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                      Sacchetti a pagamento, Coop: “Presto soluzioni alternative”

                      Non si placa la polemica sulla legge sui sacchetti biodegradabili a pagamento, in vigore dal primo gennaio scorso. E sulla normativa – che prevede per i consumatori l’obbligo di pagamento dei sacchetti monouso – interviene ora anche Coop Italia con un comunicato critico, non tanto nei confronti della norma in sé, quanto riguardo le interpretazioni ministeriali che, tentando di gettare acqua sul fuoco, hanno ventilato la possibilità da parte dei consumatori di utilizzare sacchetti personali. Coop si dice contraria e – vendendo i sacchetti sottocosto a 1 centesimo – annuncia che presto presenterà “soluzioni e materiali di confezionamento della merce fresca e sfusa” riutilizzabili e a basso costo. Poi apre ad un “confronto preventivo” con le autorità pubbliche e le rappresentanze delle imprese commerciali in vista di eventuali sviluppi normativi

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Sulla questione dei sacchetti biodegradabili e compostabili, che la legge 123 del 3 agosto 2017 – in vigore a partire dal 1 gennaio 2018 – richiede obbligatoriamente di far pagare ai consumatori, interviene ora Coop Italia con un comunicato che intende fare chiarezza riguardo la sua posizione: “Siamo stati contrari a far pagare i nuovi sacchetti e ora siamo impegnati a contenerne il prezzo vendendoli sottocosto a 1 centesimo in tutta la rete vendita. Quello che è necessario – si legge nel comunicato – è fare chiarezza: le ultime interpretazioni ministeriali sui sacchetti monouso rendono ancora più complicata la gestione dell’intera situazione”. 

                       

                      Le interpretazioni ministeriali – tese in qualche modo a rispondere al crescente malcontento dei consumatori e alle polemiche anche nella Gdo – sembrano essere il vero obiettivo della critica di Coop. La possibilità – ventilata dal Ministero – di permettere ai consumatori di portare da casa le buste biodegradabili monouso, viene giudicata da Coop “non praticabile”, essendo la soluzione “di difficile attuazione e antieconomica”. Qualora questa soluzione venisse applicata, gli operatori sarebbero infatti tenuti “a controllarne ogni volta l’idoneità e i consumatori comunque dovrebbero acquistarle in proprio a prezzi superiori”.

                       

                      Ma la critica nei confronti delle interpretazioni ministeriali non intende sminuire l’importanza delle finalità generali e di protezione dell’ambiente che contiene la nuova normativa: “Coop ha sostenuto lo spirito e gli obiettivi della nuova normativa sui sacchetti biodegradabili – continua – per limitare lo spreco a vantaggio dell’ambiente. Fin dall’inizio abbiamo chiesto di non rendere obbligatorio il pagamento dei sacchetti da parte dei consumatori, ma la normativa approvata obbliga al pagamento degli stessi. Pertanto abbiamo deciso di contenerne il prezzo vendendoli sottocosto”.

                       

                      Al di là della vendita sottocosto dei sacchetti – un’operazione perfettamente in linea con altre importanti realtà della Gdo italiana, come si legge sulla cronaca nazionale di questi giorni – cosa fare ora per risolvere la situazione? Coop Italia pensa che ogni soluzione debba passare necessariamente dal dialogo: “In merito ad eventuali nuove disposizioni applicative della normativa che le autorità pubbliche volessero realizzare – recita il comunicato – riteniamo necessario un confronto preventivo con le rappresentanze delle imprese commerciali, affinché queste siano effettivamente praticabili”. Per quanto riguarda l’immediato, Coop fa sapere che presenterà a breve “soluzioni e materiali di confezionamento della merce fresca e sfusa che siano effettivamente riutilizzabili, a bassissimo costo per i consumatori e di maggior vantaggio per l’ambiente”. 

                       

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