Dalla Redazione
Rincari alle stelle che mettono in seria discussione il futuro di molti supermercati italiani: una possibile soluzione per tagliare i costi energetici, del 15% e oltre? La proposta – in controtendenza – arriva dalla Filcams Cgil di Reggio Emilia, che suggerisce di introdurre la chiusura nei giorni festivi: per risparmiare energia, ma anche per una maggiore sostenibilità ambientale. Il tema delle aperture dei grandi centri della Gdo, infatti, ha impatti anche sull’incidenza dei volumi di traffico cittadino e sulla mobilità.
Una proposta non nuova da parte delle organizzazioni sindacali, ma che trova nuovo impulso nell’attuale contesto geo-politico ed economico legato alla crisi del gas e alle ricadute sull’indotto e sui cittadini. “Il tema del caro energia non risparmia nessuno – esordisce Filcams Cgil Reggio Emilia in una nota -, e se le imprese del commercio e della grande distribuzione che operano sempre con margini assai risicati, come denunciato da Confcommercio (leggi qui), vedono rivoluzionati gli equilibri di bilancio, questo vale anche per le lavoratrici e per i lavoratori; è quindi sempre più urgente ripensare l’attuale modello di consumo riportando al centro del dibattito anche il tema delle aperture domenicali e festive”.
Da anni la Filcams denuncia i “costi nascosti” delle aperture domenicali e festive: maggiore utilizzo degli impianti, maggiori spese di luce, riscaldamento, raffrescamento. “Scegliere di chiudere in tali giornate potrebbe comportare minori spese per le imprese fino al 15% e oltre rispetto ai costi energetici – spiega il sindacato -. Ancora troppe realtà commerciali non hanno messo in essere concrete scelte di riduzione dei consumi (e quindi dei costi); ciò è palese, ad esempio, in tutti quei negozi in cui vi sono celle frigorifere non dotate di possibilità di chiusura, con enorme dispersione di temperatura e relativi costi, ma anche laddove le aziende optano per l’utilizzo di squadre di lavoratrici e lavoratori (spesso in appalto e a “basso costo”) che operano in caricamento notturno degli scaffali, con conseguente necessità di utilizzo di luce e riscaldamento/raffrescamento anche al di fuori degli orari di vendita. Si parta da lì, e non dalla minaccia di chiusure e licenziamenti”.
Su questi temi la Filcams richiama le Associazioni al confronto per la ricerca di nuovi modelli organizzativi che possano dare risposte concrete. “Le soluzioni vanno ricercate insieme – conclude il sindacato – non possono essere ancora una volta le lavoratrici ed i lavoratori a pagare il prezzo delle crisi”.
“Se fosse per noi – aggiunge in un’intervista al Carlino di Reggio Emilia Luca Chierici, segretario provinciale Filcams – faremmo partire subito la sospensione delle aperture, anche perché è anni che segnaliamo che le aperture festive non hanno prodotto aumento di fatturato per le imprese della grande distribuzione, ma l’hanno solo spalmato su sette giorni invece che sei. E siamo sin da ora disponibili a sederci intorno a un tavolo con Confcommercio per trovare una soluzione comune”.
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