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                      Pomgrana (Grottaglie), il melograno made in Italy si presenta a Macfrut

                      Melograno
                      Gamberini (Conad): “In forte aumento la richiesta di melograno”. Prende corpo il progetto Pomgrana per sviluppare la coltura in Italia, con 5 mila ettari previsti in produzione delle varietà Wonderful One e Ako. Se ne è parlato oggi in un convegno al Macfrut di Cesena. La cooperativa Pomgrana  è stata costituita il 27 giugno 2013 e ha sede a Grottaglie (Taranto)

                      MelogranoTavola rotonda il 25 settembre a Macfrut sul melograno e sulla scoperta di questo frutto da parte dei consumatori. Al dibattito, moderato da Luciano Trentini del CSO, sono intervenuti Claudio Gamberini di Conad, Giacomo Linoci (Uzi Cairo e Pomgrana), Silver Giorgini di Orogel e Alessandra Bordoni di Unibo. Diversi gli argomenti affrontati: dal forte aumento di richiesta di melegrano, al progetto Pomgrana e all’esperienza dei vivai Cairo-Doutcher per lo sviluppo della filiera agroindustriale in Italia; dal ruolo dell’industria nello sviluppo del consumo del melograno alle peculiarità del frutto come prodotto funzionale a sostegno della salute dei consumatori. Un evento organizzato da CSO come primo momento di confronto per analizzare le reali possibilità di sviluppo di questo frutto nel territorio italiano. Dai lavori è emersa l’importanza di portare avanti la ricerca sulle varietà a disposizione anche a beneficio del commercio, per fornire agli agricoltori un nuovo prodotto su cui puntare. Si è parlato anche delle capacità produttive del nostro Paese, analizzando le possibilità di sviluppare la coltivazione in varie regioni italiane poiché l’attuale assenza di produzioni interne e l’espansione della domanda sta alimentando una forte corrente di importazione.

                      Oggi i Paesi del bacino del Mediterraneo in cui la coltivazione è più diffusa, e si ha maggiore disponibilità di melegrano da commercializzare allo stato fresco, sono Israele e Spagna, ma altri Paesi – ad esempio l’Iran – possono diventare, in futuro, temibili concorrenti. Lo sviluppo commerciale del prodotto ha stimolato l’interesse degli agricoltori nostrani, in particolare quelli del sud Italia che (sempre alla ricerca di alternative produttive) vogliono conoscere le potenzialità di questa specie e i progetti ad essa collegati. Tra l’altro i melegrani sono richieste anche dalla GDO, che ha visto crescere in tempi brevi l’attenzione dei suoi consumatori interessati a conoscerne gli utilizzi e le caratteristiche nutritive, ad apprezzarne i molteplici usi e ad acquistare un frutto fino ad oggi tenuto in disparte e non sufficientemente valorizzato per i meriti che dimostra di avere. A questo proposito sono stati particolarmente apprezzati dalla platea presente al convegno, i risultati degli studi effettati sulle varie possibilità d’impiego del frutto, apparso molto duttile. Il melograno, infatti, può essere impiegato non solo in campo alimentare ma anche in quello farmaceutico.

                      I ricercatori americani, a testimonianza di quanto detto, stanno già creando dei medicinali per combattere le malattie degenerative a base di questo prodotto. Fra le sue virtù più importanti, infatti, vi è la presenza di sostanze ad alta attività antitumorale come l’acido ellagico, i flavonoidi ed altre sostanze con proprietà antiossidanti che nel loro insieme collaborano in modo attivo nella cura di vari tumori (prostata, pelle, seno, polmoni). L’Italia, invece, sotto il punto di vista della ricerca farmacologica è ancora indietro anche se il frutto comincia a trovare un buon riscontro nel settore della cosmesi. Ovviamente può essere utilizzato allo stato fresco per l’alimentazione, da consumare appena sbucciato o in cucina per la preparazione di sfiziose insalate. Il succo (ottenuto dalla spremitura degli arilli racchiusi in un involucro di colore rosso o arancione, denominato balausta) viene venduto in confezioni che lo propongono già pronto e sta ottenendo un buon riscontro. Di sicuro, dunque, il melograno si presenta con tutte le credenziali per essere un prodotto di filiera e non solo alimentare così come testimonia il progetto Pomgrana, cooperativa pugliese che ha sposato il progetto del vivaista italo-israeliano Uzi Cairo che da un decennio investe nel melograno promuovendone le eccezionali caratteristiche agronomiche e nutrizionali.