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                      Melone mantovano, la stagione parte col sorriso. “Qualità elevata e prezzi buoni”

                      Per il melone mantovano la stagione parte a tutta forza, con qualità molto buona e prezzi di mercato su valori positivi, con una forbice compresa fra i 2,50 e i 4,50 euro al chilogrammo. Lo rende noto Coldiretti Mantova, che rappresenta un numero significativo di produttori nelle zone a più alta vocazione per una coltura simbolo del territorio. Pesano, purtroppo, i costi di produzione che sono cresciuti complessivamente intorno al 30% rispetto allo scorso anno e che, inevitabilmente, finiranno col pesare sui bilanci delle aziende agricole, non potendo riversare integralmente tali aumenti sul prodotto finito.

                      “La stagione è partita solamente da pochi giorni – anticipa Andrea Costa, presidente di Coldiretti Sermide e Felonica e produttore con cinque ettari di melone -, ma sta esprimendo un’alta qualità, con valori zuccherini superiori ai 14 gradi brix, grazie a quantità non eccessive e una buona escursione termica fra il giorno, particolarmente caldo, e la notte. I prezzi si aggirano intorno ai 3 euro al chilogrammo per le varietà lisce e hanno toccato i 5 euro per le tipologie retate”.

                      In questa prima fase è difficile stimare con esattezza il calo produttivo, spiega Mauro Aguzzi, produttore di Malcantone di Sermide e presidente del Consorzio del Melone Mantovano Igp, ma indubbiamente “la stagione è partita con più di una settimana di ritardo rispetto alle tempistiche standard e le rese di questi primi raccolti segnano un rallentamento rispetto alle medie degli ultimi anni di circa il 25 per cento”.

                      “Colpa delle difficoltà di allegagione e della cascola che hanno colpito le piantine fra marzo e aprile”, sostiene Francesca Nadalini, che con un’estensione aziendale complessiva di circa 330 ettari è fra i più importanti produttori del Sermidese. Anche per la sua azienda, questa prima fase di raccolta in serra è decisamente positiva, grazie a una doppia congiuntura favorevole per il settore. “Nel mese di maggio la produzione siciliana è stata tutt’altro che abbondante – prosegue – e la richiesta dall’Italia e dall’estero, grazie a temperature più alte della media, ha trascinato i prezzi. Il debutto del melone mantovano si è inserito sul mercato in questo contesto e, finora, ha beneficiato di listini lusinghieri, anche se il prezzo ora si sta calmierando”. Ma la qualità è eccellente, con punte “anche di 16 gradi brix per le varietà di melone liscio”.

                      I quantitativi per ora ancora limitati e il caldo che invoglia i consumatori a portare in tavola un prodotto versatile, fresco e che mette il buonumore, hanno dato soddisfazione ai produttori, anche se “con prezzi all’ingrosso di 3 euro al chilogrammo, le vendite in qualche contesto procedono a rilento”, afferma Riccardo Gorzoni, direttore della Op Sermide Ortofruit, che con i suoi 20 milioni di euro annui di fatturato è fra i principali player del settore ortofrutticolo nel Basso mantovano.

                      Il 2022 tuttavia, come già sottolineato, per i produttori di melone nasconde qualche ombra, legata per lo più ai costi di produzione, cresciuti mediamente nell’ordine del 30-35% rispetto all’anno scorso, trascinati dal boom dei film plastici, degli imballaggi, del gasolio, dell’energia, delle sementi, dei fertilizzanti e dei mezzi tecnici. “La catena di approvvigionamento sta già studiando come contenere i costi di legno e cartone, aumentati di circa il 40% rispetto al 2021 – precisa Andrea Costa, attento monitor delle dinamiche del Destra Secchia agricolo -, ma in proiezione temiamo che anche per la prossima stagione sia difficile poter tornare sui valori del 2021, in particolare per i film plastici, la cui produzione è strettamente connessa all’energia”.

                      Altro nodo riguarda l’aspetto della manodopera. Per ora le imprese agricole sono riuscite a tamponare, ma in prospettiva, quando con la prima decade di giugno si entrerà nel vivo della raccolta, potrebbero mancare circa un 10-15% degli operatori, dagli operai in campo fino ai trattoristi e ai magazzinieri. “Effetto di una migrazione di alcuni lavoratori del nostro settore verso l’industria metalmeccanica”, afferma Gorzoni.

                      Intanto, il Consorzio del Melone Mantovano Igp sta girando uno spot per i canali televisivi nazionali, con un richiamo alla storicità della produzione e al legame con l’epoca gonzaghesca. E il prossimo 29 maggio sul Lungolago di fronte alla reggia ducale il Consorzio del Melone tipico sarà protagonista, insieme ad altre realtà consortili di alta gamma, dell’iniziativa Spettacoli alla Frutta (leggi qui), con artisti e, naturalmente, la frutta italiana di qualità.

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