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                      Mafia, sigilli alla Gamac e sequestro da 150 milioni per il re dei supermercati di Palermo

                      La guardia di finanza ha messo i sigilli alla società Gamac Group Srl che gestisce 13 supermarket a marchio Conad e Todis fra Palermo e provincia, cui fa capo Carmelo Lucchese, chiamato il “re dei supermercati” visto che, secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sulla base degli accertamenti svolti dal Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, Lucchese – pur essendo incensurato è da ritenere un imprenditore colluso con la criminalità organizzata – è cresciuto in modo esponenziale proprio grazie alla mafia: da impresa familiare che fatturava poco più di 22 milioni nel 2010 a realtà in forte sviluppo che nel 2019 è arrivata a fatturare oltre 80 milioni. Le attività commerciali continueranno a lavorare e saranno gestite da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale che avrà il compito di garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali per preservare i diritti dei lavoratori e dei fornitori

                      Dalla Redazione

                       
                      gamac lucchese mafia

                      Sequestrata la Gamac Group Srl che gestisce 13 supermercati a marchio Conad e Todis: 7 nella città di Palermo e gli altri fra Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese. A capo della società Carmelo Lucchese, “il re dei supermercati”. Il patrimonio di Lucchese, che ammonta a 150 milioni di euro, è stato così sequestrato dal tribunale di Palermo – sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo. Infatti, oltre al sequestro delle quote societarie della Gamac, affidata ora a un amministratore giudiziario, i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno posto i sigilli anche a 7 immobili di cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo; 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative; 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan. Un’operazione – denominata “Schiticchio” – che ha visto impegnati oltre 100 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo.

                      L’accusa principale riguarda la sua rete commerciale, cresciuta proprio grazie all’aiuto della mafia. In una logica di reciproco vantaggio – riporta Il Sole 24Ore -, l’imprenditore ha ripagato con ingenti somme di denaro gli esponenti mafiosi, assumendo anche loro familiari nei propri punti vendita, in segno di riconoscimento del loro intervento determinante in momenti cruciali nel percorso di espansione commerciale dell’attività imprenditoriale. Uno scambio continuo, quello tra Lucchese e i boss, che gli avrebbe consentito di crescere sulla concorrenza. Infatti, il Tribunale ha ritenuto ricorrenti gli elementi per ritenere Lucchese un soggetto socialmente pericoloso in quanto appartenente, anche se non partecipe, al sodalizio mafioso, vista la vicinanza con esponenti di Cosa Nostra, grazie alla quale – riporta Palermo Today – è riuscito ad espandersi nel settore, acquisendo ulteriori attività commerciali; ma anche a scoraggiare la concorrenza attraverso atti di danneggiamento; risolvere controversie sorte con alcuni soci ed evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, ancora, contrattare la ‘messa a posto’ con altre articolazioni palermitane di Cosa nostra, grazie alla mediazione mafiosa della locale famiglia.

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                      Carmelo Lucchese

                      Per la Procura, Lucchese è così il prototipo degli operatori economici che continuano ad arricchirsi all’ombra della mafia: “In coincidenza temporale con i più significativi interventi della mafia in favore della Gamac – spiegano gli investigatori – si è registrata una crescita esponenziale della società che si è trasformata da impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d’affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni nel 2019“. Nel 1998 fatturava 4,2 milioni, nel 2010 22,5 milioni.

                      Ma questa non è l’unica accusa: i militari sostengono che al tempo in cui i mafiosi di Bagheria cercavano un rifugio per Bernardo Provenzano, nell’ultimo periodo della sua latitanza, Lucchese avrebbe dato la disponibilità di un appartamento. “Anche se poi non venne dato”, avrebbe precisato il pentito Flamia.  “L’operazione di oggi – dice il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza – si inserisce nell’ambito di una precisa strategia investigativa sviluppata con la Procura di Palermo, per colpire l’organizzazione mafiosa e liberare l’economia legale dalle infiltrazioni criminali, a tutela degli imprenditori che, anche in questo difficile periodo, operano nel rispetto delle regole”.

                      I supermercati sequestrati a Lucchese a seguito dell’operazione Schiticchio – riporta Palermo Today – sono: Conad superstore, corso Finocchiaro Aprile 112, Palermo; Conad superstore, viale Michelangelo 2200, Palermo; Conad, via Argento 32/34, Palermo; Conad, via Sunseri 6/7, Palermo; Todis, via Re Federico 20, Palermo; Todis, via Capricorno 9, Palermo; Todis, corso Finocchiaro Aprile 195, Palermo; Conad superstore, strada statale 113, Carini; Conad, via Passo del Carretto 93, Bagheria; Conad, strada stata 121, Bolognetta; Conad, contrada Bassetto, San Cipirello; Todis, via Papa Giovanni XXIII, Bagheria; Todis, presso Centro Himera, contrada Tonnarella, Termini Imerese.  I supermercati sequestrati sono riconducibili a Elle Trust e Gamac Group, quest’ultima con sede primaria a Milano e sede secondaria a Palermo, in corso Finocchiaro Aprile 110. Le attività resteranno aperte e affidate a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale che avrà il compito di garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali per preservare i diritti dei lavoratori e dei fornitori.

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