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                      Consumi sostenibili? Gli italiani sono sempre più attenti e consapevoli, lo mette in evidenza LifeGate nel nuovo studio sugli stili di vita. L’osservatorio, alla sua seconda edizione, mette in evidenza un “effetto EXPO” che si riflette in particolare sul cibo: il 52% degli intervistati preferisce acquistare prodotti a chilometro zero e il 47% privilegia i prodotti da agricoltura biologica. A parità di sostenibilità, inoltre, l’80% degli interlocutori dichiara di preferire l’acquisto di prodotti Made in Italy

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      L’amministratore delegato di LifeGate, Enea Roveda (photo credits Lifegate)

                      Cos’è cambiato tra il prima e il dopo EXPO nel rapporto degli italiani con le principali articolazioni di un approccio sostenibile alla vita? Una risposta dettagliata è emersa dalla presentazione dell’Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile, l’indagine qualitativa condotta congiuntamente da LifeGate, punto di riferimento per la sostenibilità in Italia, e dall’istituto di ricerca sociale, economica e di opinione Eumetra Monterosa, in collaborazione con i main sponsor Coop Lombardia, Ricola e Unipol Gruppo. La presentazione, introdotta dal CEO di LifeGate Enea Roveda e illustrata dal sociologo Renato Mannheimer, si è tenuta il 31 marzo scorso a Milano. È intervenuto con un messaggio video anche il ministro dell’Ambiente  Gian Luca Galletti, che ha sottolineato come non possa esistere “un modello di crescita comune che prescinda dal rispetto dell’ambiente, dalla sua valorizzazione come elemento di sviluppo, dalla riduzione dell’inquinamento, da un ‘vivere sostenibile’ nelle scelte che si compiono quotidianamente”.

                       

                      Giunto alla sua seconda edizione, l’osservatorio monitora a cadenza annuale le percezioni degli italiani rispetto ai principali aspetti della sostenibilità, indagando le declinazioni del concetto di sostenibilità in termini di livello di conoscenza, atteggiamenti, comportamenti di consumo e di acquisto. Per farlo prende in esame un campione di mille intervistati, rappresentativo della popolazione nazionale maggiorenne.

                       

                      Il dato che salta subito all’occhio è che l’approccio positivo degli italiani verso il tema della sostenibilità, a dispetto della crisi, si è rafforzato dopo Expo. Infatti, se prima dell’Esposizione Universale si rilevavano – nei dati del primo osservatorio – atteggiamenti di consumo e di acquisto consapevoli da parte di una quota consistente della popolazione (23%), in questa seconda edizione il trend appare ancora più evidente e robusto. Non solo la percentuale di italiani convinti che della sostenibilità non si possa fare a meno anche in tempo di crisi è salita dal 27 al 37%, così come è passata dal 17 al 22% la quota di coloro che ritengono sia una tendenza da cavalcare, ma soprattutto è cresciuto il livello di dimestichezza e di comprensione dei “vocaboli” della sostenibilità: la familiarità con questi termini, sempre più frequenti nel linguaggio comune, è  aumentata del 5%. L’energia rinnovabile è il concetto più popolare.

                       

                      lifegate copDal quadro generale tratteggiato dall’Osservatorio emerge che circa 2/3 degli italiani collocano il tema della sostenibilità davanti alla crisi economica. Alla domanda «In un momento di crisi economica, le persone hanno cose più urgenti di cui occuparsi della sostenibilità», infatti, il 27% risponde di non essere per nulla d’accordo: ben 18 punti percentuali in più rispetto al dato dell’anno scorso.

                       

                      Il cosiddetto “effetto Expo” si traduce anche in una più diffusa consapevolezza ambientale coerentemente tradotta nell’adozione di pratiche virtuose: l’86% degli intervistati, infatti, dichiara di fare sempre la raccolta differenziata (+18 p.p. vs. 2015) e il 36% evita di utilizzare l’auto ogni qual volta sia possibile (+24 p.p.). Inoltre, è cresciuta di 21 punti la quota di italiani che dichiara di consumare alimenti a chilometro zero, che si attesta al 33%. Di tutto rilievo è anche l’incremento in doppia cifra nell’indice di disponibilità all’acquisto di beni sostenibili. Il 61% del campione, infatti, acquisterebbe elettrodomestici a basso consumo anche a fronte di un prezzo superiore, il 61% lampadine a LED per illuminare casa e il 26% è disposto a spendere di più per comprare energia da fonti rinnovabili.

                       

                      Non passa infine inosservato l’effetto EXPO sul cibo, riflesso nella preferenza accordata dal 52% degli intervistati all’acquisto di prodotti a chilometro zero, appunto, e nel 47% del campione che privilegia i prodotti da agricoltura biologica. A parità di sostenibilità, inoltre, l’80% degli intervistati dichiara di preferire l’acquisto di prodotti Made in Italy.

                       

                      Gli aspetti più importanti nelle scelte sostenibili? Secondo le rilevazioni LifeGate ed Eumetra Monterosa al primo posto tra le motivazioni figura il senso di responsabilità per le generazioni future (85% delle indicazioni), seguita dalla ricerca del benessere e dall’amore per l’ambiente(81%).

                       

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