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                      NoCap-Iamme: nasce in ortofrutta il primo marchio etico contro il caporalato

                      Parte dalle campagne foggiane e si estende al Metapontino e al Ragusano la prima filiera etica in Italia contro il caporalato. Il progetto, nato dalla partnership tra l’associazione NoCap, il gruppo Megamark (500 supermercati nel Mezzogiorno), e una trentina di produttori agricoli, vede la nascita di un bollino etico denominato NoCap e di un marchio di qualità, Iamme, che certificherà cinque tipologie di conserve di pomodoro biologico, frutta e verdura fresche, distribuite in alcuni supermercati del Mezzogiorno, come A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365

                      Dalla Redazione

                      NoCap Iamme

                      A sinistra Yvan Sagnet, fondatore di NoCap (foto Facebook NoCap)

                      Cento braccianti, un’associazione internazionale e un gruppo leader della Gdo nel Mezzogiorno, e una trentina di produttori agricoli: insieme si uniscono per dare vita alla prima filiera etica in Italia contro il caporalato. Succede in Puglia, dove è stato lanciato in questi giorni un progetto pilota che permetterà alle vittime di caporalato che vivono nei ghetti per braccianti di essere regolarizzati, avere un’occupazione con orari di lavoro definiti e pause previste per legge, un alloggio in strutture che abbiano tutti gli standard di idoneità e il servizio di trasporto abitazione-lavoro, e di ottenere anche il permesso di soggiorno per motivi lavorativi.

                      Il progetto nasce dalla partnership fra l’associazione NoCap, il gruppo Megamark di Trani – che gestisce circa 500 punti vendita a insegna Dok, A&O, Famila, Iperfamila e Sole365 tra Puglia, Campania, Molise, Basilicata e Calabria – e una trentina di produttori nel settore agricolo. Nella sua prima fase coinvolgerà tre aree: la Capitanata in provincia di Foggia, dove si raccolgono pomodori che diventano passate e pelati, il Metapontino in Basilicata, dove si raccolgono e confezionano prodotti freschi (tra cui finocchi, carciofi, peperoni, uva, insalata, ortaggi e frutta), e il Ragusano in Sicilia, in cui vengono coltivate alcune varietà di pomodoro (pachino, pomodori gialli, ciliegino).

                      Una delle grandi novità del progetto, spiega Yvan Sagnet, fondatore di NoCap, è quella di aver portato la lotta al caporalato, allo sfruttamento dei braccianti, ma anche dei produttori, nella grande distribuzione che solitamente “strozza” i contadini imponendo prezzi di acquisto troppo bassi per portare avanti il proprio lavoro nel rispetto delle leggi, come riporta Il Fatto Quotidiano.

                      Si tratta del primo esperimento in Italia basato su un sistema di tracciabilità delle filiere agroalimentari mediante l’uso congiunto del bollino etico denominato “NoCap”, promosso dall’associazione NoCap, e del marchio di qualità etico Iamme, che a breve comparirà in alcuni supermercati della rete di Megamark in Mezzogiorno, con cinque tipologie di conserve di pomodoro biologico, frutta e verdura fresche.

                      “Lavoriamo a questo progetto da tanti mesi – spiega Sagnet a Ilfattoquotidiano.it – Il gruppo Megamark ha deciso di investire in questo progetto che ha lo scopo di portare nella grande distribuzione prodotti realizzati seguendo tutti gli standard etici e di rispetto delle leggi sul lavoro, cercando di mantenere un prezzo di vendita che non renda i prodotti fuori mercato”.

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