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                      Nasce la nuova OP Green Farmers Group: 40 i produttori da tutta Italia

                      op green farmers

                       

                      Green Farmers

                      Giulia Lupato, presidente, e Ilenio Bastoni, amministratore delegato

                      È nata una nuova OP a forte vocazione biologica: si chiama Green Farmers Group e al momento aggrega una quarantina di produttori in diverse regioni d’Italia, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia. La sede è a Bagnacavallo in provincia di Ravenna. Presidente è Giulia Lupato, che, come la maggior parte dei soci, conduce un’azienda biologica. L’offerta dei produttori è pressoché completa nella gamma di frutta e verdura durante tutto l’anno.

                      Lo scopo è quello di concentrare la nostra offerta – spiega la presidente – e riuscire a raggiungere quei mercati che chiedono organizzazione, continuità nell’offerta, concentrazione di prodotto. Uniti dovremmo riuscire a raggiungere con più facilità l’estero. Siamo tutte aziende di medie-grandi dimensioni ma finora non avevamo mai aderito a strutture aggregative”.

                      Amministratore delegato della OP è Ilenio Bastoni:L’aggregazione permetterà maggiore efficienza, una riduzione dei costi, l’accesso a risorse comunitarie. Come dice il nome, Green Farmers Group, mette al centro l’imprenditore, le sue capacità, la volontà di migliorarsi e migliorare quanto immette sul mercato. L’attuale base sociale del progetto è divisa in un 70% di aziende già certificate a regime biologico, con il restante 30% a lotta integrata. Per questo, dato che la maggior parte delle imprese è in regime biologico e/o biodinamico, e altre sono in conversione, occorre investire sulla ricerca per valorizzare varietà resistenti alle principali malattie e quindi adatte alla coltivazione biologica”.

                      La parola d’ordine è sostenibilità, declinata però in qualcosa di tangibile: “Tanti parlano di sostenibilità, ma servono contenuti. Per noi al primo posto va messa la sostenibilità economica, quella che permette alle aziende di fare reddito e investire per progredire. Poi quella ambientale, nel rispetto delle risorse e dell’ambiente, usando packaging adeguato ed ecologico. In terza battuta una sostenibilità sociale, nel rispetto dei lavoratori in campo e in magazzino, a vantaggio delle famiglie e di tutto il tessuto sociale del territorio”.

                      Le previsioni per il primo anno di attività indicano un VPC attorno ai 7 milioni di euro, con la prospettiva di crescita in proporzione ai nuovi mercati in Europa e nel mondo che si riusciranno a raggiungere e che sapranno apprezzare il biologico e biodinamico made in Italy. “Occorre aggiungere un ringraziamento alla regione Emilia Romagna per la disponibilità e a Stea – specifica la presidente – che ci ha accompagnato nel percorso ed a chi alacremente ha lavorato per il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo. Inoltre uno speciale grazie ai nostri soci per la loro disponibilità e la fiducia in questo grande progetto che – conclude – rimane aperto a nuovi partner che condividono le nostre strategie e la nostra visione”.

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