L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero padovano Sergio Dini e affidata agli uomini del comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, è nata dopo una serie di controlli incrociati e verifiche realizzate sul territorio veneto. Le sorprese non sono mancate.
All’attenzione della Forestale, in particolare, un poker di mercatini dei prodotti a chilometro zero, uno a Padova in piazza De Gasperi, e tre nell’alta padovana a Vigodarzere, Cadoneghe e a Cittadella. Sono del territorio i quattro piccoli produttori agricoli che vendevano ortaggi (per lo più insalata, zucchine, carote e patate) ma anche frutta (mele) spacciandoli come propri.
In merito alle informazioni sulle indagini relative a presunte irregolarità nella vendita dei prodotti nei mercati agricoli Pierluigi Argenton, presidente dell’Associazione Agrimercato delle Terre del Santo commenta che “le aziende agricole che partecipano ai nostri mercati di vendita diretta sono quotidianamente controllate sia per quanto riguarda l’origine che la provenienza dei prodotti agricoli”.
“Il nostro regolamento – aggiunge Argenton – parla chiaro: sono ammessi solo prodotti al 100%% aziendali e non tolleriamo scorciatoie o comportamenti che possano in qualche modo danneggiare chi lavora in modo onesto. Il “km zero” ormai è un vero e proprio “patrimonio sociale” intorno al quale però non manca chi se ne appropria indebitamente mettendo a repentaglio la serietà dei produttori e la fiducia dei consumatori. Pertanto il nostro sistema allontana subito e automaticamente chi non rispetta le regole, come è già accaduto”.
“Ben vengano quindi anche ulteriori controlli – conclude il presidente dell’Agrimercato – da parte delle autorità preposte alle quali va la nostra massima fiducia e collaborazione. I Mercati di Campagna Amica operano nella piena trasparenza e siamo ogni giorno in prima linea in difesa del vero e autentico km zero”.