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                      Terremerse: focus su lotta integrata, nuovo marchio e Agronomica 3.0

                      Un master plan che ridisegna il profilo della cooperativa per il prossimo futuro, proiettato alla crescita, all’acquisizione di nuovi spazi di mercato e al rilancio dell’utilità ai soci. Senza dimenticare le esigenze di un consumatore sempre più orientato verso consumi sicuri per la salute e sostenibili per l’ambiente. Questi, in sintesi, gli obiettivi del piano di investimenti 2017-2019 che la cooperativa ha presentato all’assemblea dei soci il 31 marzo scorso. Fra conferme e novità, si è parlato di sviluppare l’accordo con Apofruit, con focus sul rinnovamento varietale e sull’incremento dei conferimenti in volume, e della nascita di un nuovo marchio ombrello per le produzioni a lotta integrata, settore in cui Terremerse conferma la sua leadership di mercato

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Terremerse è una cooperativa multi-filiera del settore agroalimentare con oltre 6 mila soci

                      Passare da un approccio product oriented a uno market oriented, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione e a partire dalla creazione di un nuovo marchio ombrello che attesti la distintività delle produzioni a lotta integrata, ad alta garanzia di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. Sono queste le sfide future di Terremerse, che venerdì 31 marzo ha presentato all’assemblea dei soci il piano di investimenti triennale 2017-2019.

                       

                      La cooperativa, con quartier generale a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, riunisce ad oggi oltre 6 mila soci dislocati lungo la Penisola, in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

                       

                      È una realtà di riferimento per le aziende agricole impegnate nell’agricoltura sostenibile, in particolare nel rispetto dei principi di produzione integrata. “Oggi più che mai abbiamo l’esigenza di contenere e mitigare l’utilizzo di risorse naturali e gli effetti dei cambiamenti climatici: – ha esordito Gilberto Minguzzi, amministratore delegato di Terremerse, all’assemblea dei soci – aspetti, questi, a cui il consumatore dà sempre più importanza. La lotta integrata rappresenta un metodo di produzione sostenibile, che si pone come via intermedia e alternativa fra l’agricoltura convenzionale e quella biologica”.

                       

                      All’assemblea dei soci il 31 marzo è stato presentato il master plan triennale

                      “L’asse del piano – continua Minguzzi – è centrato sul rilancio della leadership che la cooperativa si è guadagnata nella produzione integrata. Attraverso la ricerca e le partnership con le multinazionali fornitrici, punteremo quindi al perfezionamento dei disciplinari di produzione integrata, assumendo come scopo primario il contenimento dei consumi di ambiente, chimica, risorse idriche, concimi e dei costi di produzione in generale”.

                       

                      Il nuovo marchio a cui Terremerse sta lavorando dovrà avere la stessa funzione di distintività e garanzia di sicurezza e qualità dei brand del biologico che oggi il consumatore conosce in modo diffuso e apprezza. “In Emilia Romagna il biologico rappresenta attualmente solo l’11% della superficie coltivata, ed è previsto che si arrivi al 15%. Noi allora dovremo incidere sul restante 85% della superficie”.

                       

                      Giancarlo Minguzzi, Ad di Terremerse

                      Parlando di successi, Minguzzi si riferisce a una serie di azioni messe a segno negli ultimi anni, “imponenti, per dimensioni e qualità”. Fra queste, in ambito ortofrutticolo si ricordano lo sviluppo dell’attività di vendita di agroforniture anche a clienti e a nuovi territori, mettendo a segno acquisizioni societarie a Verona, Busseto (PR), Sansepolcro(AR), Terni; la sottoscrizione dell’accordo d’integrazione e di specializzazione nel settore dell’ortofrutta con Apofruit; la chiusura del settore macchine agricole, dimostratosi insostenibile; la conversione a biologico dei frutteti della controllata Terre da Frutta.

                       

                      Il percorso è tutt’altro che terminato, è il messaggio che emerge chiaro dal convegno. Occorre puntare a una maggiore redditività per la cooperativa e per i suoi soci. Gli investimenti sono in previsione, e sono importanti, ma verranno effettuati “con cautela”, sono le parole di Minguzzi.

                       

                      “La nostra cooperativa proseguirà lungo il percorso che ci vede quotidianamente impegnati per essere una realtà al passo con i tempi e capace di proporre utilità e nuove opportunità alle imprese agricole, nel rispetto dell’ambiente e delle persone. – ha sottolineato a questo proposito il presidente di Terremerse Marco Casalini, in apertura dei lavori – Solo operando in questa maniera potremmo incrementare margini di reddito per le aziende e per la cooperativa stessa”.

                       

                      Agronomica 3.0 traccia la sostenibilità delle coltivazioni, a tutela dell’ambiente e del consumatore

                      Strumento decisivo per il raggiungimento degli obiettivi sarà l’implementazione del portale Agronomica 3.0, un sistema digitale che elabora dati agro-meteo per supportare gli agricoltori nella gestione delle coltivazioni. Questo sistema, integrato con il supporto della rete tecnica, permette di economizzare risorse irrigue, nutrizionali e di difesa, migliorando le rese, la qualità e la sicurezza alimentare delle produzioni e potenziando il sistema di prevenzione dalle principali avversità. Agronomica 3.0, tracciando la correttezza e la sostenibilità delle pratiche agronomiche eseguite per l’ottenimento delle coltivazioni, sarà inoltre in grado di garantire ai consumatori l’alta affidabilità degli alimenti, nel rispetto dell’ambiente.

                       

                      Parlando della partnership con Apofruit, l’accordo d’integrazione con il colosso cooperativo romagnolo è in fase di “tagliando”, dopo il primo anno di rodaggio. Terremerse prevede di implementare le potenzialità di questo accordo, focalizzandosi sullo sviluppo dei conferimenti in volume e sull’innovazione di prodotto. Questo investendo in rinnovamento varietale, attivando nuove azioni di mercato per le principali ‘commodities’ orticole (patate, cipolle, zucche, angurie e mini-angurie, ecc), e avviando un nuovo e dinamico modello organizzativo in orticoltura, incentrato su logistica e integrazione al mercato, lavorazione e confezionamento in campagna, massima freschezza.

                       

                      Alla presentazione del piano triennale di Terremerse a Bagnacavallo sono intervenuti anche il sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni, il direttore Deloitte & Touche Stefano Fogagnolo, l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli, il presidente Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti.

                       

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