Dalla Redazione
Dal Canale di Suez passano il 16% dell’olio d’oliva, il 15% dei prodotti derivati dalla lavorazione dei cereali e il 14% del pomodoro trasformato delle esportazioni agroalimentari italiane, che complessivamente ammontano a un valore di circa 6 miliardi di euro, messi a rischio dalle incursioni terroristiche Houthi contro le navi. È quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Centro Studi Divulga sugli impatti dell’escalation dopo l’attacco di un drone al cacciatorpediniere italiano Duilio.
L’evento a cui fa riferimento Coldiretti è quello avvenuto sabato 2 marzo, quando “in attuazione del principio di auto difesa” la Nave Duilio – cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare che opera nel Mar Rosso per garantire la tutela del diritto internazionale e salvaguardare gli interessi nazionali – ha abbattuto un drone nel Mar Rosso, come spiega una nota del Ministero della Difesa. Il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attentati, si trovava a circa 6 chilometri dalla nave italiana, in volo verso di essa. “Attualmente – spiega la nota ministeriale – nell’area per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali, Nave Duilio ha avvicendato nave Martinengo nell’attività nazionale, avviata a fine dicembre, in seguito agli attacchi da parte dei miliziani Houthi contro il traffico in navigazione nello stretto di Bab-el Mandeb”.
“Gli attacchi terroristici degli Houti sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia – sottolinea il ministro della Difesa Guido Crosetto -. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni paesi e agevolarne altri”.
I prodotti agroalimentari che partono dal nostro paese o arrivano in Italia passando per Suez sono principalmente quelli destinati o in arrivo da Asia e Oceania, di cui la quasi totalità viene trasportata via mare. Accanto a olio, cereali e passata di pomodoro ci sono anche tabacchi (33% dell’export complessivo) e foraggere (40%) ma una quota importante è rappresentata dall’ortofrutta, che è pure quella più esposta agli effetti dell’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, che potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto fresco – come ci ha raccontato anche Elena De Nadai, shipping manager di Unifrutti – con il rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare.
L’interruzione del passaggio delle navi per il Canale di Suez ha peraltro provocato – continua Coldiretti – un’escalation dei costi del trasporto marittimo, in particolare nei traffici tra Asia e Mediterraneo. Da dicembre 2023 a gennaio 2024 le quotazioni del trasporto dal Mediterraneo alla Cina sono cresciute del 659%, secondo il Centro Studi Divulga.
Le difficoltà sul mercato asiatico colpiscono un settore in grande espansione che ha messo a segno nel 2023 il record storico con l’export agroalimentare nazionale – conclude Coldiretti – che ha raggiunto il valore massimo di sempre a 64 miliardi, con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente, secondo la proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat.
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