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                      QS raccoglie consensi, Spagna batte Italia dieci a due

                      Mele Kaiser Qs
                      Si è svolto martedì 20 maggio a Bussolengo (Verona) il convegno organizzato da QS per illustrare le caratteristiche e le potenzialità della certificazione più utilizzata in Germania per l’ortofrutta e la carne. È emerso il ritardo dell’Italia rispetto alla Spagna, con circa 1.000 certificati emessi finora contro i 200 dell’Italia

                      di Eugenio Felice

                      Mele Kaiser Qs

                      Mele marchiate Qs da Kaiser’s (Copyright: Fm)

                      Riportiamo il commento (e lo sfogo) di un esperto del campo certificazioni rilasciato dopo il convegno tecnico organizzato da QS a Bussolengo (Verona) lo scorso 20 maggio. QS, lo ricordiamo, è la più importante certificazione utilizzata in Germania nel settore ortofrutta e carne e il relativo marchio può essere apposto sulle confezioni, come dalla foto a lato che abbiamo scattato pochi mesi fa in un Kaiser’s di Düsseldorf. QS è l’acronimo di Qualità e Sicurezza ed è una certificazione di filiera che interessa tutti gli attori che vengono a contatto con il prodotto. In Germania sono stati emessi finora oltre 100 mila certificati, più di GlobalGAP, mentre in Spagna, dove peraltro le dimensioni aziendali sono decisamente maggiori rispetto all’Italia siamo a 1.000, 200 sono i certificati emessi in Italia mentre pochissimi sono quelli emessi in Francia.

                      “Ho letto le news catastrofiche sull’andamento del mercato della fragola veronese. Leggo che la sventura è il cambiamento climatico e la concorrenza spagnola. Il clima – si chiede l’esperto di certificazioni – non è cambiato anche in Spagna? La crisi non ha colpito anche la Spagna? I costi sono diminuiti in Spagna? La GDO non tira il collo agli spagnoli come fa con gli italiani? La Spagna non ha gli stessi problemi nostri nell’area euro? Tutte le criticità citate sono evidenti scuse se non finzioni di un Paese immobile in un mondo dove gli altri (tutti) corrono. Scrivete per favore che il risultato di queste lamentele avranno come conseguenza inesorabile la cancellazione dell’ortofrutta italiana dal mercato globale. Servono azioni concrete con o senza l’intervento dello Stato perché in due anni l’Uruguay come il Messico sono diventati players mondiali nei piccoli frutti senza che gli spagnoli gli abbiano dato noia!”

                      “Per favore – continua l’esperto, da molti anni a contatto con il mondo ortofrutticolo italiano – mettete in dubbio qualche volta l’asserita eccellenza italiana altrimenti nessuno mai si confronterà con il resto del mondo e di conseguenza non migliorerà mai perché non si abituerà al confronto! Tutti nel settore sanno che la pesca di Verona è qualitativamente la peggiore disponibile, tutti sanno che delle fragole di Verona si è perso il sapore, tutti sanno che le ciliegie buone si coltivano in Puglia e in Turchia ma non certo a Marostica! Con il termine “Tutti” intendo in primis il consumatore nord europeo che sa scegliere più di quello che si pensa e anche gli operatori del settore che lasciano che la piccola politica divulghi credenze populiste non suffragate da dati scientifici”.

                      “Dite – conclude l’esperto – per favore che bisogna guardare in faccia la realtà se si vuole trovare una soluzione e lasciate stare il meteo, anzi dite di copiare semplicemente dagli spagnoli e dagli olandesi perché sono persone serie, che hanno dimostrato di saperci fare”.

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