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                      Otto varietà di mele del trentino ottengono il riconoscimento IGP

                      Da oggi le mele trentine possono utilizzare il marchio Igp – acronimo di indicazione geografica protetta – grazie al riconoscimento ufficiale da parte della Commissione Europea. L’Igp interessa in totale otto varietà di mele prodotte sul territorio trentino: Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Fuji, Morgenduft, Renetta, Granny Smith, Pinova. Un procedimento lungo e complesso iniziato tre anni fa con l’invio del primo dossier a Bruxelles per iniziativa della Federazione Trentina della Cooperazione e che, dopo una complessa istruttoria, ha visto una chiusura positiva con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea a marzo di quest’anno. Dopo tre mesi in cui non si sono registrate opposizioni, il marchio Igp-Mele del Trentino è ora ufficialmente registrato. Un marchio che contribuirà a valorizzare ancora di più il territorio e il turismo, ma anche il settore: la coltivazione delle mele rappresenta infatti una delle attività agricole più importanti del trentino, che vede una  produzione annua superiore alle 500.000 tonnellate (circa 25% della produzione italiana e 4% di quella europea) e un fatturato annuo da oltre 300 milioni di euro 

                      Dalla Redazione

                      mele igp

                      È ufficiale: otto varietà di mela del Trentino si possono fregiare del marchio europeo Igp – Indicazione Geografica Protetta. Le varietà sono: Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Fuji, Morgenduft, Renetta, Granny Smith, Pinova. Il risultato, particolarmente significativo che premia l’intera filiera di produzione melicola del territorio, è stato presentato il 2 luglio alla Federazione Trentina della Cooperazione durante una conferenza stampa,  che ha visto partecipi i promotori dell’iniziativa comunitaria: organizzazioni di produttori, Federazione, Provincia autonoma, Fondazione Fem.

                      “L’iter per il riconoscimento del marchio – ha affermato il presidente dell’associazione di imprese promotrici Michele Odorizzi (Melinda) – è stato lungo e tortuoso, ma alla fine siamo riusciti a portarlo a termine in maniera positiva. Il primo dossier era stato inviato a Bruxelles tre anni fa, nel 2017, per iniziativa della Federazione Trentina della Cooperazione (l’allora vicepresidente Luca Rigotti)”. Rigotti ha ricordato le difficoltà incontrate, soprattutto a Bruxelles, superate comunque dalla compattezza del settore e dalle valide argomentazioni proposte. “Adesso – ha auspicato Rodolfo Brochetti de La Trentina, uno degli enti promotori – si apre la possibilità di nuove collaborazioni e convergenze nel mondo frutticolo”.

                      La rappresentante legale della Federazione Patrizia Gentil ha evidenziato il ruolo della cooperazione, coesa e motivata a raggiungere l’obiettivo. “Un vanto per tutto il Trentino – sottolinea l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli -. La melicoltura è un settore che rappresenta la storia dell’agricoltura locale. Il messaggio implicito nel marchio parla di qualità, salubrità e attenzione ai consumatori, e non mancherà di avere positivi riflessi anche sul turismo”.

                      A ripercorrere le tappe principali del percorso burocratico, il referente tecnico del progetto Silvio Canestrini: il primo passo ha visto la costituzione di una Ats (Associazione Temporanea di Scopo) fra i consorzi Melinda, La Trentina, le cooperative di produttori Sant’Orsola, SFT (Apofruit) e Mezzacorona e la presentazione della documentazione necessaria presso il Ministero per le politiche agricole. Affidata invece alla Fondazione Edmund Mach la predisposizione dell’intera e complessa documentazione storica, tecnica e socio-economica, che ha messo in evidenza anche tutte le più recenti acquisizioni scientifiche in grado di confermare la peculiarità qualitative dei frutti prodotti in Trentino.

                      Così, nell’agosto del 2017 la domanda approda a Bruxelles e, dopo una lunga e complessa istruttoria conclusasi positivamente, viene pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea a marzo di quest’anno. Dopo tre mesi in cui non si sono registrate opposizioni, il marchio Mele del Trentino Igp è stato registrato.

                      L’indicazione geografica protetta rappresenta lo strumento per tutelare e valorizzare le mele di tutto il Trentino. Le mele del territorio provinciale per qualità organolettiche, reputazione, storia, tradizione, capacità dei produttori di organizzarsi fare sistema proponendo innovazioni non temono confronti in Italia e nel mondo. Inoltre, l’ottenimento dell’Igp può contribuire alla valorizzazione delle mele trentine anche attivando sinergie di promozione dei prodotti trentini con altri settori economici quali turismo, artigianato e commercio”.

                      La coltivazione delle mele rappresenta una delle attività agricole più importanti del territorio trentino. La produzione annua è superiore alle 500.000 tonnellate (circa 25% della produzione italiana e 4% di quella europea). Il fatturato annuo supera i 300 milioni di euro. Oltre il 90% delle mele viene conferito da oltre 5.000 soci produttori a 32 cooperative ortofrutticole che si sono associate nelle Organizzazioni di Produttori (Op) per ottenere la massima efficienza nella conservazione, confezionamento e commercializzazione del prodotto. Le cooperative ortofrutticole garantiscono lavoro a oltre 1.400 dipendenti, e per la produzione 2018 hanno remunerato i soci con quasi 200 milioni di euro.

                      Le otto varietà interessate al marchio IGP sono tipiche del Trentino per le caratteristiche di sapore gradevolmente acidulo, equilibrato e piacevole, oltre a forma, colorazione, consistenza, grado zuccherino, polifenoli. Caratteristiche che, nel disciplinare di produzione, sono dettagliate dal punto di vista tecnico secondo specifici parametri. Nel disciplinare sono definite anche le tipologie di impianto, le modalità di coltivazione, raccolta e conservazione e il limite massimo di produzione (96 t/ha), mentre il marchio può essere utilizzato da tutti i produttori e trasformatori che vorranno aderire e sottostare alle regole del disciplinare di produzione approvato e ai controlli dell’ente di certificazione.

                      Infine, il presidente Odorizzi ha voluto ringraziare gli attori che a vario titolo hanno contribuito al prestigioso riconoscimento comunitario: assessorato all’agricoltura della Pat (assessore, dirigenti e funzionari) per l’incoraggiamento iniziale e la preziosa e fattiva collaborazione, la Federazione Trentina della Cooperazione che è stata catalizzatore dell’iniziativa ed in seguito ha garantito il supporto tecnico e logistico, la Fondazione E. Mach (direzione, dott.ssa Venturelli e in particolare ricercatori Fadanelli, Costa e Mattivi) per la predisposizione della documentazione allegata alla domanda di riconoscimento, Confcooperative/Fedagri (dott. De Leo e dott. Pofferi) supporto nell’interlocuzione con il MIPAAF e UE, Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari e Forestali (dott. Di Barolomeo e Morelli), Camera di Commercio ed altri Enti che hanno garantito collaborazione, membri fondatori dell’Ats (Melinda, La Trentina, Mezzacorona, SFT e Sant’Orsola) che hanno subito creduto nell’iniziativa.

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