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                      Meloni premium Antonio Francescon, i commenti di Carbonini e Sansone

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                      La nuova selezione di meloni premium Antonio Francescon

                      Sono arrivati lo scorso giugno sui mercati i meloni premium Antonio Francescon (leggi la news), che garantiscono eccellenti caratteristiche organolettiche, grazie agli investimenti fatti da OP Francescon sia in campagna che nel magazzino di lavorazione, con tecnologie di selezione di ultima generazione. La linea firma la migliore qualità del melone della tipologia retato, minimo 14 gradi brix, proveniente da terreni selezionati del Mantovano, e si presenta con “finiture” di pregio, come la ceralacca rossa e un bugiardino con numerazione univoca su ogni frutto. I frutti, inoltre, sono venduti a pezzo e non a peso. Ma quali sono i riscontri da parte della GDO e degli italiani? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Carbonini di Italbrix e a Giovanni Sansone di Dimar

                      di Eugenio Felice

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                      La linea di meloni retati premium Antonio Francescon – Selezione del fondatore

                      IL COMMENTO DI MAURIZIO CARBONINI DI ITALBRIX

                      “In generale una linea premium come Antonio Francescon è premiante dal punto di vista qualitativo sia per il consumatore che per l’insegna. Nello specifico, per questo progetto, il 2022 è stato il primo anno di test, svolto sul 30% dei negozi della rete. Una scelta condivisa con la stessa OP Francescon, che ha programmato quantitativi in produzione in linea con la fase di test”, dichiara Maurizio Carbonini, responsabile acquisti ortofrutta di Italbrix, gruppo distributivo presente in Lombardia e aderente a Selex Gruppo Commerciale.

                      “La linea Antonio Francescon – continua Maurizio Carbonini – è stata premiante dal punto di vista della gestione sui banchi, praticamente “zero” il prodotto svenduto e/o deprezzato. Quindi anche dal punto di vista ambientale, oltre che economico, è stata una scelta sostenibile. Giusta la scelta della proposta commerciale uniforme, con quattro frutti perfetti, presentati con certificato di garanzia, di selezione, il numero dell’operatore, la ceralacca, etc”.

                      Corretta la gestione logistica – aggiunge Maurizio Carbonini – della pedana o della mezza pedana con il resto della consegna. Corretta la vendita a pezzo e non a peso, anche se ritengo sia fondamentale restare sotto la soglia dei 3 euro a pezzo. Il prezzo corretto di vendita dovrebbe essere nel range tra 2.68 e 2.98 euro al pubblico, di più si fatica”.

                      “Visti i risultati del test – sottolinea Maurizio Carbonini – nel 2023 ci sarà una molto probabile conferma su una rete di negozi più ampia, circa il 75% della rete, con conseguente sviluppo e mantenimento di una proposta standard in continuativo, nella stagione più vocata del prodotto locale mantovano”.

                      I punti deboli di questo progetto? “Non ce ne sono – risponde Maurizio Carbonini – quando si tratta di un prodotto di questa qualità e costanza, se non quello di far breccia ancora di più sui nostri clienti e fidelizzarli a questo tipo di esperienza. Che, attenzione, non è una cosa semplice, con le disponibilità economiche che le famiglie stanno orientando sul nostro reparto”.

                      C’è poi del lavoro da fare da parte nostra – conclude Maurizio Carbonini – e cioè ancora più category sui prodotti premium, per fare in modo che non si cannibalizzino tra di loro. Non si possono avere in assortimento 3/4 meloni premium oltre il prodotto normale e il prodotto IGP, altrimenti crei confusione e conseguentemente rallenti le rotazioni sui banchi, con il rischio di proporre poi un prodotto che originariamente si dovrebbe distinguere e invece si trova non più al massimo della sua espressione visiva e qualitativa”.

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                      Antonio Francescon è il nome del nonno di Bruno Francescon, presidente di AOP Mantuafruit

                      IL COMMENTO DI GIOVANNI SANSONE DI DIMAR

                      Abbiamo aderito sin da subito all’inserimento in assortimento della linea Antonio Francescon – Selezione del fondatore. Da una parte perché per noi si tratta di un fornitore storico, dall’altra perché un melone retato premium, di qualità garantita, ci mancava. Abbiamo aderito subito anche all’idea di vendere a peso legalizzato, quindi a pezzo, così da evitare errori da parte dei clienti nel battere i codici sulle bilance”, ci riferisce Giovanni Sansone, responsabile acquisti ortofrutta di Dimar, gruppo distributivo presente in Piemonte e Liguria con l’insegna Mercatò, aderente a Selex Gruppo Commerciale.

                      Il risultato di questa prima campagna è stato positivo – commenta Giovanni Sansone – considerando che partivamo dal nulla: c’è stata coerenza nella proposta, un buon riscontro da parte del consumatore, rotazioni continuative e costanti, il che significa che c’è stato il riacquisto da parte del consumatore. Sono sicuro che, come successo per Perla Nera, pur con tutte le differenze del caso, la campagna 2023 non potrà che andare meglio. Noi siamo favorevoli anche a ragionare su un prezzo fisso stagionale, sarebbero l’articolo e il partner giusti per fare una prova”.

                      La linea Antonio Francescon – conclude Giovanni Sansone – si sposa bene con Dimar, un gruppo distributivo che lavora molto, nel reparto ortofrutta e non solo, con le marche del fornitore. In particolare, abbiamo un modello espositivo unico nei punti vendita, con un’area centrale che si sviluppa in verticale dove esponiamo gli articoli di maggior pregio. È su questo “albero” centrale che proponiamo la linea Antonio Francescon, con gli altri prodotti top di gamma. Utilizziamo anche i cartoni dei fornitori, quando c’è un bel brand, come in questo caso”.

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