addis, docente di ecologia all’università di Cagliari e responsabile del progetto scientifico a Il Sole 24 Ore – che non ha grassi e contiene proteine carboidrati, micro elementi e vitamine utili per il nostro metabolismo, oltre che pigmenti in misura superiore rispetto ad altri”. Prodotta principalmente in Cina, vede quindi grandi potenzialità di sviluppo in Italia e in Europa.

                      Alga spirulina

                      Alga spirulina in polvere, utilizzata spesso per produrre integratori

                      Ma come può cresce un’alga all’interno di una miniera? Il progetto dal brevetto depositato e che vede la collaborazione dell’università di Cagliari (attraverso il Crea, il centro per la creazione dell’imprenditorialità dell’ateneo diretto da Maria Chiara di Guardo) con la società mineraria Carbosulcis, vede utilizzare l’acqua a più di trenta gradi che risale la falda acquifera della miniera, che viene incanalata in un impianto fatto di tubi in vetro nella quale nasce e cresce l’alga spirulina, la quale, grazie a un “fotobioreattore”, fa sviluppare appunto l’alga spirulina. Questo dispositivo – avviato qualche anno fa e ora nelle ultime fasi di test – consente di utilizzare il calore dell’acqua della miniera in modo da garantire un ciclo di produzione 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, all’aperto e senza l’utilizzo di coperture. L’investimento iniziale è stato finanziato dalla Regione attraverso l’assessorato della Programmazione con 140 mila euro e, come spiegano i quotidiani locali, la regione sta mettendo in campo ulteriori finanziamenti per passare alla seconda fase operativa progettuale “Spirulina 2.0”. L’alga, una volta estratta, viene messa a essiccare per poi essere lavorata per la realizzazione di integratori,  prodotti cosmetici e coloranti naturali grazie al suo colore verde azzurro. A fare la differenza non solo le quantità che possono essere prodotte ma anche e soprattutto l’aspetto qualitativo visto che l’alga viene prodotta in un ambiente completamente sigillato, privo di elementi inquinanti.

                      Non solo alga spirulina: in programma, ancora in fase embrionale, troviamo la realizzazione un Hub energetico con la produzione in superficie da fonti rinnovabili di 35 MWp (fotovoltaico e eolico), un potenziale stoccaggio in sottosuolo di almeno altrettanta potenza e la gestione intelligente per smart greed. Parallelamente il progetto ARIA che sfrutta l’infrastruttura dei pozzi: lungo la verticale di uno dei pozzi, denominato Seruci Uno, sarà sistemato un impianto simile a un alambicco lungo 350 metri. All’interno, con un processo di distillazione criogenica (identico a quello per la produzione della grappa) si potranno ricavare i gas rari: dall’isotopo stabile argon 40 all’ossigeno 18. L’argon 40 permetterà inoltre lo sviluppo di un’innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura.

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