Dalla Redazione
Una “primavera maledetta”, caratterizzata da pioggia, grandine e allagamenti, che ha devastato le coltivazioni e ridotto le disponibilità dei primi raccolti nel carrello della spesa. È questa l’ultima fotografia di un maggio anomalo, con temperature sotto la media, in cui la prospettiva è quella di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane. A dare l’allarme è Coldiretti, che sottolinea: “Con l’arrivo della nuova perturbazione gli agricoltori hanno corso contro il tempo per salvare il salvabile e portare i prodotti di stagione nei mercati di Campagna Amica di tutta Italia a partire da quello di Roma in via san Teodoro 74. Un’iniziativa per sostenere l’economia e l’occupazione locale, ma anche un aiuto agli stessi consumatori per tornare in forma con l’inizio dell’estate e non rinunciare ad alimenti importanti per la propria salute”.
La situazione peggiore si registra sulle ciliegie – spiega la Coldiretti – dove è andato distrutto oltre il 50% del prodotto in prima raccolta per effetto del maltempo che ha colpito le principali regioni produttrici, dalla Puglia all’Emilia Romagna alla Campania fino al Veneto. Ma pioggia e grandine non hanno risparmiato neppure le nespole in Sicilia o le pere, soprattutto sui territori veneti ed emiliani, dove si arriva a un calo fino al 70% per le varietà abate e kaiser. Gravi danni anche per albicocche buttate giù da grandine e pioggia e per le fragole, finite sott’acqua a causa degli allagamenti. I problemi interessano però anche i meloni in Lombardia e i cocomeri in fase di maturazione nel Lazio e in Puglia.
Assieme alla frutta si contano pesanti danni anche agli ortaggi, a partire da insalate e radicchi, senza dimenticare il fatto che il maltempo ha bloccato anche le attività di semina di prodotti come i piselli e quelle di trapianto dei pomodori. Nei campi allagati, ricorda la Coldiretti, è infatti impossibile entrare per effettuare le necessarie operazioni colturali, mentre dove si è già seminato i germogli e le piantine soffocano per la troppa acqua. “Una situazione che mette a rischio i redditi delle aziende agricole, i primati dell’Italia che vanta la leadership in Europa per la produzione di molti tipi di frutta e verdura e la stessa salute dei consumatori”.
“In queste condizioni – conclude Coldiretti – è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per Made in Italy prodotti importati. Ma per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti brutti ma buoni”.
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