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                      Sant’Orsola presenta i mirtilli del Sud Italia certificati residuo zero

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                      I primi mirtilli residuo zero italiani sono prodotti da Sant’Orsola, leader nazionale nel settore dei piccoli frutti. Sono già disponibili presso alcune insegne della GDO, in slcuni negozi di ortofrutta e in canali online selezionati. La novità rappresenta un successo per la cooperativa trentina, che ha lavorato per alcuni anni al progetto, e rafforza il mondo dei piccoli frutti italiani nella concorrenza internazionale. I mirtilli italiani residuo zero Sant’Orsola sono disponibili in tre diversi packaging: la confezione completamente plastic free da 125 grammi, il bicchierino da 100 grammi o il cestino da 125 grammi. I mirtilli residuo zero provengono dai campi siciliani e calabresi dei soci Sant’Orsola, che coltivano su più di 50 ettari mirtilli giganti americani di varietà diverse, rispettando quanto previsto dalla normativa vigente (DTP 021-5 del 03/11/2016) sul residuo zero

                      Dalla Redazione

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                      I mirtilli residuo zero di Sant’Orsola in confezione 100% plastic free

                      Sono sul mercato i primi mirtilli certificati residuo zero italiani, prodotti da Sant’Orsola Sca. Sono una novità per l’Italia, provengono esclusivamente dai campi siciliani e calabresi dei suoi soci che coltivano su più di 50 ettari mirtilli giganti americani di varietà diverse, principalmente la Ventura. Alla raccolta non presentano residui derivati dall’impiego di prodotti fitosanitari, nel pieno rispetto di quanto previsto della normativa vigente (DTP 021-5 del 03/11/2016) e sono certificati da CSQA, ente accreditato e riconosciuto dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

                      Per la prima volta il consumatore trova sugli scaffali il gustoso frutto clean a garanzia dell’elevato standard di qualità nello stile della sua tradizione. Il mirtillo residuo zero è in vendita presso la grande distribuzione organizzata, in alcuni negozi di ortofrutta e in selezionati canali online in tre confezioni studiate appositamente per rispondere alle esigenze ed agli stili di vita sempre più green delle persone. Possono scegliere tra la nuovissima confezione completamente plastic free da 125 grammi, il bicchierino di plastica da 100 grammi o il cestino di plastica da 125 grammi.

                      “Il progetto del mirtillo residuo zero – sottolinea Matteo Bortolini, direttore generale della Sant’Orsola – vuole esaudire il crescente desiderio dei consumatori di acquistare frutta sempre più salutare e risponde alla volontà della nostra cooperativa di garantire la sostenibilità della filiera produttiva. Produciamo da oltre 40 anni fragole e piccoli frutti, settore nel quale siamo leader italiani riconosciuti. E pure ottime ciliegie di collina. Con il mirtillo residuo zero ribadiamo e rinforziamo il nostro impegno nel campo della sostenibilità, intervenendo in modo mirato nella fase produttiva, di lavorazione e commercializzazione”.

                      Il sistema produttivo Sant’Orsola è già certificato in conformità a standard qualitativi internazionali come Global Gap per le buone pratiche agricole e Grasp per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Inoltre, dal 2020 il sistema di gestione ambientale è certificato nel rispetto della stringente normativa ISO 14001. “Il nostro obiettivo – spiega Bortolini – è quello di legare sempre più strettamente la sostenibilità economica e sociale della cooperativa agricola a quella ambientale, in modo da innovare dando maggior forza al rapporto tra socio, cooperativa e consumatore. A tale proposito va riconosciuto ai nostri soci ed al nostro staff tecnico di contribuire in modo determinante allo scopo”.

                      Il cammino verso la certificazione residuo zero è iniziato da alcuni anni, scegliendo le aree italiane più adatte ai particolari e precisi metodi di tutela e difesa richiesti, formando appositamente i soci della cooperativa e garantendo loro continua e puntuale assistenza da parte dello staff di tecnici esperti di cui si avvale, incontrando disponibilità e sensibilità verso il progetto. Il rigoroso e specifico disciplinare di produzione concordato garantisce allo stesso tempo il socio produttore, la difesa delle coltivazioni, il livello elevato della qualità dei mirtilli, il consumatore ed il brand della cooperativa.

                      Ricerca, sperimentazione e sviluppo senza sosta. Natura e tecnica. Il mirtillo residuo zero è figlio della continua attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo per l’innovazione praticati da 18 periti ed agronomi dello staff tecnico stabile della Sant’Orsola, al lavoro nel campo sperimentale situato sull’Altopiano della Vigolana in Trentino, a 700 metri di quota. Responsabile è Gianluca Savini, tra i massimi esperti nel mondo dei piccoli frutti, agronomo con dottorato di ricerca in produzione e organizzazione degli agro-ecosistemi vegetali.

                      Il residuo zero è la nuova frontiera, dopo la produzione mediante la lotta integrata, la produzione biologica e la biodinamica. Garantisce la insussistenza di residui da fitofarmaci nel frutto in vendita ovvero la sua salubrità. La produzione del mirtillo residuo zero Sant’Orsola è ricco di antiossidanti e polifenoli. Certifica che il residuo di fitofarmaci nel mirtillo residuo zero è inferiore al limite minimo quantificabile ovvero è inferiore a 0,001 parti per milione, secondo metodi standard europei di misura praticati, riconosciuti e validati dalle autorità competenti.

                      È opinione comune che il mirtillo sia una pianta tipica dell’emisfero Nord, ma in Sicilia ed in Calabria si sono verificate le condizioni migliori per alcune varietà di mirtillo. Secondo i tecnici, migliori che in Spagna e di altre aree del Mediterraneo. Il mirtillo Sant’Orsola appartiene alla specie gigante americana. La sua produzione, avviata anni fa da alcuni soci su piccoli appezzamenti nell’Isola e nell’estremo Sud italiano, è via via cresciuta in numero e in estensione fino a diventare un settore rilevante dell’economia delle aree interessate.

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