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                      Sciopero autotrasporti, “Chi ci rimette sono i produttori pugliesi e siciliani”

                      È rovente in Puglia e in Sicilia la protesta degli autotrasportatori contro i prezzi alle stelle del carburante. Guidati da alcune sigle sindacali autonome, i camionisti da domenica scorsa sono in sommossa e hanno bloccato i loro mezzi, impendendo di fatto la fornitura di ortaggi e di agrumi dalla Puglia e dalla Sicilia verso la Gdo e i grossisti. “I buyer in questi giorni sono così costretti a switchare gli ordini verso i fornitori di altre zone, o a rifornirsi direttamente dall’estero”, racconta preoccupato Vito Cifarelli, sales & marketing director dell’azienda foggiana Cericola. Oltretutto non è un buon momento per le imprese ortofrutticole, le prime ad essere schiacciate dai rincari alle stelle. L’allarme anche del Consorzio di tutela Arancia di Ribera Dop e di Michele Laporta, presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp e di Op Agritalia

                      di Carlotta Benini

                      Vito Cifarelli, sales & marketing director di Cericola

                      Sciopero autotrasporti, è allarme per i produttori di Puglia e Sicilia, dove ortaggi e agrumi restano in questi giorni fermi nei magazzini, mentre la Gdo è costretta a “switchare gli ordini verso i fornitori di altre zone, o a rifornirsi direttamente dall’estero”. Ad esprimere la sua preoccupazione nei confronti di una gestione non uniforme né equa della situazione è Vito Cifarelli, sales & marketing director di Cericola, azienda di Ordona (Foggia) presente nella Gdo italiana e anche in alcune principali insegne europee con una gamma di ortaggi di alta qualità 100% made in Puglia.

                      “Carciofi e broccoli in primis sono i prodotti che in questo momento restano fermi nei nostri magazzini, non si riesce a far partire nessun bancale, da qui verso qualsiasi destinazione italiana, a causa del blocco dei tir – ci spiega Cifarelli -, con conseguenti ripercussioni su tutte le attività promozionali e le iniziative già pianificate con la Gdo, che attualmente si vede costretta a fare riferimento ad altri areali produttivi. In sostanza a rimanere con il cerino in mano siamo noi produttori, che ci vediamo scippare i volumi da altri player, non solo esteri”. Succede lo stesso con le arance siciliane, sostituite da quelle spagnole, dal momento che anche la Sicilia in questi giorni è al centro delle proteste e degli scioperi.

                      “Da domenica il settore autotrasporti in Puglia è in subbuglio – prosegue Cifarelli -. I tir stanno caricando solo il prodotto destinato all’estero e al momento non si capisce quando e se questa situazione verrà risolta. Fermo restando che le proteste sono motivate dalla situazione incandescente che si è venuta a creare in seguito agli aumenti spropositati dei costi del carburante, trovo che questo sciopero, per il modo in cui è stato gestito, sia tutt’altro che democratico. Nel senso che finisce per colpire solo i produttori e gli attori della filiera siciliani e pugliesi, mentre in tutte le altre parti dello Stivale si continua a lavorare come se niente fosse”.

                      “Se lo spirito dello sciopero, assolutamente condivisibile, era quello di richiamare l’attenzione dal Governo sulla gravità della situazione, credo che oggi il risultato non sia stato del tutto raggiunto – chiosa il direttore vendite e marketing di Cericola -. Perché i buyer esteri oggi continuano a caricare prodotto dalle nostre zone mentre quelli italiani no? Perché l’arancia calabrese parte verso le sue varie destinazioni mentre quella siciliana no? Oltretutto il nostro settore in questo momento storico non naviga affatto in buone acque. Se gli autotrasportatori protestano per i rincari alle stelle del carburante, per le imprese ortofrutticole i costi di produzione, tra logistica e packaging, energia e gestione in campagna, sono letteralmente triplicati”.

                      Sciopero autotrasporti

                      A ciò si aggiunge un generale stallo dei consumi, sempre più polarizzati, con le famiglie in difficoltà costrette a fare tagli anche nel carrello della spesa. “Le vendite sono tutt’altro che brillanti in questo momento – conclude Vito Cifarelli – e la situazione è davvero difficile da gestire. Abbiamo le celle piene, arrivano le chiamate ma il prodotto rimane a terra. Il tutto a vantaggio dei competitor esteri, ma anche di altri fornitori italiani che producono a poche centinaia di chilometri da noi”.

                      Non da ultimo, c’è il rischio sempre più concreto che anche gli scaffali dei supermercati rimangano vuoti, se lo sciopero continuerà ad essere così importante e così incandescente nei prossimi giorni.

                      La situazione come già accennato non è migliore in Sicilia, dove in questi giorno “centinaia di bancali di arance di Ribera Dop pronti per la destinazione delle piattaforme della Gdo e dei mercati ortofrutticoli sono rimasti nei magazzini di lavorazione, con notevoli danni all’intero settore agricolo del territorio”, è l’allarme del Consorzio di tutela Arancia di Ribera Dop, che, pur condividendo le ragioni della protesta, ritiene che non sia lo strumento adatto per risolvere un problema “che blocca l’intera economia siciliana”.

                      Tornando alla Puglia, esprime la sua preoccupazione per i rincari alle stelle – di tutto, carburante ma anche imballaggi, fertilizzanti, energia e gas – anche Michele Laporta, presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp e presidente della Op Agritalia di Barletta. “Gli autotrasportatori hanno pienamente ragione e fanno bene ad alzare la voce”, chiosa Laporta. “Tuttavia – prosegue – bisogna scongiurare il blocco dei trasporti. Si rischia di penalizzare ulteriormente il mondo agricolo. Dobbiamo impegnarci tutti insieme per spingere il Governo, nazionale e regionale, ad adottare i provvedimenti necessari ad annullare i rincari e a riportare la situazione quantomeno a 7-8 mesi fa. Sono certo che se ci mettiamo passione possiamo uscire da questa situazione, ma il fronte deve essere compatto”.

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