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                      L’insalata in busta non arriva a scadenza? Agorà Network risponde

                      Un lettore de Il Fatto Alimentare lamenta l’acquisto di un’insalata iceberg pronta al consumo – ma, aggiunge, non è un caso isolato – la cui shelf life non corrispondeva alle informazioni riportate sulla confezione. Aperta infatti tre giorni prima della scadenza indicata nella busta, è risultata “già maleodorante, con diverse parti di colore scuro”, praticamente immangiabile. L’insalata è stata acquistata in un punto vendita Tigros di Dairago (Milano) ed era della private label Primia. Il gruppo Agorà Network risponde al reclamo

                      Dalla Redazione

                      insalata in busta deperita ©FM

                      A chi non è mai capitato di aprire un’insalata in busta già deperita? (copyright: Fm)

                      Luglio 2023 passerà nella storia per il caldo eccezionale che ha investito la nostra Penisola, causando particolari problemi all’ortofrutta, non solo quella in campo, anche quella in fase di distribuzione. Nello specifico, parlando di insalate di quarta gamma, si solleva la questione della frigoconservazione e del giusto mantenimento della catena del freddo: se qualcosa non va lungo la filiera, può capitare che la data di scadenza indicata sulla busta non rispecchi la reale shelf life del prodotto, più deperibile rispetto a quanto riportato in confezione?

                      A quanto pare sì. A segnalare questo problema è un lettore de Il Fatto Alimentare, che in una lettera al web magazine racconta la sua cattiva esperienza avvenuta con l’insalata iceberg pronta al consumo acquistata in un punto vendita Tigros di Dairago (Milano) a marchio Primia, la private label dell’insegna socia del gruppo Agorà Network. L’utente, che si dice abituale consumatore di questa referenza in busta, lamenta il “grave deperimento del prodotto” dopo l’acquisto, “con largo anticipo rispetto alla scadenza indicata sulla confezione”. In particolare parla di insalata aperta per il consumo tre giorni prima della scadenza indicata sulla busta e già “maleodorante, con diverse parti di colore scuro, immangiabile”. Secondo l’utente si tratta di una mancanza di rispetto nei confronti del consumatore lasciare in commercio prodotti – a quanto pare – deperibili più velocemente del previsto, senza parlare della perdita in termini economici e di spreco alimentare.

                      Inoltre presume che il caso non sia isolato e fa notare – anche se, dice, non era il caso dell’episodio in questione – che “spesso, lungo il margine termosigillato del sacchetto, rimangono residui di insalata che vanificano l’effetto ‘ermetico’ della sigillatura stessa, con conseguente rapido deperimento del contenuto”.

                      Il servizio qualità di Agorà Network risponde prontamente alla lettera del lettore de Il Fatto Alimentare, rassicurando innanzitutto sulla “sicurezza dell’alimento oggetto della segnalazione, atteso che la condizione fisica che mostra non rappresenta un pericolo per la salute”. “La questione – replica il gruppo in una nota pubblicata dal web magazine – è dovuta alla anomala variabilità climatica di questo periodo (luglio, ndr), che può sottoporre i prodotti ortofrutticoli a uno stress particolare e repentino che li modifica, pur a fronte della loro breve shelf life e delle condizioni di conservazione garantite in ogni fase, così come la catena del freddo”. “Abbiamo naturalmente predisposto i controlli più adeguati a fronte di questa situazione – continua Agorà Network -, a questi fini allineandoci anche alle associazioni di categoria, e gli alimenti sono sempre verificati sia in sede di preparazione che in sede di distribuzione, per assicurarne la conformità e le condizioni organolettiche e fisiche migliori”.

                      “Per quanto riguarda le confezioni, può succedere che un frammento di foglia resti “pinzato” nella saldatura – prosegue la nota di replica -, ma questo non comporta necessariamente la perdita di tenuta del sacchetto sia per la pressione della saldatura sia per le dimensioni dei frammenti di foglia. Inoltre, l’alimento è confezionato in atmosfera modificata, e quindi è protetto da contaminazioni esterne e da una eventuale ossidazione. Per quanto riguarda la durabilità dell’alimento, stiamo tutti lavorando per affrontare al meglio un momento così particolare. In ogni caso, è ora nostra premura prenderci cura del consumatore fornendogli la dovuta attenzione a fronte dello specifico episodio”.

                      Risposta soddisfacente? Per il lettore non proprio. “Continua a non essermi chiaro – dice – perché alimenti che si mette in conto possano deperire prima del ‘normale’ continuino ad avere date di scadenza non coerenti”.

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