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                      Novacoop divorzia da Eataly. Il botta e risposta tra Dalle Rive e Farinetti

                      Novacoop ha deciso di separarsi dall’azienda di Oscar Farinetti dopo un lungo periodo di collaborazione. Ernesto Dalle Rive, presidente del gruppo, in un’intervista su La Stampa ha spiegato senza mezzi termini che Eataly, con un assortimento “ormai reperibile anche nel supermercato sotto casa”, sarebbe diventata di fatto un concorrente diretto della Gdo tradizionale. Si dice sconcertato il patron di Eataly, che i giorni seguenti sulla stessa testata ha replicato: “Il 95% dei prodotti in vendita da Eataly sono di piccoli e medi produttori di eccellenza che è molto raro trovare nella grande distribuzione”. E ha colto l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa: “Non sono loro che se ne sono andati, bensì noi che li abbiamo gentilmente accompagnati alla porta, sia chiaro”

                       

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      Secondo il presidente di Novacoop Eataly sarebbe diventata troppo commerciale, in pratica un concorrente della Gdo

                      “Non ci credo. Faccio fatica a credere alle mie orecchie”. Sono parole a dir poco sconcertate quelle di Oscar Farinetti il giorno dopo l’uscita, su La Stampa, di un’intervista a Ernesto Dalle Rive, in cui il presidente di Novacoop commentava l’uscita del gruppo da Eataly. Sconcertate, incredule e anche amareggiate, in linea con lo stato d’animo di un partner tradito. Perchè così si sente il patron del gigante dell’alto cibo italiano, dopo essere stato silurato da per una proposta assortimentale giudicata “ormai commerciale”, in sovrapposizione con quella di Novacoop.

                       

                      “Abbiamo notato che con il passare degli anni Eataly è andata incontro alle esigenze di un consumo sempre più di massa e legato anche ai prodotti della grande industria  – sottolineava Dalle Rive nella sua intervista – C’è stata un’evoluzione dell’offerta, che incrociandosi con una nostra politica di ricerca dell’eccellenza, ha portato a una sovrapposizione”. Detta senza tanti giri di parole: “Eataly è nata come punto vendita votato alle eccellenze enogastronomiche italiane, peccato che orma ci si possano trovare anche prodotti che tutti possono trovare nel supermercato sotto casa, oltretutto a prezzo notevolmente minore, e quindi, per non far sfigurare i nostri prodotti vicini a quelli dozzinali attualmente venduti da Eataly, ce ne andiamo”.

                       

                      Un addio in piena regola, qundi, quello di Novacoop, che pare anche essere stato determinato dalle mutate esigenze del gruppo distributivo in merito al suo posizionamento strategico all’interno di Eataly. “Abbiamo preso coscienza che il nostro sostegno concreto, a suo tempo determinante proprio per conoscere la grande distribuzione, oggi non lo è più, perché Eataly può muoversi in autonomia. Abbiamo evidenziato la nostra determinazione, e Eataly l’ha accolta. Capivano che la nostra presenza o si legava a un protagonismo maggiore nelle politiche della società, ma ci sarebbe stata una certa sovrapposizione, o niente”.

                       

                      Ma Farinetti decisamente non ha gradito sentire che i suoi prodotti d’eccellenza vengono etichettati dozzinale paccottiglia da discount e ha affidato subito la sua replica allo stesso quotidiano (leggi qui), esponendo la sua versione dei fatti, completamente differente. “Faccio fatica a credere che Dalle Rive abbia fatto commenti negativi sul nostro assortimento. Io non mi permetterei mai di giudicare in pubblico l’assortimento Coop, che comunque giudico ottimo, anche se completamente diverso dal nostro”.

                       

                      E riguardo alla velata accusa di Novacoop di aver in fondo tradito la propria mission vendendo anche prodotti da normale supermercato sotto casa? “Rispondo volentieri. Così almeno colgo l’occasione per dirvi i numeri veri. Meno del 5% del nostro assortimento è in comune con la grande distribuzione. Si tratta di prodotti di buona qualità che ci aiutano a coprire la fascia del nostro primo prezzo. Il 95% dei prodotti in vendita da Eataly sono di piccoli e medi produttori di eccellenza che è molto raro trovare nella grande distribuzione”.

                       

                      Solo il 5% quindi. Ma un cinque per cento di prodotto ordinari e dozzinali che mal si coniugano con la filosofia di Eataly. Come si spiega quindi la loro presenza, per quanto esigua, nel supermercato più cool del mondo? “Perché anche la grande distribuzione di fatto produce qualche prodotto molto buono, certo. – replica Farinetti, che approfitta dell’occasione per togliersi anche un sassolino dalla scarpa – Non sono loro che se ne sono andati, bensì noi che li abbiamo gentilmente accompagnati alla porta, sia chiaro”.

                       

                      Il divorzio, ad ogni modo, sarebbe stato consensuale e in “totale armonia”, viene specificato da entrambe le parti. “Abbiamo prospettato loro di uscire con un ottimo guadagno oppure di restare con una quota minore in un progetto più grande. – spiega Farinetti – Il tutto con ampia soddisfazione di entrambi”. E conclude: “Mai con Novacoop si è discusso di assortimenti e mai il presidente Dalle Rive ci ha esternato perplessità. Anzi, siamo sicuri di godere da parte di Novacoop della stessa stima che nutriamo per loro”.

                       

                      Insomma, un divorzio con il sorriso. Di circostanza, perchè l’amaro in bocca, a quanto pare, resta da entrambe le parti.

                       

                       

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