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                      Pere, nella campagna 2019/20 mancherà un terzo della produzione nazionale

                      Pere, in calo la produzione italiana. Secondo le stime di OI Pera elaborate dal CSO Italy nella campagna 2019/2020 verrà a mancare un terzo del prodotto, i volumi si aggireranno intorno alle 511 mila tonnellate. Il calo produttivo è dovuto in parte al maltempo, in parte al calo di superfici e ad altri fattori negativi. “La qualità dei frutti si prospetta in linea con il 2018, il calibro più contenuto per quanto riguarda le varietà estive”, rivela Gianni  Amidei, presidente dell’OI Pera

                      Dalla Redazione

                      PereNel Comitato di Coordinamento dell’OI Pera del 17 luglio sono stati diffusi e discussi i risultati scaturiti dall’indagine svolta da CSO Italy, per conto di OI Pera, sulle stime produttive delle pere per la campagna 2019/2020. Queste previsioni sono calcolate sulla base di un metodo oggettivo, basato sulla conta dei frutti in un campione rappresentativo di aziende distribuito in tutte le principali aree di produzione. I risultati tengono anche conto dell’andamento delle superfici.

                      L’analisi dei dati ha messo in luce un significativo calo della produzione rispetto al 2018, per un raccolto che si aggirerà presumibilmente in torno alle 511 mila tonnellate. In sostanza verrà a mancare un terzo della produzione a livello nazionale. Tutte le principali varietà sembrano evidenziare una diminuzione rispetto all’anno precedente, più consistente per Conference e Kaiser, più lieve per William B.C., Santa Maria e Max Red Bartlett. Per Abate il calo sembra attestarsi sul -34% a livello nazionale.

                      Alla diminuzione hanno concorso, oltre ad alcuni problemi in fase di fioritura e allegagione, problematiche collegate a forte presenza di cimice, alternaria e valsa in diverse varietà e un calo delle superfici in produzione, che nella regione Emilia Romagna si attesta al -3%. Prosegue infatti il calo di superfici per varietà come Conference, Kaiser, Decana, a cui si aggiunge anche una diminuzione del potenziale di Abate che in regione vede flettere gli investimenti produttivi del 5%.

                      “La qualità oggi si presenta molto simile a quella dell’anno passato – dichiara Gianni  Amidei, presidente dell’OI Pera -. I calibri delle varietà estive potrebbero essere tendenzialmente più contenuti rispetto al 2018, in quanto nonostante il minor numero dei frutti, il grande caldo di giugno e inizio luglio ne ha un po’ ostacolato lo sviluppo. Pezzatura invece in linea con il 2018 per le varietà autunno-invernali, che già in questi giorni beneficiano di temperature più fresche”.

                      “Non molto diversa è la situazione produttiva negli altri Paesi europei produttori di pere – conclude Amidei -, in particolare in Belgio e Olanda, grandi produttori di pere: in questi due Paesi si denuncia una diminuzione dal 30 al 50% rispetto al 2018, a seconda delle varietà”.

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