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                      Opo Veneto spinge sull’asparago. Bellò: «Può fare il percorso del radicchio»

                      Asparagi Badoere
                      Disponibile per tre mesi, da marzo a maggio, l’asparago, sia in versione bianca che verde, rappresenta secondo il manager veneto “una grandissima opportunità per i produttori, soprattutto se alternato agli altri due prodotti di eccellenza, il radicchio e la patata americana”. In futuro si proverà a vendere il prodotto anche sfuso per ridurre i costi legati al confezionamento

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Mostra asparago Badoere

                      La 48.ma Mostra dell’Asparago di Badoere Igp

                      I volumi produttivi dell’asparago di Badoere IGP (bianco e verde) e dell’asparago bianco di Cimadolmo IGP sono per ora piuttosto contenuti e destinati in buona parte al mercato locale. Ci troviamo nella Marca Trevigiana, dove scorrono i fiumi di risorgiva Sile, Dese e Zero, in un habitat particolarmente adatto a questa coltura. Secondo gli operatori locali qui cresce il miglior asparago d’Italia, in termini di sapore, come emerge dai test comparativi che ogni anno vengono svolti. Il lavoro, soprattutto per l’asparago bianco, che rappresenta in Veneto l’80 per cento della produzione, è ancora svolto manualmente, sia in fase di produzione che di confezionamento, e questo, assieme a tecniche a basso impatto ambientale a difesa della biodiversità, giustifica prezzi al pubblico elevati, che possono avvicinarsi anche ai 10 euro al chilo.

                       

                      Bellò e Arrigoni

                      Cesare Bellò e Francesco Arrigoni di OPO Veneto

                      OPO Veneto commercializza oggi circa 400 tonnellate di asparagi nei mesi di marzo, aprile e maggio ed è il braccio operativo del Consorzio dell’Asparago di Badoere IGP. Cesare Bellò, consigliere delegato, ha spiegato in un incontro tenutosi il 2 maggio, che “l’asparago rappresenta per i produttori una grande opportunità, avendo sempre dato negli ultimi anni soddisfazione dal punto di vista economico, soprattutto se in combinazione con la patata americana e il radicchio di Treviso. Ora stiamo incentivando i produttori a investire maggiormente in questa coltura, per aumentare la produzione, estendere il calendario di commercializzazione e meccanizzare parte del processo produttivo e di confezionamento. La vendita a mazzo ad esempio potrebbe essere sostituita in certi canali con la vendita sfusa a pezzo. Il fatturato in crescita esponenziale, che abbiamo già sperimentato sul radicchio, potrebbe replicarsi con successo sugli asparagi”.

                       

                      Asparago bianco

                      Il momento della raccolta dell’asparago bianco

                      In Italia la produzione di asparagi si estende su quasi 6.500 ettari, coltivati prevalentemente in pieno campo, ma anche in serra. La Puglia è la prima regione produttrice di asparagi verdi, destinati prevalentemente al mercato fresco. La produzione pugliese rappresenta circa il 35 per cento di quella nazionale ed è concentrata nella provincia di Foggia. Gli asparagi bianchi, invece, sono coltivati soprattutto nel Veneto che oggi rappresenta oltre il 75 per cento degli asparagi bianchi prodotti sul territorio nazionale. Gli asparagi violetti sono una produzione piccola, di nicchia, sviluppata soprattutto in Liguria. Superfici interessanti riguardano anche Piemonte ed Emilia-Romagna (in particolare nella provincia di Ferrara). Infine in Campania, così come in Sicilia, si è sviluppata la produzione in serra per ottenere asparagi precoci.

                       

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