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                      Plastic Tax ridotta del 70%? Timori nel settore agroalimentare anche per la Sugar Tax

                      Il Senato sta apportando le prime correzioni al disegno di legge di bilancio, che comprenderanno anche quelle sulla famigerata Plastic Tax, che da tempo scuote gli animi nel settore del packaging per alimenti, ortofrutta compresa. C’è poi un altro balzello che preoccupa il settore agroalimentare italiano: la tassa sulle bevande zuccherate. La nuova proposta che approderà a Palazzo Madama nei prossimi giorni parla di un taglio del 70% del contributo inizialmente fissato a un euro al chilo per gli imballaggi in plastica monouso; c’è però chi chiede la totale abolizione dell’imposta. Sulla Sugar Tax la nuova proposta è quella di escludere dalla tassazione le bevande a base di frutta

                      Dalla Redazione

                      Plastic Tax

                      La Plastic Tax approda all’Aula del Senato – la data prevista è quella di lunedì 9 dicembre – e lo fa con un rinvio (inizialmente la manovra doveva essere esaminata a Palazzo Madama mercoledì 4 dicembre) e con una “rivisitazione” che apre un piccolo spiraglio di luce per le aziende del settore packaging. In contributo economico previsto da Governo per i produttori di imballaggi in plastica monouso, inizialmente fissato a un euro al chilo, sarà infatti tagliato del 70% e si lavora inoltre a un piano nazionale per promuovere l’utilizzo di plastica sostenibile. È questa la rotta che il Governo intende seguire e la manovra sarà dunque solo il primo step. Ad annunciare l’avvio del cantiere, come riporta l’Agi, è stato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, spiegando che al Ministero dell’Economia e delle Finanze si è svolta la prima riunione con il Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente, con i rappresentanti di tutta la filiera, i sindacati e gli enti territoriali, per mettere in campo l’operazione che ha come obiettivo ridurre il consumo di plastica monouso e promuovere il riciclo.

                      Con il vaglio in Senato si punterà quindi nei prossimi giorni a correggere la tassa sulla plastica da 1 euro/kg, introdotta dalla legge di bilancio, tagliando del 70% il gettito previsto ed escludendo dall’imposta la plastica riciclata, come è sempre stato per quella biodegradabile e compostabile. Vengono esclusi anche, oltre alle siringhe, tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali. Il gettito atteso per il prossimo anno dalla contestata plastic tax scenderà quindi da 1,079 miliardi a poco più di 300 milioni.

                      “La rimodulazione della plastic tax è una vittoria del gruppo parlamentare Pd – ha sottolineato il senatore dem Dario Stefano, vicepresidente del gruppo al Senato e relatore di maggioranza sulla legge di bilancio – la sua prima versione era infatti indifendibile, abbiamo avvertito subito il governo, suggerendo modifiche radicali. I nostri emendamenti hanno consentito ora al ministro Gualtieri un ulteriore affinamento della norma, con i principali operatori del settore”.

                      Italia Viva invece continua a chiedere l’abolizione dell’imposta. “La vera notizia sulla plastic tax non è la rimodulazione ma il fatto che resta ancora in manovra, nonostante gli appelli delle imprese – chiosa su Twitter il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone -. Crediamo che nessuna nuova tassa debba essere imposta a un Paese in recessione”.

                      La commissione Bilancio dovrebbe quindi concludere i lavori entro questa settimana affrontando alcune fra le tematiche di maggior rilievo previste dalla nuova manovra economica, dalla plastic tax a un’altra famigerata imposta che scuote gli animi, anche nel settore agroalimentare: la “Sugar Tax”. Nell’attuale versione prevista dal disegno di legge di Bilancio, come riporta il Sole 24 Ore, la sugar tax garantirebbe 233 milioni di gettito nel 2020, altri 261 nel 2021 e altri 256 milioni nel 2022. Una rivisitazione, anche parziale, renderà necessaria quindi l’individuazione di corrispondenti coperture. Ma con il trascorrere delle ore la maggioranza sembra sempre più propensa a ritoccare la tassa. Il settore, infatti, lamenta che la manovra così com’è congegnata tra plastica e zucchero produce di fatto un doppio prelievo su chi oggi è sul mercato con prodotti analcolici imbottigliati in confezioni di plastica monouso. Difficile inoltre non ipotizzare una ricaduta del maggior carico fiscale sul prezzo finale pagato dai consumatori.

                      A protestare non sono solo i produttori di bevande analcoliche, ma anche al settore agroalimentare italiano il nuovo balzello fa paura. Soprattutto in alcune regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna. Anche per questo motivo la maggioranza, Pd in testa, sta valutando un correttivo, da proporre nel passaggio alla Camera, per salvaguardare il più possibile il settore con l’idea di escludere dalla tassazione le bevande a base di frutta.

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