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                      Paniere Zero Residui: nasce la rete di imprese per valorizzare l’ortofrutta green in Gdo

                      Paniere Zero Residui

                      A sinistra le sorelle Busana, titolari de L’Insalata dell’Orto, con Marco Pacifico; a destra Sara Menin e Pacifico

                      Il residuo zero piace agli italiani. Negli ultimi cinque anni la percezione dei consumatori verso l’ortofrutta senza residui di prodotti fitosanitari è migliorata, come emerge da una recente indagine del Monitor Ortofrutta di AgroTer. Pensando al pomodoro, prodotto orticolo di riferimento, potendo scegliere un solo attributo garantito, chi fa la spesa propende nel 27% dei casi per “l’assenza di residui di pesticidi” (era il 22% nel 2018), opzione seconda solo al “gusto in linea con le mie aspettative” (38%) e davanti a provenienza (16%), tracciabilità di filiera (8%) e prezzo più basso a parità di qualità (7%). Segnali incoraggianti che hanno spinto L’Insalata dell’Orto ed Evergreen Group a lanciare il progetto Paniere Zero Residui.

                      Si tratta di un contratto di rete tra operatori del settore, un progetto aperto ad altre realtà che, grazie al nuovo brand, ha l’obiettivo di veicolare in distribuzione l’offerta a residuo zero. La presentazione ufficiale è avvenuta a Fruit Logistica, dove Marco Pacifico, presidente della rete d’imprese Paniere Zero Residui, e Sara Menin, membro del comitato esecutivo, hanno alzato il sipario sul nuovo marchio.

                      Paniere Zero ResiduiUn nuovo segmento di mercato

                      “Il consumatore cerca messaggi chiari e immediati, crediamo che il residuo zero sia una risposta valida, che possa promuovere una filiera sempre più sostenibile – spiegano Pacifico e Menin -. Crediamo nella creazione di un nuovo segmento di mercato che raccolga i prodotti ortofrutticoli che al momento della raccolta non hanno trattamenti chimici. Una nuova garanzia certificata da comunicare in modo sinergico al consumatore: per questo vogliamo fare squadra in primis tra i produttori, aggregando l’offerta, e poi lavorare assieme alla Gdo per aumentare la visibilità di questi prodotti al consumo”.

                      “L’aggregazione dell’offerta è fondamentale per la costruzione di un paniere e per avere un impatto sulla Gdo: in questo modo il distributore ha la possibilità di fare una politica commerciale specifica sul residuo zero – hanno continuato -. Le aziende che fanno parte della rete possono poi lavorare con obiettivi e strumenti comuni, parliamo di un’aggregazione lineare dell’operatività. In Italia il residuo zero è un’autocertificazione che il produttore può fare con l’ente che preferisce, seguendo le indicazioni che l’ente stesso fornisce. Noi come Paniere proponiamo uno step in più: oltre alla propria certificazione, un’impresa per entrare nel Paniere Zero Residui deve accettare il disciplinare interno, in modo da rendere uniformi gli standard e poter dare al consumatore la certezza di ciò che sta acquistando”.

                      Isole dedicate in Gdo

                      Paniere Zero Residui parte con 14 famiglie di prodotti: pomodoro, cocomero, frutti di bosco, zucca, carota, melone, agrumi (limoni, arance, clementine), radicchio, funghi, finocchio, fiori commestibili, baby leaf, insalate, zucchine. La rete di imprese di Paniere Zero Residui può proporre al retail un’isola dedicata in punto vendita, dove il consumatore possa trovare tutti gli articoli con il brand unico Paniere Zero Residui. Un modo per dare visibilità all’allestimento, trasmettendo il valore di una proposta commerciale innovativa e sostenibile.

                      La ricerca di AgroTer ha approfondito la percezione del consumatore rispetto all’offerta a residuo zero. A parità di prezzo e qualità, una produzione in cui sia garantita l’assenza di residui di sostanze chimiche al momento della vendita è preferita dall’8,3% dei consumatori italiani (contro il 6,1% del 2019) e sono soprattutto le donne ad essere sensibili a questo aspetto (9,3%). Inoltre il 60% dei consumatori sostiene di preferirebbe trovare tutti i prodotti a residuo zero in un’apposita area dedicata all’interno del punto vendita.

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