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                      Lidl, sciopero lavoratori blocca piattaforme di Somaglia (LO) e Biandrate (NO)

                      Lidl-Italia-sciopero-Somaglia-Biandrate

                      Lidl Italia, il polo logistico di Somaglia (LO)

                      Due piattaforme di Lidl nel Nordovest sono state bloccate a causa dello sciopero di un manipolo di lavoratori, aderenti al sindacato Si Cobas. Si tratta delle piattaforme di Somaglia (Lodi) e di Biandrate (Novara). Il blocco è iniziato a Somaglia la mattina di martedì 3 maggio ed è terminato nella serata di giovedì 5 maggio. A Biandrate il blocco c’è stato nella giornata di venerdì 6 maggio. Poco più di un anno fa, proprio a Biandrate, era morto un lavoratore, il 37enne Adil Belakhdim, rappresentante dei Si Cobas, travolto da un camion mentre stava protestando. Nel periodo di blocco, i camion sono stati dirottati su altre piattaforme di Lidl Italia o sono stati fatti tornare nei magazzini dei fornitori. Si Cobas, che ha una rappresentanza estremamente bassa sul totale lavoratori delle due piattaforme in questione, denuncia condizioni di lavoro “terribili” ed episodi di “caporalato”. Lidl Italia: “Rigettiamo le accuse, blocco dei camion illegale”

                      Dalla Redazione (aggiornato il 7 maggio, ore 6.30)

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                      Lidl Italia, il polo logistico di Somaglia (LO)

                      Le piattaforme di Lidl Italia di Somaglia (Lodi) e Biandrate (Novara) sono state bloccate a causa dello sciopero di un manipolo di lavoratori aderenti al sindacato Si Cobas. Da martedì 3 maggio alla serata di giovedì 5 maggio i camion non sono riesciti a entrare nella piattaforma di Somaglia, che rifornisce la rete vendita di Lidl a Milano e in altre province lombarde. Il blocco nella piattaforma di Biandrate è scattato invece il 6 maggio ed è terminato lo stesso giorno. A Biandrate lo scorso giugno un lavoratore, il 37enne Adil Belakhdim, padre di due figli e coordinatore interregionale dei Si Cobas era morto travolto da un camion mentre stava protestando, anche allora infatti era in corso uno sciopero dei Si Cobas.

                      Molti fornitori hanno saputo dei blocchi direttamente dagli autisti, cui prima è stato chiesto di dormire sui camion fuori dalla piattaforma, poi all’indomani sono stati dirottati verso altre piattaforme di Lidl Italia o verso i magazzini da cui erano partiti. Questo ha riguardato anche le forniture di ortofrutta, merce a veloce deperibilità. “Con noi Lidl Italia è molto esigente – ci ha riferito un fornitore – ci chiede numerose certificazioni, sempre più stringenti, in merito alla salubrità dei prodotti, all’impatto ambientale delle produzioni, alle condizioni di lavoro nei campi e all’interno dei nostri magazzini. I fatti di questi giorni appaiono paradossali: ci viene chiesto di essere campioni di virtuosismo, ma poi dei loro lavoratori lamentano condizioni terribili e caporalato”.

                      Chiediamo l’applicazione del contratto trasporti e logistica – si legge in una nota del sindacato Si Cobas con riferimento alle proteste di Somaglia e Biandrate – e non quello del commercio. Inoltre vorremmo che i dipendenti avessero una pausa retribuita magari con un buono pasto, che la malattia venga pagata al 100%, che i dipendenti abbiano diritto alle ferie e che smettano di esserci discriminazioni e repressioni nel magazzino”. Ancora: “Tutti i lavoratori assunti dalla Lidl hanno un contratto part-time però effettuano sempre più di otto ore e sono obbligati a fare gli straordinari. Se si rifiutano di farli, vengono sanzionati”. Infine: “Il modo in cui veniamo trattati all’interno del magazzino è terribile. Inoltre vige il caporalato”.

                      LA REPLICA DI LIDL ITALIA

                      Abbiamo ricevuto una comunicazione da Lidl Italia sui blocchi di Somaglia e Biandrate, che di seguito riportiamo integralmente: “L’azienda condanna fermamente, sia nel merito che nel metodo, i picchetti organizzati di fronte ai propri centri logistici di Biandrate (NO) e Somaglia (LO) da SI Cobas, in quanto il blocco dei camion in entrata e uscita attuato è illegittimo, illegale e ha impedito il regolare funzionamento di entrambe le piattaforme. Più in generale, Lidl rigetta con forza le accuse mosse da tale associazione, che non è firmataria dei contratti collettivi applicati dalla Società, non è riconosciuta e non è rappresentativa in azienda, come peraltro dimostrato dalla scarsa partecipazione dei dipendenti al presidio organizzato”.

                      Riguardo alle dichiarazioni riportate nell’articolo da parte del fornitore – continua ancora la nota di Lidl Italia – l’azienda invita lo stesso a visitare qualunque punto vendita, centro logistico o ufficio dell’azienda per verificare di persona le condizioni di lavoro dei dipendenti e il clima“. “L’azienda – conclude la nota di Lidl Italia – conferma infine l’applicazione e il rispetto di un contratto leader nel proprio settore, ovvero il contratto collettivo della distribuzione moderna organizzata, sottoscritto da Federdistribuzione e le organizzazioni sindacali confederali con le quali, da sempre, ha un approccio orientato al dialogo e al confronto reciproco, a livello territoriale e nazionale”.

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