Dalla Redazione
Pavan, qual è il quadro della situazione ad oggi?
“Parliamo di cosa è stato, fino ad ora, nel 2020. Infatti, fino al lockdown il prezzo del pomodoro si è mantenuto discreto rispetto al 2019, poi, con l’arrivo del coronavirus, il canale Ho.Re.Ca. si è fermato e la situazione si è fatta pesante. Guardando al mercato di Vittoria (Rg), in media il ciliegino è quotato 50 centesimi al kg, oggi produrre un kg di ciliegino costa intorno a 1,30/1,40 euro al kg. Il produttore è in perdita. La situazione è molto difficoltosa. O torniamo alla vita di sempre e le persone tornano a lavorare non in smart working o bisognerà ridurre le superfici. Quando sarà il momento di programmare, il produttore ridurrà inevitabilmente gli ettari. Non c’è altra scelta possibile, d’altra parte in Italia manca una programmazione seria, non ci siamo mai riusciti. Siamo troppi produttori e troppo piccoli per accordarci, c’è grande frammentazione“.
Dietro al calo dei prezzi c’è solo il blocco dell’Ho.Re.Ca. o c’è dell’altro?
“Secondo me è una questione di sovrapproduzione a livello europeo. La Polonia chiama ogni giorno per offrire pomodoro. Inoltre, sia in Polonia che in Germania sono stati fatti grossi investimenti negli anni scorsi in serre per la produzione di pomodoro. Prendiamo ad esempio la Svizzera: oggi riforniamo il Paese con pomodoro da mensa da dicembre a marzo, le finestre di export si sono molto accorciate perché ora producono anche loro. Non solo: l’estero offre pomodoro anche all’Italia e quindi si allungano le finestre di import. I nostri competitor poi cambiano a seconda del periodo dell’anno: in inverno produciamo nel sud Italia, soprattutto in Sicilia, e combattiamo con Spagna e Marocco, con Egitto, Tunisia e Turchia. In estate, come competitor abbiamo invece Olanda, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Germania. La tendenza è quella di consumare prodotto nazionale quindi gli altri Paesi si stanno attrezzando per produrre internamente. Da aprile in pratica le esportazioni si fermano“.
Ci sono canali di vendita che stanno soffrendo di più?
“I mercati all’ingrosso vanno sicuramente peggio. È lì che si rifornisce in gran parte l’Ho.Re.Ca. e quindi lì la botta è stata più forte, in GDO si sente meno. La GDO anzi direi che ha tenuto, soprattutto durante il lockdown, perché tutti cucinavano di più e quindi la domanda ha retto abbastanza”.
Come si può superare questo momento?
“Come dicevamo prima o si applica una cura drastica e quindi tagliare le produzioni, come hanno fanno l’anno scorso in Spagna, oppure si torna al pre-coronavirus. Bisogna andare a mangiare fuori, a pranzo. Il punto è che il mercato si basa sempre su domanda e offerta, non è mai il produttore che decide il prezzo. Nessuno chiede quanto costi produrre pomodori. La mia opinione è che ci vorrebbe il prezzo garantito, va garantito al produttore almeno il costo di produzione. L’ideale sarebbe un tavolo nazionale al quale partecipino la GDO, le organizzazioni dei produttori e le istituzioni nel ruolo di garanti. Le organizzazioni dei produttori dovrebbero realizzare dei report trimestrali sui costi di produzione e poi, con i dati, si va al tavolo. Abbiamo molto da imparare su questo punto dai francesi: il Governo francese impone alla GDO una certa percentuale obbligatoria di prodotto nazionale francese”.
Cosa cercherà il consumatore da qui a 5 anni approcciandosi al banco della frutta e verdura per comprare pomodoro? Quali le tendenze?
“Secondo me il consumatore è confuso, ci sono troppe varietà, il consumatore non capisce e non ha tempo da perdere, in 3-5 secondi decide se comprare o no un prodotto. Al supermercato basterebbero cinque tipologie: ciliegino, datterino, piccadilly, costoluto, un verde da insalata; aggiungendo, in aree dove ci sia una produzione particolare, la tipicità della zona. Andrebbe poi spiegato al consumatore come utilizzare in cucina, nelle preparazioni, i diversi pomodori perché molti non lo sanno e non va dato per scontato”.
La tendenza colorati è confermata?
“Io posso dire quello che vivo in prima persona e le richieste che mi arrivano non vanno in quella direzione. Per il consumatore il pomodoro è rosso. Del giallo, per esempio, non si è innamorato“.
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