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                      Prognosfruit: pere? Calano i volumi, ma la stagione è promettente

                      L’universo produttivo internazionale delle pomacee si è riunito ad Amburgo, il 4 agosto, per il consueto appuntamento con la conferenza Prognosfruit. Per quanto riguarda il comparto pere, dall’Italia arrivano i dati previsionali elaborati dal CSO Italy. Le stime a livello europeo parlano di un’offerta complessiva in calo del 9%, per un volume pari a circa 2 milioni e 170 mila tonnellate. Si tratta di una delle produzioni più contenute dell’ultimo decennio. Ma nel contesto generale questo si traduce in una prevista maggiore vivacità degli scambi. “L’elevato livello qualitativo del prodotto italiano dovrebbe garantire uno svolgimento positivo della campagna”, è la promessa del presidente dell’OI Pera Gianni Amidei

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      Da Prognosfruit la previsione sul comparto pere parla di un calo produttivo in Europa del 9%

                      L’universo produttivo internazionale delle pomacee si è riunito in Germania, il 4 agosto, per il consueto appuntamento con la conferenza Prognosfruit, che quest’anno festeggia il quarantesimo anniversario. Oltre 300 operatori mondiali del comparto mele e pere si sono incontrati ad Amburgo per un bilancio annuale di attività e per delineare le prime stime sul raccolto 2016 a livello europeo.

                       

                      A fare una fotografia della situazione è stata l’Associazione mondiale per le pomacee (WAPA), che ha esordito annunciando un generale calo produttivo previsto nell’UE per la prossima campagna. Il presidente di WAPA, Daniel Sauvaitre, ha dichiarato: “E’ al via una nuova stagione che porterà il settore ad affrontare sfide sia a livello nazionale che internazionale. La qualità del raccolto e il miglior equilibrio tra domanda e offerta si spera portino a ritorni economici più soddisfacenti per i produttori. Per quanto riguarda le mele, la situazione sembra leggermente migliorata. Il raccolto di pere risulta inferiore del 9% e questo potrebbe significare meno pressione sul mercato dopo una stagione difficile“.

                       

                      Per quanto riguarda, nello specifico, il comparto pere, dall’Italia, arrivano i dati previsionali elaborati dal Centro Servizi Ortofrutticoli. Le stime parlano di un’offerta complessiva di pere per il 2016 pari a 2.170.000 tonnellate nella UE 28, un valore che segna un -9% sia rispetto al 2015, sia rispetto alla media produttiva del periodo 2013-2015. Si tratta di una delle produzioni più contenute dell’ultimo decennio.

                       

                      Quasi tutti i Paesi produttori di pere vedono una flessione di offerta rispetto all’anno scorso: Belgio -10%, Francia -14%, Italia -11% e Spagna -12%. Il Portogallo presenta un quantitativo della cultivar Rocha sugli stessi livelli del 2015, ma molto più basso rispetto all’ultimo decennio. La produzione olandese potrebbe confermare il livello di offerta dell’anno precedente, segnando +1% sul 2015. In Spagna è atteso il raccolto più contenuto degli ultimi 10 anni. Tra gli altri Paesi europei infine si prevede un calo in Germania e Polonia (rispettivamente -16% e -19% sul 2015) e variazioni ancor più negative in Croazia, Slovenia, Bosnia e Repubblica Ceca. Mostrano invece il segno positivo l’Ucraina (+2%), la Romania (+16%) e la Moldavia (+1%). Si conferma la progressiva espansione dell’offerta della Turchia (+5%) e del Regno Unito (+12%).

                       

                      Sul piano varietale, Conference rappresenta oltre il 40% del totale di offerta europea ma vede scendere il proprio potenziale produttivo del 5% sul 2015. Abate Fetel e William scendono entrambe di oltre 10 punti percentuali sulla passata stagione e anche rispetto alla recente media storica. Solo Rocha denota una certa stabilità.

                       

                      “Le previsioni di produzione europee – dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO Italy – confermano la tendenza già rilevata per l’Italia. Siamo di fronte a un’annata di produzione assolutamente non eccedentaria in tutta Europa, con valori al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Una tendenza determinata senz’altro dalle condizioni climatiche poco favorevoli all’allegagione dei frutti. Va rilevato inoltre che negli ultimi anni abbiamo registrato una ripresa dei consumi di pere sia fresche che trasformate”.

                       

                      Il presidente dell’OI Pera Gianni Amidei nel commentare i dati appena presentati ad Amburgo dichiara: “Il calo di offerta generalizzato tra tutti i Paesi produttori d’Europa consentirà una maggiore vivacità degli scambi e l’elevato livello qualitativo del prodotto italiano in questa annata, con calibri e grado zuccherino ottimali, dovrebbero garantire uno svolgimento positivo della campagna. I segnali favorevoli si rilevano già dall’andamento degli scambi, molto soddisfacenti, delle varietà di pere estive”.

                       

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