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                      La “famiglia” del Pomodoro di Pachino Igp si allarga. Dopo 90 giorni di pubblicazione dalla GUUE, è in via di ufficializzazione la modifica al disciplinare richiesta dal Consorzio di tutela, che prevede di applicare la denominazione di origine protetta anche alle tipologie plum e minuplum, quindi i pomodorini datterino, mini sanmarzano, Piccadilly e Pixel. Questa misura permetterà di valorizzare al meglio questo prodotto tipico, rispetto ai pomodori di altra provenienza. E rappresenterà anche un valore aggiunto per i produttori, che potranno così ottenere un margine superiore di redditività

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      pachino

                      Anche le varietà plum e miniplum del Pomodoro di Pachino si fregiano della Igp

                      È in via di approvazione definitiva il riconoscimento del marchio di Indicazione Geografica Protetta anche alle tipologie plum e mini-plum del Pomodoro di Pachino, che vanno ad arricchire l’offerta delle tre varietà precedenti: il ciliegino, il costoluto e il tondoliscio. La modifica del disciplinare di Produzione della IGP è stata un procedimento complesso che ha coinvolto la Regione Sicilia, che ha dato il primo parere, e successivamente il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che ha istituito un’apposita commissione per la valutazione dei requisiti delle nuove varietà. Ottenuto il parere positivo del Ministero, il Disciplinare è approdato in Commissione Europea che, ha proceduto quindi alla pubblicazione nella GUUE della domanda di modifica, in cui sono state inserite le due nuove tipologie di pomodoro: plum e miniplum, ovvero i pomodorini del tipo datterino e mini sanmarzano e gli oblunghi del tipo Piccadilly e Pixel.

                       

                      “In questo momento – spiega Salvatore Francavilla, tecnico che ha seguito l’iter – ci troviamo nella fase in cui sono trascorsi i tre mesi durante i quali i Paesi membri potevano produrre opposizioni. Se nessuna obiezione è stata notificata a Bruxelles, a breve sarà emesso dalla Commissione il decreto definitivo e sarà modificato il piano dei controlli da sottoporre al Ministero. Da li inizierà la certificazione del nuovo prodotto”.

                       

                      Si tratta di una novità importante per tutto il comprensorio produttivo che ricade all’interno del territorio individuato dal disciplinare di produzione. “La notizia rappresenta il frutto di un lungo lavoro da parte del nostro team. – spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp, Sebastiano Fortunato – Da anni lavoriamo su questa tipologia di pomodoro, che ha una grande apprezzamento da parte del mercato; questa misura ci permetterà di valorizzarlo rispetto a pomodori di altra provenienza. Per la produzione rappresenterà un valore aggiunto, che contribuirà ad aumentare il reddito di chi lo produce”.

                       

                      “Ci auspichiamo – continua il presidente del Consorzio – che si crei una corsia preferenziale all’interno della Gdo per la commercializzazione di questo prodotto. La previsione è di aumento per i volumi certificati. Si tratta di un lavoro svolto da tutta la squadra del Consorzio IGP e dal Cda, con il supporto dello Studio di agronomia di Salvatore Francavilla, che fornisce un valido strumento ai nostri agricoltori per combattere la crisi e dare una marcia in più alle nostre produzioni”.

                       

                      Il riscontro sarà anche di tipo economico per tutti i produttori: “Con questa variante – spiega il direttore del Consorzio Salvatore Chiaramida anche le aziende che non producono ciliegino o costoluto hanno ora l’opportunità di fregiarsi del marchio Igp. Ciò significa che si allargherà la platea dei potenziali soci che possono far parte del Consorzio e usufruire delle azioni di tutela e promozione che da anni portiamo avanti. Ciò implica inoltre la possibilità di avere un prezzo di vendita maggiore del 20-25% e di conseguenza una reddività e una marginalità superiore”.

                       

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