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                      Nutriscore, si riaccende il dibattito: il caso Carrefour e il suo epilogo

                      Torna al centro delle cronache il Nutriscore, dopo la decisione dell’Antitrust di imporre a Carrefour Italia l’obbligo di informare i consumatori – attraverso una campagna di informazione nei punti vendita e sul sito – che l’etichetta a semaforo, aplicata su alcuni prodotti, “è sviluppata su valutazioni scientifiche non universalmente riconosciute e condivise”. Dal canto suo Carrefour, accogliendo positivamente la conclusione dell’istruttoria dell’Agcm, comunica altresì che il Nutriscore non verrà applicato sui prodotti a marchio, sulle Dop e le Igp e in generale sui prodotti della tradizione gastronomica italiana

                      Dalla Redazione

                      Si riaccende il dibattito su Nutriscore, l’etichetta nutrizionale a semaforo che dovrebbe svilupparsi in Europa nell’ambito della strategia Farm to Fork, e che da sempre vede l’Italia fra i principali oppositori (leggi qui).

                      L’ultima notizia è che l’Agcm ha obbligato le società GS spa, Carrefour Italia e Iterdis a inserire un’avvertenza di precisazione relativa al Nutriscore da loro adottato in Italia. Grazie a questo intervento i consumatori dovranno essere informati che il sistema a semaforo è sviluppato su valutazioni scientifiche non universalmente riconosciute e condivise”, spiega il sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni, ricordando che “in questi mesi, come Governo, ci siamo battuti fortemente, in ogni sede istituzionale, contro il sistema di etichettatura di ideazione francese, assolutamente penalizzante del nostro sistema agroalimentare”.

                      “L’etichetta Nutriscore è pericolosa per il suo eccesso di semplificazione nella classificazione della qualità nutrizionale degli alimenti ed è positivo che la recente delibera dell’Antitrust abbia chiarito ai consumatori che si tratti di un sistema di classificazione non obbligatorio”, è il parere anche di Alleanza cooperative agroalimentari, che nelle parole del presidente Carlo Piccinini commenta i provvedimenti pubblicati nel bollettino Antitrust n. 29 del 1° agosto nei confronti del gruppo distributivo d’oltralpe.

                      Chiusa l’istruttoria dell’Agcm, la replica di Carrefour non si fa attendere. “Carrefour Italia accoglie con soddisfazione la positiva conclusione dell’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in merito all’impegno dell’azienda a non utilizzare il sistema di etichettatura nutrizionale Nutriscore sui prodotti italiani”, spiega il ramo italiano della grande catena di distribuzione francese, come riporta Winenews.

                      Carrefour Italia, in accordo con l’Autorità, non applicherà l’etichetta Nutriscore su prodotti private label, commissionati da Carrefour Italia ai propri fornitori e commercializzati in Italia e/o all’estero; su prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta (Igp), sulle specialità tradizionali garantite (Spt) e sui prodotti agroalimentari tradizionali (Pat); sui prodotti della tradizione gastronomica italiana (salumi, formaggi, olio di oliva), a prescindere dal luogo di produzione (Italia o estero); sui prodotti a marchio Terre d’Italia”.

                      Carrefour Italia, spiega ancora la nota, continuerà a includere nel proprio assortimento una selezione limitata di prodotti private label, commercializzati in Italia dalla società francese Interdis, facente parte del Gruppo Carrefour France, che adotta il sistema di etichettatura nutrizionale volontaria Nutriscore. “L’offerta verrà accompagnata da una campagna d’informazione in tutti i punti vendita e sul sito internet, sui motivi per cui alcuni prodotti recano il Nutriscore e gli strumenti necessari per una corretta interpretazione del sistema di etichettatura nutrizionale. Tale campagna d’informazione è stata infatti giudicata idonea dall’Autorità a orientare le scelte di acquisto dei consumatori in materia di nutrizione senza generare fraintendimenti”.

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