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                      Mele, nei mall di Dubai quelle italiane non ci sono. Ma non avevamo le più buone?

                      Mele Dubai
                      A metà marzo abbiamo visitato alcuni supemercati di Dubai. All’ingresso il primo banco che si trova è quello delle mele. Ne abbiamo viste di diverse provenienze, comprese delle Fuji cinesi vendute sfuse a 3,20 euro al kilo. Di italiane neanche l’ombra, mentre erano ben presenti quelle francesi della Blue Whale. Ma non crescono in Trentino Alto-Adige le migliori mele d’Europa e forse del mondo? Non abbiamo i magazzino di lavorazione e confezionamento più avanzati? È solo questione di non avere le varietà adatte o c’è qualcosa di più?

                       

                      di Eugenio Felice

                       

                      Mele Dubai large

                      Mele Fuji cinesi fotografate da Waitrose al Dubai Mall il 12 marzo 2016 (Copyright: Fm)

                      Dubai ha poco più di 2 milioni di abitanti, di cui solo il 10% autoctoni mentre il 90% è costituito da immigrati, dei quali una buona parte che costituisce la manodopera edile. Dubai è l’Emirato con meno risorse petrolifere. Ne ha meno di un ventesimo rispetto ad Abu Dhabi. Per questo da tempo l’emiro Al Maktoum ha investito pesantemente sul turismo, realizzando alcune delle attrazioni più ammirate del mondo, come il Burj Khalifa, che con i suoi 828 metri è il grattacielo più alto al mondo o il Burj al-Arab, che con le sue 7 stelle è la struttura alberghiera più lussuosa al mondo, o ancora il Dubai Mall che con i suoi 220 mila metri quadrati è lo shopping center più grande del mondo. La città ospiterà nel 2020 l’esposizione universale e già oggi può vantare il primo aeroporto al mondo per flusso di passeggeri. Ma non è di primati che vogliamo parlare.

                       

                      In una recente visita ad alcuni supermercati della città, quelli di più alta fascia che si rivolgono ai turisti e ai locali, abbiamo notato un’offerta di alto livello, sia nel servizio che nalla qualità della merce offerta. La nostra attenzione si è focalizzata sulle mele, dato che in tutti i supermercati visitati era il prodotto che ci si trovava davanti all’ingresso del punto vendita. Di ogni varietà e colore, generalmente lucidate, di medio grande pezzatura. Ne abbiamo viste di origine Francia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Australia e pure delle Fuji cinesi (senza la tipica retina bianca). Di mele italiane neanche l’ombra. Sicuramente da qualche parte, in tutta Dubai, ci saranno anche state. Magari nei supermercati per quel 90% di immigrati che lavorano nei cantieri edili o nelle strutture turistiche.

                       

                      È un po’ quello che succede in Asia. Ma se in quell’area la concorrenza è schiacciante da parte degli Usa, per via della maggiore vicinanza. Sulla carta non dovrebbe essere così a Dubai. La sorpresa, o meglio la delusione c’è. Perché, noi giornalisti, è anni che ci sentiamo dire, soprattutto in Trentino Alto-Adige, che le mele che crescono da quelle parti sono le migliori del mondo quanto a gusto e aspetto esteriore, così come i magazzini di lavorazione e confezionamento sono i più avanzati. Abbiamo un’offerta sbilanciata sulle Golden mentre all’estero si preferiscono le rosse? Certo. Abbiamo una debolezza commerciale e un ritardo su certi mercati? Nulla di nuovo. Questo giustifica una presenza modesta su certi mercati molto appetibili? Ci sono addirittura i cinesi, siamo messi così male? O in Italia sovrastimiamo i pregi delle nostre mele?

                       

                      A proposito, il prodotto italiano nei supermecati di Dubai alla fine lo abbiamo trovato: della insalatina di prima e quarta gamma. La stessa insalatina che ci siamo trovati nel piatto, affianco a un sandwich di salmone, da Leopold’s of London a The Beach Dubai. “Dal mese di gennaio abbiamo iniziato a fare un paio di spedizioni a settimana – ci spiega Martina Boromello, responsabile marketing di OrtoRomi – con alcune referenze di quarta gamma e del radicchio rosso di prima gamma”. L’azienda di Borgoricco (Pd) naturalmente non è l’unica del comparto a spedire a Dubai. La città sorge sul deserto, non produce né frutta né ortaggi, deve importare tutto, per la sua popolazione e per i suoi turisti. Anche gli ortaggi e l’insalatina. In questo caso il primato europeo e forse mondiale lo abbiamo veramente. Speriamo ancora per molti anni.

                       

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