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                      Mele, condannato per truffa e frode in commercio l’ex direttore di SFT

                      SFT

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                      Dopo quattro anni di udienze, testimonianze, perizie e cambio di giudice, è arrivata la sentenza del processo di primo grado nell’ambito dell’inchiesta “apple pie” della Guardia di Finanza riguardante la cooperativa SFT di Aldeno (TN), forte in particolare nelle mele, convenzionali e biologiche. La sentenza del giudice Marco Tamburrino è stata più severa rispetto a quanto chiesto dal sostituto procuratore: condanna a quattro anni di reclusione per l’ex direttore della SFT Armando Paoli per truffa e frode in commercio, condanna a tre anni di reclusione per il mediatore della SFT Franco Waldner per truffa. Il ricorso in appello appare scontato. La difesa: “Sentenza incomprensibile: tutte le decisioni venivano prese dal cda e poi c’era il collegio sindacale, oltre al controllo della Provincia”. L’ex presidente della SFT Mauro Coser nel 2016 aveva patteggiato un anno di reclusione

                      Dalla Redazione

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                      Tutto era iniziato nel 2013 con il divorzio di SFT – Società Frutticoltori Trento di Aldeno (TN) dal consorzio La Trentina. SFT peraltro era la più grande delle cooperative aderenti a La Trentina fino a quel momento, dato che valeva circa il 40% del conferito di mele (40 mila tonnellate). Si trattò di una vera e propria frattura di cui si occupò ampiamente la stampa locale trentina. A questo link il nostro articolo di allora. Con il divorzio è iniziata anche l’avventura sfortunata di OP Valli Trentine, con amministratore unico Mauro Coser e socio di maggioranza con il 35% proprio SFT. Il “vestito” di OP ha permesso a SFT di beneficiare di importanti contributi comunitari e della Provincia di Trento. Il problema, secondo l’inchiesta “apple pie” (torta di mele), è che SFT avrebbe costituito l’OP assieme a dei soci “apparenti” solo per avere i requisiti per ottenere il riconoscimento di OP. Tra i requisiti richiesti, quello di avere un prodotto conferito dai soci del valore di almeno 20 milioni di euro.

                      L’attività di OP Valli Trentine è durata meno di due anni: il 18 dicembre 2015 la Giunta della Provincia di Trento ha deliberato la revoca del riconoscimento di Organizzazione di Produttori (OP) a Valli Trentine. E mentre la SFT si accasava con il Gruppo Apofruit – matrimonio poi naufragato nell’estate del 2020 – partiva l’inchiesta della Guardia di Finanza con ipotesi di truffa ai danni di Agea (ente pubblico erogatore dei fondi europei) e di frode in commercio per la vendita di false mele biologiche. Inchiesta partita dopo la denuncia da parte del consorzio La Trentina. Oggetto delle indagini anche una partita di mele da 1.177 tonnellate conferite dalla Industrialfrut Srl di Tassullo (TN), azienda dichiarata fallita dal Tribunale di Trento il 21 luglio 2020. Tra i maggiori indagati in quella che è stata definita l’inchiesta “apple pie” ci sono l’allora direttore di SFT Armando Paoli, il presidente di SFT Mauro Coser e il mediatore di SFT Franco Waldner. Nel dicembre 2016 Mauro Coser ha patteggiato un anno di reclusione.

                      Sono seguiti quattro anni di udienze, testimonianze, perizie e il cambio del giudice. Il processo di primo grado è terminato con una sentenza del giudice Marco Tamburrino che è stata più severa di quanto aveva chiesto il sostituto procuratore: condanna a quattro anni di reclusione per l’ex direttore della SFT Armando Paoli per truffa e frode in commercio; condanna a tre anni di reclusione per il mediatore della SFT Franco Waldner per truffa. Il sostituto procuratore aveva chiesto due anni e otto mesi per Paoli e due anni e due mesi per Waldner. Scontato il ricorso in appello. La difesa ha dichiarato al Corriere del Trentino che: “È una sentenza incomprensibile, sconfessata dalle risultanze processuali, che dimostrano l’assenza della condotta criminosa. Tutte le decisioni venivano assunte dal cda e poi c’era il collegio sindacale. Inoltre la Provincia di Trento non ha mai riscontrato irregolarità”. Come dire, i condannati in primo grado sarebbero solo dei capri espiatori.

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