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                      Lorenzini, “stagione record per la qualità del melone”. Prezzi in ripresa

                      Lorenzini Naturamica di Sermide (Mn), pioniera dell’etichettatura laser dei meloni e delle angurie, entra nel vivo della campagna estiva con un ritrovato ottimismo. “Se il mercato fino alla scorsa settimana è stato saturo, ora l’offerta sta diminuendo e i prezzi sono in ripresa”, racconta Cristiano Lorenzini, responsabile dell’azienda di famiglia, che nell’ormai lontano 1997 per prima ha adottato un analizzatore laser unico al mondo, che permette di misurare la consistenza della polpa dei meloni e di rilevarne il tenore zuccherino, per selezionare quindi solo il prodotto che va dai 14 gradi brix in sù. “Quest’anno, grazie al caldo, il prodotto premium è l’80%, un record”, rivela. Vivace fin da subito, invece, il mercato delle angurie.

                      di Carlotta Benini

                      Lorenzini Naturamica

                      Cristiano Lorenzini (il terzo da destra) insieme a tutta la famiglia in azienda

                      Con il loro sistema di tracciabilità sono stati gli antesignani del QR code e della blockchain, si potrebbe dire. Hanno infatti lanciato, già nel lontano Duemila, una marchiatura dei meloni e delle angurie (e anche delle zucche) che ancora oggi è un unicum a livello internazionale. “Tant’è che ci sono alcune aziende che stanno tentando di copiare il nostro sistema. Ma si tratta di certificazioni di lotto, non di frutto”. Ci tiene a precisarlo Cristiano Lorenzini che l’etichettatura laser frutto per frutto, con un codice univoco che contiene “la carta di identità del prodotto”, è un’esclusiva dell’azienda di famiglia. La Lorenzini Naturamica di Sermide (Mantova), specializzata in cucurbitacee e anche in pomodori datterini, oggi è una realtà che aggrega 15 soci e 600 ettari tra il mantovano (380 ettari) e la Sicilia (220 ettari), regione in cui 25 anni fa l’azienda ha investito per avere una produzione costante, 12 mesi all’anno.

                      Pioniera della tecnologia laser, nel 1997 ha introdotto nelle sue linee di lavorazione anche un macchinario unico al mondo – chiamato analizzatore laser – che permette di misurare la consistenza della polpa dei meloni e di rilevarne il tenore zuccherino, per selezionare quindi solo il prodotto che va dai 14 gradi brix in sù. La qualità interna di ogni melone, quindi, viene rilevata e resa tracciabile attraverso un codice alfanumerico che, insieme alla firma Lorenzini (è quella originale del capostipite dell’azienda), viene marchiato su ogni singolo frutto. Lo stesso sistema di etichettatura eco-friendly viene utilizzato anche sulle angurie e sulle zucche. Inserendo il codice impresso su ogni frutto sul sito dell’azienda, nell’area dedicata, il consumatore può avere in un istante l’identikit del prodotto acquistato, con data e luogo di raccolta e grado zuccherino del frutto.

                      Lorenzini Naturamica melone

                      Il melone è la punta di diamante della Lorenzini, che negli ultimi anni ha investito sempre di più su tipologie come Dolcitaly o Jollino , “che vanno incontro ai nuovi trend di un mercato in cui, negli ultimi cinque anni, vanno sempre più affermandosi le tipologie a buccia liscia, specie nel mantovano”, rivela Cristiano Lorenzini. “Quest’anno la stagione dei meloni è partita abbastanza ‘allegramente’, sia per quanto riguarda i volumi che i prezzi – continua il responsabile aziendale a proposito della campagna estiva in corso -. Poi purtroppo c’è stata una battuta d’arresto, dovuta al forte caldo di maggio e alla concentrazione dei trapianti, con una saturazione del mercato e un conseguente crollo dei prezzi. Le quotazioni fino alla settimana scorsa erano preoccupanti, oggi si stanno assestando su valori ancora medio-bassi, ma che comunque fanno sperare in una ripresa”. Anche perché, vista la maturazione concentrata, nelle prossime settimane si prevede mancanza di prodotto. Complessivamente l’azienda conta di commercializzare 50 mila quintali di melone premium, ovvero sopra i 14 gradi brix.

                      “Quest’anno la percentuale di prodotto di prima scelta è elevatissima, arriviamo all’80%, un record – prosegue Lorenzini -. Il forte caldo, infatti, è stato positivo per lo sviluppo di frutti salubri, poco soggetti all’attacco di insetti e patogeni, e di qualità eccelsa, con un tenore zuccherino elevatissimo. Inoltre ci ha permesso di ridurre al minimo gli interventi chimici, a beneficio dell’ambiente e anche del consumatore”.

                      Lorenzini Naturamica anguria

                      Le temperature sopra la media degli ultimi mesi sono state positive anche per i consumi delle angurie, “che hanno visto fin da subito un mercato vivace e prezzi soddisfacenti”, rivela il responsabile della Lorenzini Naturamica, che produce e commercializza il cocomero tradizionale, tipologia tonda e allungata, e la mini anguria. “Entrambe le varietà sono con semi – spiega -: l’anguria allungata va molto in Gdo, ideale per la vendita a fette, quella mini è nel formato anti spreco, pensata per i nuclei famigliari più ristretti… o per i single (aggiunge scherzoso)”. Sui quantitativi complessivi ancora è presto per fare una stima esatta, ma, assicura Lorenzini, “se l’andamento stagionale resterà questo, avremo una buona produttività”.

                      L’azienda di Sermide commercializza i suoi prodotti estivi principalmente in Gdo, poi nei mercati ortofrutticoli e per il 18-20% all’estero, con destinazione Francia, Inghilterra, Svizzera e Dubai. “La nostra presenza in Gdo è cresciuta molto negli ultimi dieci anni – spiega Lorenzini -. Oggi il 40-50% del nostro prodotto finisce sui banchi di alcune principali insegne nazionali che hanno trovato spazi per valorizzare il prodotto di fascia alta”.

                      Nata negli anni Settanta, Lorenzini Naturamica – come suggerisce il nome – è stata pioniera anche in fatto di investimenti green. Il grande impianto fotovoltaico presente sullo stabilimento e il riscaldamento delle serre a cippato di legna hanno consentito all’azienda di risentire di meno dei forti rincari energetici che stanno mettendo a dura prova le imprese agricole. Per quanto riguarda invece l’altra emergenza in corso, la siccità, “abbiamo pratiche consolidate ormai da tempo che ci consentono il massimo risparmio idrico – conclude Lorenzini -, come la manichetta per l’irrigazione a goccia e l’utilizzo di pacciamatura biodegradabile che evita l’evaporazione e l’eccessiva essicazione del suolo”.

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