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                      Meloni: in Giappone venduti all’asta a 23.300 euro, in Italia restano nei campi

                      Quanto può valere un melone? In Giappone l’ortofrutta può raggiungere cifre molto alte: di recente, ad esempio, due meloni sono stati venduti alla prima asta della stagione a 3 milioni e mezzo di yen, una cifra equivalente a 23.300 euro. Si tratta del prezzo più alto dopo il record di 5 milioni di yen fatto segnare nel 2019. Non si può dire lo stesso in Italia, dove oggi in Sicilia li lasciano nei campi perché quotano 10 centesimi al chilo

                      Dalla Redazione

                      meloni

                      Due meloni provenienti da Hokkaido, la prefettura più a nord del Giappone, sono stati venduti alla prima asta della stagione per 3 milioni e mezzo di yen, una cifra equivalente a 23.300 euro. Si tratta del prezzo più alto dopo il record di 5 milioni di yen fatto segnare nel 2019. In base alle stime del consorzio locale nella cittadina di Yubari – famosa per i frutti più succosi della regione, gli agricoltori della zona produrranno circa 3.258 tonnellate di meloni quest’anno, per un valore del fatturato pari a 1,9 miliardi di yen (12,6 milioni di euro).

                      Come vuole la tradizione, il vincitore dell’asta che segna l’avvicinarsi dell’estate, la Hokuyupack distribuirà i meloni gratuitamente la prossima settimana a circa 200 persone. I frutti di fascia alta solitamente in Giappone raggiungono prezzi elevati durante le aste locali, spesso utilizzate come campagne commerciali per promuovere le specialità locali. 

                      C’è da dire comunque che le primizie di alta qualità in Giappone vengono vendute a peso d’oro anche al supermercato: un melone retato può costare 130 euro, un grappolo d’uva arriva a 120 euro. Una confezione da 15 ciliegie, che sembra una scatola di cioccolatini, 50 euro (leggi qui per approfondire). Si tratta ovviamente di ortofrutta top di gamma, lavorata e confezionata a mano, in cui vengono selezionati solo i frutti migliori. Da sottolineare comunque come in Giappone la frutta è da sempre considerata un bene di lusso, visto che quasi l’ottanta percento viene importato. Per questo motivo, regalare frutta è l’equivalente occidentale di regalare un prezioso mazzo di fiori.

                      Non si può dire lo stesso in Italia dove i meloni coltivati nell’areale agrigentino, come Licata e Palma di Montechiaro, hanno visto con l’avvio della campagna quotazioni che oscillavano tra gli 0,30 – 0,40 euro al kg. Con l’aumento nell’ultimo periodo delle temperature, i produttori speravano in un miglioramento delle quotazioni, cosa che però non è avvenuta tanto che ora vedono quotazioni che si aggirano attorno a 10 cent al chilo: una cifra che non copre nemmeno i costi di produzione, ad oggi stimata attorno agli 80 cent al chilo.

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