di Eugenio Felice
È curioso che in Italia le migliori mele club non si trovino nei supermercati a prezzi superiori a 2,69 euro la kg, e che anzi ci siano mele vendute in offerta o in continuativo sotto a 1 euro, come le Red Delicious in sacco da Esselunga, mentre a Parigi la mela più tradizionale, la Golden Delicious, è venduta sfusa senza tanti problemi a 4,99 euro al kg. Ce ne siamo accorti a fine febbraio quando ci siamo recati nella capitale francese e per caso siamo entrati in alcuni supermercati. Prima da Carrefour, dove le mele Golden Delicious, anche piuttosto stanche in verità, in una bella cassetta di legno erano vendute a 4,50 euro al kg. Poi da Franprix, dove diverse varietà di mele, tra cui le Golden, erano vendute sfuse addirittura a 4,99 euro al kg.
Franprix si presenta, nel punto vendita di piazza Victor Hugo, con l’ortofrutta tutta esposta di fuori, sul ciglio della strada, con il marciapiede che la separa dal negozio vero e proprio. Una scelta molto caratterizzante. Va detto, comunque, che Parigi è un caso a sé stante. “In Francia si possono trovare mele da 1 euro a 4 euro e anche oltre”, ci riferisce il direttore commerciale di una delle aziende di punta della melicoltura transalpina. “A volte i distributori esagerano e questo è il motivo per cui Lidl vende il doppio delle mele rispetto alla sua quota di mercato nella distribuzione francese. È una grande sfida per i coltivatori di mele. C’è una relazione inversamente proporzionale tra prezzo e quantità: più sono alti i prezzi, meno mele si vendono”.
Ma la preoccupazione reale non è tanto per le bizze della grande distribuzione. Nelle settimane in cui ci siamo recati a Parigi si potevano trovare in alcuni Carrefour delle mele polacche. “Alcuni punti vendita a insegna Carrefour si approvvigionano dal Mercato di Rungis e da lì vengono le mele polacche”, ci spiega l’operatore francese. “La Polonia è il più grande produttore europeo di mele. Hanno sviluppato un’industria competitiva, nel rapporto qualità – prezzo, con i soldi di noi europei e senza avere un mercato di sbocco. Questo è un esempio della stupidità delle politiche comunitarie. Alla fine un disastro per tutti, a partire dai coltivatori di mele polacchi. Sul mercato interno per noi le mele polacche non costituiscono un problema – conclude – ma lo diventano su tutti i mercati di esportazione“.
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