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                      Pedroni (Coop Italia): «L’85% dell’ortofrutta è made in Italy»

                      Marco Pedroni Coop
                      Il numero uno di Coop Italia, in un’intervista pubblicata da CorrierEconomia lo scorso 23 giugno, vuole sfatare il mito del contadino buono e della grande distribuzione cattiva: “Direi che siamo dei buoni e leali alleati dell’agricoltura italiana”. Ogni anno il maggior distributore italiano vende ortofrutta per un valore di 1,2 miliardi di euro

                       

                      CorrierEconomia

                      Il problema non è la distribuzione quanto la capacità di creare un po’ più di valore a monte della lunga filiera che dai campi porta agli scaffali dei supermercati e ai carrelli della spesa. Marco Pedroni, numero uno di Coop Italia, ribalta la riflessione sullo strangolamento dell’agricoltura da parte della distribuzione che, anzi, nel caso delle coop, ha un ruolo più di partner che di controparte. “Occorre sfatare il mito del contadino buono e della grande distribuzione cattiva – afferma il presidente delle Coop -. Nella filiera entrano poi altri attori, a partire dall’industria agroalimentare”.

                       

                      Un’analisi di Nomisma mostra che negli ultimi 10 anni il settore agroalimentare è cresciuto, ma il valore aggiunto prodotto è in gran parte uscito dalla filiera a favore di attività di intermediazione, trasporti e processi intermedi di confezionamento; sia l’agricoltura sia la distribuzione hanno visto ridursi la loro quota di valore aggiunto. “Succede spesso – puntualizza Pedroni – che i prodotti su cui l’agroalimentare riesce ada avere un giusto prezzo (e guadagno) sono quelli freschi che la distribuzione vende nella propria rete, che coprono anche le perdite della cessione a prezzi ben più bassi all’industria di trasformazione”.

                       

                      Le coop di consumo sono la prima catena italiana e realizzano 9 miliardi di fatturato con i soli prodotti alimentari che comprano prevalentemente in Italia: “Il 94% delle carni e l’85% dei fornitori del prodotto a marchio sono italiani e oltre il 60% delle materie prime impiegate sono italiane”. Sui banchi dell’ortofrutta ogni anno si comprano prodotti freschi per 1,2 miliardi. “Direi che siamo dei buoni e leali alleati dell’agricoltura italiana”.

                       

                      Tutto il settore è presidiato attraverso percorsi di filiera, dall’ortofrutta alle carni, alle uova, al pesce, al latte e derivati, ai salumi, all’olio, al pomodoro. “Non è una novità dell’ultima ora, maturata a seguito degli ultimi scandali alimentari, bensì un’idea di presidio nata in Coop venti anni fa. Con l’introduzione del marchio Coop su quelle filiere si è completato il concetto di controllo con verifiche che partono dal campo fino alla vendita, certificate da enti esterni”.

                       

                      La scelta dei fornitori viene fatta sulla base di criteri di sicurezza, qualità e prezzo. “Ma Coop non ha un atteggiamento mercantilistico. Siamo un soggetto importante della crescita di tantissime piccole e medie imprese italiane, soprattutto grazie al prodotto a marchio Coop; i rapporti che abbiamo costruito con i fornitori dell’agro-industria hanno una logica di lungo periodo che ha permesso alle imprese di consolidare gli investimenti. A volte proprio l’intervento delle coop ha accelerato l’aggregazione in rete di piccole aziende, come in Sicilia dove 300 imprese aggregate riescono a vendere prodotti per oltre 300 milioni di euro”.

                       

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                      Fonte: CorrierEconomia