L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Parte tardi, prodotto a volte marcio, dall’estero. Frutta nelle Scuole è un flop?

                      Frutta acerba o troppo matura, prodotti fuori stagione, e quindi spesso di provenienza estera, qualità scarsa e origine non certificata. In alcuni casi si parla pure di intossicazioni. C’è molto malumore sul progetto Frutta nelle Scuole, l’iniziativa comunitaria nata con l’intento di promuovere una dieta sana a partire dall’infanzia, che negli ultimi bandi ha visto numerose lacune. Quest’anno la distribuzione di frutta fresca nelle classi elementari italiane è partita con un enorme ritardo, a primavera inoltrata. E a causa di una burocrazia farraginosa alcuni fornitori sono costretti a fare riferimento a prodotto di origine estera: cosa che ha scatenato non poche polemiche

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Un’albicocca ammuffita in un cestino di Frutta nelle Scuole (fonte TraniViva.it)

                      Già nei due precedenti bandi si era parlato di frutta acerba o troppo matura, di prodotti spesso di origine non italiana, di spreco di risorse e di gestione del servizio che faceva acqua da più parti. Il Fatto Alimentare ha dedicato servizi approfonditi sulle inefficienze del progetto e soprattutto sulla scarsa qualità dei prodotti ortofrutticoli – a volte ammuffiti – dati come merenda ai più piccoli, mentre Altroconsumo, in un servizio che abbiamo riportato qualche tempo fa (leggi qui), parlava di “frutta indigesta” riferendosi anche ai problemi legati alla sostenibilità dell’iniziativa (troppi rifiuti generati dagli imballaggi mono dose).

                       

                      Oggi torna a viva voce l’insoddisfazione sul progetto Frutta nelle Scuole, l’iniziativa comunitaria volta a promuovere una dieta sana a partire dall’infanzia, che prevede la distribuzione di frutta e ortaggi freschi nelle scuole al posto di merendine e snack ipercalorici.

                       

                      Partito con enorme ritardo a primavera inoltrata, quindi già nel secondo semestre, quest’anno il progetto per l’Italia ha visto il forfait di tre big del settore ortofrutticolo come Apofruit, Apo Conerpo e Orogel Fresco, grandi protagonisti dell’iniziativa fin dalle sue prime edizioni, che hanno ritirato la propria canditatura per via di tempistiche sempre troppo strette e di un “quadro regolatorio incerto e poco trasparente” (leggi qui).

                       

                      I lotti per l’anno scolastico 2016/2017 sono stati assegnati in data 28 febbraio 2017 e la distribuzione nelle scuole è partita solo a marzo. I dettagli del bando sono consultabili sul sito del Mipaaf, dove si può leggere che le aziende assegnatarie quest’anno sono: lotto 1 e 2 Spreafico, lotto 3 e 6 O.P. Armonia – Consorzio Ortofrutticolo Padano, lotto 4 e 5 RTI KMC – O.P. Kiwi Sole – Corma – Melavì, lotto 7 e 9 Arca Fruit, lotto 8 O.P. Natura.

                       

                      La confezione di ciliegie ammuffite di Frutta nelle Scuole, vedi video

                      A poche settimane dalla fine dell’anno scolastico l’insoddisfazione dei genitori e degli insegnanti si rileva in più parti d’Italia. In Romagna, terra delle drupacee, ha fatto scalpore, in senso negativo, la distribuzione di albicocche di origine spagnola, peraltro di scarsa qualità rispetto al prodotto locale. La fornitura del prodotto era a carico di Op Kiwi Sole, a norma rispetto alla direttiva comunitaria che, da capitolato, prevede la distribuzione di frutta proveniente da Paesi della UE. La scelta, secondo l’azienda, è stata dettata ancora una volta dai limiti della burocrazia, che costringe i fornitori a fare riferimento all’estero per avere volumi importanti di prodotto in tempi stretti.

                       

                      Dal Sud Italia si leva invece la polemica per la scarsa salubrità dei frutti. Sul web e sui social circolano da settimane lettere e commenti di genitori e insegnanti che si lamentano per la qualità discutibile dei prodotti distribuiti – acerbi o troppo maturi, fuori stagione (e quindi conservati o di provenienza estera) o addirittura ammuffiti – e per la mancanza di igiene negli alimenti. C’è chi parla anche di frutta a pezzi in vaschette e sacchetti di plastica, con aggiunta di conservanti. Un video pubblicato da Olbia Nuova e diventato virale riporta la scoperta di una mamma, che ha trovato nello zaino del figlio una vaschetta di ciliegie ammuffite.

                       

                      Inoltre in diverse città del Sud Italia, come riporta un servizio di Radio Rtm, pare che alcuni bambini e insegnanti abbiano avuto problemi di salute, anche intossicazioni, legati probabilmente ai prodotti che sono stati mangiati nelle scuole. L’on. Nino Minardo si è rivolto al ministro Martina per chiedere una posizione in merito ai risultati deludenti del progetto. “Bisogna rivedere il sistema delle gare di appalto per le forniture, che dovrebbe essere a livello regionale, concentrando l’attenzione soprattutto sui prodotti locali di qualità che possono essere utilizzati con maggiori controlli. – sottolinea il deputato nella sua interrogazione – Le incongruenze riscontrate nel programma, tra l’altro, contraddicono quanto previsto dal progetto europeo stesso, ovvero la scelta privilegiata di prodotti frutticoli di qualità certificati (Dop, Igp, biologici) e/o ottenuti con metodi di produzione integrata”.

                       

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