di Eugenio Felice
È un periodo storico strano. Mai come in questi anni la distribuzione organizzata, grande, media o piccola che sia, non ha le idee chiare su cosa la aspetta di preciso nei prossimi anni e su come reagire al cambiamento in atto. Da una parte le sfide del commercio elettronico e della ristorazione, dall’altra l’obbligo di efficientare i processi, anche – ma non solo – perché dal 2018 aprirà nel Nord Italia il tanto atteso Aldi. Come se non bastasse, il consumatore finale, sempre più attento a quello che mangia, non solo per questioni di linea ma anche per la salute, sta tornando a frequentare le “botteghe”, quei negozi specializzati – macellerie, panetterie, pescherie, fruttivendoli – che assicurano esperienza di acquisto, ampiezza e profondità di assortimento e, cosa determinante, il servizio assistito.
In attesa che la nebbia si diradi, la maggior parte delle catene distributive punta ancora a fidelizzare il consumatore con la più vecchia delle leve: il prezzo. Da Esselunga, che promette sottocosti e sconti che arrivano al 50 per cento, ad alcuni discounter, come Penny Market, che è arrivata addirittura a confrontare i prezzi di alcuni suoi prodotti con quelli del leader di mercato in Italia: Eurospin. Nel volantino dal 19 al 25 ottobre (immagine sopra), si vede uno scontrino di Eurospin con un totale di 25,73 euro e uno di Penny Market con gli stessi prodotti a 23,01 euro, vale a dire 2,72 euro in meno, cioè un risparmio del 10,6 per cento. Che sarebbe tantissimo.
Per l’insegna del gruppo tedesco Rewe, che ha recentemente acquisito sette punti vendita da TuoDì e ha messo sul piatto 200 milioni di euro di investimenti per il 2017 e il 2018, parliamo insomma di vera e propria pubblicità comparativa, come abbiamo visto fare anche in altri settori negli ultimi anni, ad esempio in quello telefonico. Curiosità: nello scontrino c’è anche un solo prodotto ortofrutticolo fresco, una confezione da 200 grammi di carote già tagliate a julienne, venduta a 0,99 euro da Eurospin e a 0,69 da Penny Market. Nient’altro, né una mela, né una busta di insalata già lavata, né delle banane, figuriamoci zuppe fresche o altri prodotti a elevato contenuto di servizio sempre più richiesti dai consumatori.
Non sappiamo, nel momento in cui scriviamo, come si comporterà Eurospin e se il confronto sarà fatto anche con altri competitor, come Lidl o MD. Ma parlare di prezzo senza parlare di qualità, ci pare un esercizio ai limiti della correttezza e senza senso, oltre che controproducente per scontrini e fatturati. A ben guardare poi nello scontrino sono indicati molti prodotti basso rotanti, in altre parole non quelli che vengono più acquistati, a parte tutta la frutta e verduta fresca, parliamo ad esempio dell’acqua naturale o della pastasciutta (ci sono solo i “fidelini”). Ricordiamo infine che proprio in questo mese di ottobre Altroconsumo ha giudicato Eurospin e Lidl come i gruppi distributivi più convenienti d’Italia, con indice 100 quando Penny Market ha avuto indice 124, prendendo a riferimento dei prodotti da paniere Istat.
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