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                      Da oggi e per i prossimi mesi, oltre 360 supermercati e ipercoop di Coop Alleanza 3.0 proporranno i pelati provenienti da filiera etica dell’associazione Ghetto Out – Casa Sankara: una start up etica nata 4 anni fa nel Foggiano da giovani migranti fuggiti dal ghetto per lavorare in autonomia la terra. “Questo, mi sono detto, è l’unico modo di lottare contro il caporalato”, spiega Mbaye Ndiaye, referente dell’associazione. I pomodori, grazie alla collaborazione con Conserva Italia, vengono così trasformati in confezioni di pelati da 400 grammi, venduti con l’etichetta “Riaccolto, la Terra della Libertà” e proposti nei punti vendita in un apposito spazio espositivo. “I pelati dell’Associazione Ghetto Out – Casa Sankara sono la dimostrazione che un’altra economia, un altro modo di intendere il lavoro e le scelte di acquisto da parte dei consumatori sono possibili” dichiara il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario Cifiello

                      Dalla Redazione

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                      A sostegno dell’iniziativa di riscatto civile e sociale, Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia promuovono la diffusione dei pomodori pelati prodotti dall’azienda agricola gestita da giovani migranti. Riscatto, accoglienza, legalità, occupazione: sono alcuni dei valori racchiusi nei pomodori pelati con l’etichetta “Riaccolto, la Terra della Libertà” proposti dal 19 febbraio e per i prossimi mesi negli oltre 360 supermercati e ipercoop di Coop Alleanza 3.0 presenti in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia (nelle provincie di Mantova e Brescia) Emilia – Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia. 

                      L’iniziativa è promossa da Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia che insieme sostengono l’Associazione Ghetto – Out Casa Sankara, “start up etica” nata 4 anni fa nel Foggiano, da una sinergia tra Regione Puglia, associazionismo e movimento cooperativo, che con il suo prodotto da filiera etica racconta una storia di riscatto civile e sociale. L’associazione gestisce uno spazio progettato quale alternativa alle condizioni disumane dei ghetti; nell’azienda agricola, con circa 14 ettari di terreno e una vecchia rimessa di proprietà della Regione Puglia, i giovani migranti fuggiti dal ghetto e costituiti in associazione lavorano la terra in autonomia e abitano con le loro famiglie.

                      Per sviluppare il percorso di emancipazione è nato il progetto di produzione di pomodori e, con la collaborazione di Conserva Italia, trasformazione in confezioni di pelati da 400 grammi. I barattoli dei pelati “Riaccolto, la Terra della Libertà” non contengono quindi solo gli squisiti pomodori pugliesi ma anche la dignità umana e del lavoro, e un’esperienza di acquisizione di autonoma per i lavoratori dei campi. 

                      Ai pelati “Riaccolto”, Coop Alleanza 3.0 dedica un apposito spazio espositivo in cui i soci e i consumatori potranno trovare il primo prodotto dell’Associazione Ghetto Out – Casa Sankara con le principali informazioni del progetto. Inoltre, soci e i consumatori potranno acquistarli a un prezzo speciale, più alto della media dei prodotti simili, per contribuire ad aiutare lo sviluppo di questa piccola realtà, e così seminare legalità e diritti e consolidare un modello che potrà estirpare lo sfruttamento diffuso nel settore. Inoltre, condividendo sui social – Twitter, Facebook, Instagram – il proprio acquisto, con l’hashtag #CasaSankara e taggando Coop Alleanza 3.0, i soci e consumatori potranno testimoniare la propria scelta etica.

                      “La cooperazione di consumo si ispira a valori fondamentali quali la libertà e la democrazia, la giustizia sociale e la solidarietà: per questo Coop Alleanza 3.0 sostiene questa iniziativa chiedendo la partecipazione anche dei soci Coop e dei consumatori. È storico e sempre vivo l’impegno di Coop Alleanza 3.0 e delle realtà della cooperazione a diffondere la cultura della legalità e promuovere un’economia giusta ed emancipata dallo sfruttamento – dichiara il presidente di Coop Alleanza 3.0, Mario Cifiello -. Con questa campagna, Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia vogliono sensibilizzare concretamente i consumatori e tutti gli stakeholder sul tema dell’illegalità, delle sue cause e delle sue conseguenze: oggi il rischio è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso cancelli i diritti delle persone. I pelati dell’Associazione Ghetto Out – Casa Sankara sono la dimostrazione che un’altra economia, un altro modo di intendere il lavoro e le scelte di acquisto da parte dei consumatori sono possibili.”

                      La filiera etica nata a Casa Sankara è un tassello che si aggiunge nella costruzione di quella società inclusiva sognata con Stefano Fumarulo – dichiara il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo -. È la testimonianza di cosa accade quando il percorso etico del sistema cooperativo si mette a disposizione del territorio e crea valore, per tutti. Per una terra da sempre identificata come terra di illegalità che diventa luogo di riscatto, grazie anche al supporto della Regione Puglia; per le persone che non avevano voce e con il lavoro, quello buono, hanno affermato la propria dignità; per la comunità che oggi beneficia di una realtà “unica” e da considerare una risorsa. Il Riaccolto della libertà è tutto questo e sa di buono”.    

                      Il marchio dei pelati che oggi esce in tutta Italia è la realizzazione di un sogno. Abbiamo finalmente realizzato qualcosa che abbiamo sognato per otto anni. Siamo andati per gradi: abbiamo pensato prima a darci un tetto dignitoso sopra la testa, poi ad avere un lavoro con un pagamento giusto. Queste erano le cose che sognavamo con Stefano Fumarulo – dichiara Mbaye Ndiaye, referente di Casa Sankara -. Già allora io immaginavo un marchio tutto nostro, di noi africani, che potevamo diventare protagonisti prendendo in mano il nostro avvenire. Questo, mi sono detto, è l’unico modo di lottare contro il caporalato. Stefano non c’è più, ma le sue idee sono vive. La sua idea è questo marchio. Il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo è uno dei testimoni della realizzazione di Riaccolto, che per me è il marchio della dignità”. 

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