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                      Mandragora scambiata per spinaci: più di 10 intossicati nel napoletano

                      Sono circa dieci i casi contati finora di intossicazione da Mandragora, pianta conosciuta sin dall’antichità per le sue proprietà allucinogene e potenzialmente fatali. È successo vicino a Pozzuoli, dove alcuni nuclei familiari distinti sono finiti all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Napoli) per sospetta intossicazione da mandragola. Un paziente è in prognosi riservata. Si presume quindi che la mandragora assunta dai pazienti sia stata acquistata sfusa in negozi della zona che l’avrebbero scambiata per spinaci, in quanto le foglie si somigliano molto. Nel frattempo alcune partite di verdura sono state sequestrate in via precauzionale, mentre sono in corso accertamenti di Asl e Carabinieri

                      Dalla Redazione

                      +++ aggiornato il 12 ottobre 2022 +++

                      +++ ultimo aggiornamento:  Intossicazioni alimentari, stramonio tra gli spinaci: non era la mandragora +++

                      Ai più, forse, la mandragora può far venire in mente la famosa saga fantasy di Hary Potter o l’omonimo capolavoro teatrale di Machiavelli. Fin dall’antichità questa pianta è nota per le sue proprietà “farmaceutiche”, in grado di provocare allucinazioni o avvelenamenti. Oggi è balzata alla cronaca perché ben dieci persone (di cui 4 residenti a Monte di Procida e una a Quarto) sono state ricoverate all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Napoli) per intossicazione. Una di queste è in prognosi riservata. Si tratta di persone provenienti da distinti nuclei familiari ma accomunate tutte dall’aver ingerito della verdura la cui sintomatologia è del tutto riconducibile alla mandragora, pianta che a quanto sembra è stata confusa con altre verdure a foglia che si somigliano, come spinaci o biete, probabilmente conservata e venduta sfusa, acquistata in diversi negozi nei comuni di Quarto e Monte di Procida.

                      Nel frattempo sono in corso accertamenti di Asl e Carabinieri, che hanno ritirato alcune partite di verdura a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto, in provincia di Napoli, per cercare di ripercorrere a ritroso la filiera di distribuzione per rintracciare i lotti verosimilmente a rischio di “contaminazione da mandragora” ed effettuare campionamenti e analisi. Da quanto accertato finora alcuni dei lotti sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Sa) e Avezzano (Aq). Come riporta Fanpage, si presume che le foglie di mandragora (forse vendute assieme a degli spinaci), sia stata comprata regolarmente nel mercato ortofrutticolo di Volla, dove era arrivata da un fornitore proveniente da fuori regione.

                      Largamente distribuita in tutto il Mediterraneo, tutte le parti della mandragora sono di fatto potenzialmente pericolose per la presenza di alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. Proprietà farmacologiche note fin dall’antichità e per questo veniva utilizzata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco (proprietà citata anche nella Bibbia), ma anche per le sue proprietà allucinogene. Sono noti anche ai giorni nostri numerosi casi di avvelenamento accidentale per la sua forte somiglianza ad altre piante comuni e commestibili, come alcuni tipi di lattuga, spinaci o biete, o per l’ingestione delle sue bacche, soprattutto da parte dei bambini. “La mandragola autunnale (Mandragora autumnalis) presenta un grado maggiore di tossicità rispetto alle altre mandragole” si legge sul profilo Facebook dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”.

                       

                      La mandragora appartiene alla famiglia delle solanacee, presenta fiori di un blu pallido, frutti gialli, foglie oblunghe ovali e radici spesse, carnose e presentano una peculiare biforcazione, che secondo le leggende assomigliano a volti umani e dove sono più concentrate le sostanze pericolose. Grazie anche alle proprietà anestetiche della pianta, le sue caratteristiche hanno portato a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari. Spesso evoca tempi lontani e favole di streghe e pozioni magiche: la letteratura non scientifica è ricca di leggende riguardanti la mandragora, come la capacità di emetter un urlo capace di rendere pazzo di lo ascolta quando viene strappata dal terreno.

                      I sintomi per intossicazioni leggere vanno dalla nausea al vomito, ma anche problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà a urinare; nei casi più gravi portano ad allucinazioni, delirio e tachicardia, fino a casi di morte per sospetto avvelenamento da mandragora. Di conseguenza è stata diramata l’allerta agli ospedali della zona per tutti quei pazienti che si potrebbero presentare al triage con sintomi simili ai pazienti ricoverati al Pozzuoli.

                       

                      L’appello del sindaco di Pozzuoli. “In attesa dei relativi chiarimenti – dice il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni – si raccomanda di evitare di acquistare e consumare verdure simili sfuse (spinaci, biete etc.). Siamo vicini ai cittadini intossicati e ai loro familiari e seguiamo, insieme alle forze dell’ordine ed alle autorità sanitarie, l’evolversi della situazione”.

                      mandragora

                      dal sito del Caan di Napoli

                      Come riportano alcuni quotidiani e una nota stampa del Caan, in poco tempo è stato individuato il “vettore” che ha regolarmente acquistato, da un produttore abruzzese, dei bancali di spinaci, a quanto pare contaminati dalla mandragora. Grazie alla collaborazione dello stesso operatore, le autorità sanitarie e giudiziarie hanno ricostruito la catena degli acquisti e hanno identificato e posto a sequestro i pallet di spinaci potenzialmente a rischio contaminazione da mandragora ancora presenti al Caan (centro agroalimentare di Napoli).

                      “I controlli incrociati, di documenti di trasporto, fatture di acquisto e vendita dei prodotti, hanno permesso di tracciare tutto il percorso effettuato dagli spinaci provenienti da Avezzano (AQ) – spiega il presidente Caan Carmine Giordano – e, dunque, di ritirare tempestivamente dal mercato tutti i quantitativi ancora in circolazione. Il fatto che non siano emersi ulteriori casi di intossicazione – prosegue Giordano – è indice che si sia trattato di un episodio circoscritto, immediatamente individuato e stanato”.

                      Gli accertamenti si sono conclusi martedì 11 ottobre: ci sono voluti due giorni per scandagliare, foglia per foglia, il contenuto delle 152 cassette di verdura sequestrata e potenzialmente pericolosa. Dall’accurato esame visivo e tattile del contenuto dei bancali ritirati a scopo precauzionale dal mercato, gli esperti non hanno rinvenuto alcuna presenza di mandragora, o di altra verdura non commestibile.

                      “Adesso si attendono gli esiti degli esami di laboratorio che verranno effettuati su alcuni campioni di foglie prelevate dagli ispettori. Se anche in questo caso non dovesse emergere alcuna traccia di erba velenosa, è chiaro che tutta la vicenda (dal grande risalto mediatico) che le otto intossicazioni alimentari hanno innescato, potrebbe dover essere rivalutata dagli inquirenti” si legge nel comunicato rilasciato dal Caan.

                      “Siamo fiduciosi che le Autorità giudiziarie e sanitarie andranno fino in fondo per chiarire esattamente come sono andate le cose – commenta il presidente Caan Carmine Giordano –. Da parte nostra, prosegue la collaborazione a 360 gradi, facendo attenzione a non demonizzare un comparto di importanza strategica per l’economica campana, già messo sotto torchio dagli aumenti indiscriminati di petrolio ed energia”.

                      Dall’audizione della commissione Agricoltura della Regione Campania, in merito ai casi di avvelenamento da mandragora nel Napoletano, è emerso però un nuovo elemento, ovvero che probabilmente è stato lo stramonio, e non la mandragora, a causare le intossicazioni.

                      “Trovo sia utile – sottolinea il presidente della commissione Agricoltura della Regione, Francesco Emilio Borrelli – che l’Istituto zooprofilattico pubblichi sul proprio sito le immagini di questi vegetali velenosi al fine di divulgarne la conoscenza e tengo a precisare che non c’è alcun problema di filiera campana, né tanto meno alcuna responsabilità del Centro agro alimentare. È ingiustificata qualunque psicosi perché i prodotti vegetali campani sono sicuri e benefici per la salute e sarà nostra cura interagire con altre regioni per evitare che in futuro possano ripetersi questi allarmanti casi”.

                      mandragora spianci L’attenzione però resta alta e si sposta sulla IV gamma, visto che il ministero della Salute e i supermercati Il Gigante hanno segnalato il richiamo da parte del produttore di un lotto di spinaci in busta a marchio Il Gigante per una sospetta contaminazione da mandragora. Si tratta di buste da 500 grammi con il numero di lotto 273 e la data di scadenza 07/10/2022 (quindi già passata da tre giorni al momento del richiamo).

                      Gli spinaci di IV gamma richiamati sono prodotti per Rialto Spa dall’azienda Spinerb di Colleoni Andrea & C. Snc, nello stabilimento di via Alcide De Gasperi, a Gorlago (BG).  A scopo precauzionale, l’azienda ha raccomandato a chi fosse ancora in possesso degli spinaci con il numero di lotto segnalato di non consumarli e di restituirli al punto vendita. Secondo quanto riportato nella notifica Rasff, la sospetta contaminazione da mandragora avrebbe causato la comparsa di sintomi da avvelenamento da parasimpaticolitici (anticolinergici e antimuscarinici) e spasmolitici in due persone.

                       

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