Dalla Redazione
“Opera – precisa Granata – è nata proprio perché a noi tutti, e soprattutto ai nostri soci frutticoltori, era ben chiaro che in assenza di un livello di aggregazione e di organizzazione dell’offerta che fossero, al tempo stesso, adeguati (per poter essere efficaci sul mercato) e sostenibili (perché conformi alle normative vigenti), i prezzi di cessione di molti prodotti agricoli, incluse le pere, che in genere sono deperibili e sostituibili in larga misura sia a livello intraspecifico che interspecifico, tenderanno di norma a collocarsi a livelli uguali o inferiori a quello dei costi minimi di produzione”.
“Infatti – aggiunge Granata – solo al verificarsi di condizioni contingenti di carenza di offerta talvolta si assiste a un discreto incremento del prezzo unitario di cessione, anche se tali incrementi sono spesso illusori perché, anche se l’offerta è ridotta, i prezzi crescono in genere meno di quanto è calata la produzione e quindi anche in quei rari casi la PLV in €/HA non cresce, ma anzi si riduce rispetto ad un’annata di con quantità e prezzi normali”.
“Attività come la ricerca di nuovi mercati – anche se sarebbe utile specificare quali e con quali reali potenzialità… – e lo sviluppo di nuove varietà – che comunque richiedono molti anni prima di essere forse qualificabili come reali e utili alternative a quelle attuali… – potrebbero essere utili, ma solo nel lungo periodo. E non credo – sottolinea Granata – che il settore della pericoltura italiana sia in grado di attendere ancora a lungo prima di trovare una soluzione in grado di migliorare la resa economica per i produttori”.
“Per noi dunque – dichiara Granata – la ricetta migliore per il settore della pera è una sola: l’aggregazione dell’offerta. Aggregazione che però per dare risultati reali ai produttori deve essere grande, cioè largamente superiore al 50% dell’offerta totale, sostenibile – e quindi legittima – e molto, ma molto ben organizzata e strutturata. Ovviamente sta ai produttori di pere e alle loro strutture di riferimento decidere se tale ricetta è condivisibile o meno ed eventualmente utilizzarla. Ad oggi credo che la situazione sia chiara e ben visibile a tutti. Speriamo che in futuro cambi…”
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