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                      L’orto urbano da Guinness alle porte di Milano: 50 ettari di ortofrutta bio

                      Un orto urbano da record a pochi minuti dalla fermata della metro di Bonola, nella periferia ovest di Milano, esteso per oltre 500 mila metri quadri (che potrebbero diventare il doppio, raggiungendo quota 100 ettari). In coltivazione frutta e verdura di qualità e a chilometro zero, esclusivamente biologiche, e anche cereali e foraggio. È il maxi progetto da Guinness promosso dal Comune di Milano nell’ambito del piano di valorizzazione delle aree agricole di Trenno. In attesa del bando di gara c’è già un disegno ambizioso pronto per essere realizzato, ideato dal Centro di forestazione urbana

                      Dalla Redazione

                      orto urbano Milano

                      Orti urbani sui tetti dei palazzi e dei supermercati (leggi qui), vertical farming, coltivazioni biologiche e a chilometro zero nel cuore dei grandi centri metropolitani: l’idea non è nuova, sta prendendo piede già da anni all’estero, dove sono numerose le amministrazioni che hanno puntato sull’agricoltura urbana. Un caso iconico è quello di New York, dove nel 2010 è stato realizzato Brooklyn Grange, una rete di orti urbani realizzati sui tetti dei palazzi che si estende per oltre 6 mila metri quadrati e produce tonnellate di frutta e verdura, dando lavoro a centinaia di persone.

                      In Italia un’idea di questo tipo rappresenta una vera e propria rivoluzione e potrebbe prendere presto forma a Milano, grazie al progetto di valorizzazione delle aree agricole di Trenno, le cui linee guida sono state approvate i giorni scorsi dall’amministrazione comunale. Ci troviamo nella periferia occidentale della metropoli lombarda, in un’area compresa fra il parco di Trenno, l’abitato della frazione Trenno e Boscoincittà: qui si estendono 53 ettari di campi acquistati dal Comune nel 2019, parte a loro volta di un’area verde di 113 ettari un tempo di proprietà delle società immobiliari del gruppo Ligresti e passata poi di mano a Unipol e Unicredit.

                      Nel disegno del Comune di Milano c’è lo sviluppo di un sistema agricolo periurbano sostenibile che veda l’integrazione tra la vocazione produttiva agricola e la valorizzazione paesaggistica, ecologica e ambientale, come riporta il Corriere della Sera. Quello che è in progetto è un orto urbano di 500 mila metri quadrati a dieci minuti a piedi dalla fermata della metro di Bonola. Ettari che potrebbero diventare un milione se, come sottolinea il Corriere, si giungerà a un probabile accordo con gli attuali proprietari dei 50 ettari confinanti.

                      Sarebbe di fatto il più grande parco agricolo urbano del mondo: per dare un’idea della dimensione basti pensare che il sopracitato Brooklyn Grange, che ad oggi detiene il primato, misura 6.500 mq. Un orto da Guinness nel cuore di Milano, dove si coltiverebbero frutta e verdura biologica e a chilometro zero.

                      Il Comune di Milano aprirà un bando di gara per individuare il soggetto che dovrà realizzare l’operazione. Un progetto papabile c’è già, si chiama Terre di Città ed è stato ideato dal CFU, il Centro di forestazione urbana che ha realizzato il vicino Boscoincittà e lo gestisce. Riguarda tutti e 100 gli ettari, come rivela il Corriere della Sera, e prevede la conversione dell’attuale coltura tradizionale, prevalentemente a riso, in un sistema di agricoltura biologica. Con due aree: da una parte la coltivazione cerealicola e foraggera, per un’estensione di circa 80 ettari, dall’altra la coltivazione di tipo orto-floro-frutticola, per un’area di circa 16 ettari. I rimanenti 4-5 ettari sarebbero destinati all’incremento delle aree di natura integrate alle coltivazioni e al paesaggio.

                      Con questo progetto lo scopo di Terre in Città è quello di riqualificare l’area e renderla fruibile a tutti i cittadini, con la creazione di sentieri e piste ciclabili, allo stesso tempo promuovendo un’agricoltura di qualità, sostenibile biologica, a filiera controllata e cortissima, dando infine un incentivo all’occupazione giovanile.

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