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                      Palermo, anche la Gdo nel mirino del racket del clan Misilmeri. Sei arresti

                      Sono stati arrestati a Palermo sei esponenti del clan mafioso dei Misilmeri, accusati di associazione a delinquere ed estorsione ai danni di alcuni imprenditori del territorio, tra cui il titolare di una società del settore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati

                      Dalla Redazione

                      Sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Misilmeri e del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Palermo sei esponenti del clan dei Misilmeri, accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. I sei malavitosi, tra capi e gregari, sono stati portati nel carcere Pagliarelli di Palermo in attesa dell’interrogatorio di garanzia in programma davanti al gip nei prossimi giorni. Le accuse parlano di estorsione ai danni del settore edile, agroalimentare e della grande distribuzione, come riporta Sky Tg 24.

                      L’operazione, denominata “Fenice”, è il sesto blitz in 14 anni contro il mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, clan tra i più attivi in provincia di Palermo, che nonostante le decine e decine di arresti subiti dai suoi esponenti è stato in grado comunque di riorganizzarsi e di controllare a tappeto le attività economiche del territorio. Per mantenere il predominio nel territorio sono stati commessi omicidi ed è stato imposto il pizzo a tappeto ai commercianti della zona.

                      Sussistono gravi indizi per affermare l’esistenza e la piena operatività dell’organizzazione criminale – si legge in una nota ufficiale – nel territorio di Misilmeri, immortalando un contesto caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza e all’imposizione del pizzo a commercianti ed imprenditori. L’attività d’indagine ha consentito di acquisire gravi indizi in merito all’evoluzione strutturale ed operativa della famiglia, alla identificazione dei consociati, all’accertamento degli illeciti interessi e al condizionamento del tessuto socio-economico”.

                      L’inchiesta condotta nell’ambito dell’operazione Fenice ha messo in luce numerose estorsioni. Sotto il ricatto del racket erano finite le imprese edili e il settore della grande distribuzione alimentare. I nuovi boss avevano nel mirino, fra gli altri, un impresario del settore edile impegnato nella realizzazione di un grosso impianto di rifornimento di carburanti, il titolare di una società del settore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati e un imprenditore alimentare, proprietario di un’azienda avicola del territorio. In questi tre casi gli inquirenti hanno documentato le numerose estorsioni.

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