Allarme nel veronese per la chiusura dell’Istituto provinciale di frutticoltura, che ha in gestione il campo di sperimentazione a Villafranca. Uno strumento necessario per i produttori scaligeri, perché questa struttura è indispensabile per provare le varietà e capire se sono adatte al clima, al terreno e se sono commercialmente interessanti. La notizia peraltro arriva nei giorni in cui i peschicoltori devono fare i conti con una raccolta caratterizzata da una buona qualità, ma da prezzi spuntati irrisori.
«La chiusura dell’Istituto sarà un disastro per la peschicoltura», dichiara al quotidiano L’Arena il direttore del mercato ortofrutticolo di Villafranca, Luigi Scattolini. «Nel campo si ragiona sul futuro. Si studiano le varietà e si provano, soprattutto. Gli agricoltori, quando i vivaisti propongono una tipologia di pesca, non sanno se sia valida o meno. Per saperlo, devono provarla e attendere anni. Il campo, invece, la sperimenta per loro”. Una soluzione ci sarebbe e prevede l’intervento della Regione Veneto, che tramite Veneto agricoltura potrebbe assimilare la struttura. In caso contrario, se la situazione permanesse tale quale quella che è ora, agli estirpi di pesche e nettarine seguiranno allestimenti di impianti di altre colture che però sono già al limite della possibilità di collocamento sul mercato.
I quintali commercializzati nell’area sono in calo, tuttavia la qualità è buona: un lieve anticipo di maturazione e i parametri di qualità, per contenuto zuccherino, acidità e durezza, sono stati decisamente migliori. I quantitativi prodotti sono stati inferiori rispetto alle annate precedenti e il clima caldo ha favorito il consumo di frutta fresca, che già a inizio anno aveva dato segnali di ripresa. Tuttavia, i prezzi spuntati sono stati irrisori. Per uscire da questa situazione Scattolini auspica una politica di mercato condivisa per le vendite, per non penalizzare solo i produttori.